Giandomenico Murru, da Santa Maria Navarrese a Rimini per inseguire il sogno della comunicazione “social oriented”

Giandomenico Murru, 40enne originario di Santa Maria Navarrese, vive e lavora a Rimini da tanti anni. Qui si è formato una famiglia e ha fondato una delle prime agenzie di comunicazione social oriented in Italia (partner di Facebook Inc e
Giandomenico Murru, 40enne originario di Santa Maria Navarrese, vive e lavora a Rimini da tanti anni. Qui si è formato una famiglia e ha fondato una delle prime agenzie di comunicazione social oriented in Italia (partner di Facebook Inc e Google). Un orgoglio per l’Ogliastra, che il talentuoso manager pubblicitario ha dovuto lasciare per rincorrere i propri sogni.
La sua storia inizia quando, desideroso di lasciare una realtà che gli “andava stretta” e scoprire il mondo, si è iscritto alla facoltà di giurisprudenza di Urbino. «Ai miei tempi quella di Urbino era tra le università più eterogenee in italia. Migliaia di studenti provenienti da tutta Europa: era proprio ciò che cercavo».
«Ho comprato un appartamento ad Urbino nel 2000, ci ho vissuto fino al 2008: credevo di rimanerci per tutta la vita, ma mi sbagliavo!» racconta Giandomenico «Nel 2008 ho conosciuto mia moglie, Elena, in una famosa discoteca di Rimini. E’ stato un colpo di fulmine, per lei e per la città. Dopo un mese mi sono trasferito e adesso viviamo qui con i nostri due figli». Giunto a Rimini, l’intraprendente ogliastrino, si è gettato a capofitto nel mondo della movida romagnola, lavorando per noti locali della Riviera e aprendo una società di gestione eventi.
«Abbiamo fatto un sacco di cose anche di altissimo livello, ho fatto parte dell’organizzazione del matrimonio di Pavarotti per dirne una, abbiamo lavorato per gli eventi di banca Mediolanum, Alfa Romeo» racconta Giandomenico «Nel 2010 ho iniziato a usare i social per promuovere gli eventi e le discoteche nelle quali lavoravo e mi sono accorto che c’era un riscontro davvero esplosivo da parte degli utenti».
E qui è arrivata la svolta. «Con un’amica pubblicitaria, con la quale collaboravo e che si occupava di comunicazione, ho aperto Q Group nel 2014 e abbiamo puntato tutto sui social. Da due persone che eravamo, siamo oggi circa in venti, tra dipendenti e collaboratori esterni. Abbiamo 500 clienti, seguiamo anche campagne elettorali di un certo peso e nel nostro staff vantiamo anche la presenza di una spin doctor. Spero di poter arrivare un giorno a lavorare anche per le imprese sarde, questo è il mio sogno, che mi potrebbe riavvicinare alla mia terra».
Ai giovani d’oggi consiglia «di andare a studiare fuori, di fare esperienze diverse, di non avere paura di andare via ma di trovare il coraggio di tornare». Quella del suo trasferimento aldilà del mare è una storia a lieto fine.
In Emilia Romagna ha trovato lavoro, amore, famiglia. Ma la nostalgia di casa c’è sempre stata e sempre ci sarà. «Mi mancano l’odore del mare e della campagna, i sapori intensi, la genuinità delle cose, il vento forte, i colori unici. E la mia famiglia alla quale devo tutto» conclude Giandomenico.

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Ogliastrini nel mondo. Sara Atzei, da Tortolì a Vienna: “Importante mettersi alla prova”

Sara Atzei, una giovane ogliastrina 26enne di origini tortoliesi, dopo la stagione estiva del 2012 come cameriera di sala, è partita alla volta di Monaco di Baviera per affrontare una nuova avventura lontana dalla Sardegna. Ad aspettarla e sostenerla nei suoi primi passi all’estero i suoi zii.
Sin dall’inizio è stata sicura e soddisfatta della decisione presa. «Ho scelto di partire perché quando lavoravo a Tortolì non mi sentivo professionalmente appagata, ma soprattutto perché sin da quando ero piccola avevo il desiderio di fare un’esperienza all’estero, di mettermi alla prova e conoscere anche culture differenti dalla mia».
Ci racconta di aver trovato quasi subito un’occupazione, in un ristorante italiano, dove ha lavorato per due anni. Unica falla nel piano: continuava a parlare troppo italiano e poco tedesco. Quindi, per imparare bene la lingua ha deciso di lavorare in un ristorante tedesco. «Per un lungo periodo ho lavorato e contemporaneamente seguito corsi di tedesco nella scuola SDI München. La lingua ovviamente è stata un ostacolo inizialmente, ma con tanto impegno sono riuscita a fare del tedesco la mia seconda lingua. Questo mi ha dato la possibilità di fare tanta esperienza cambiando anche diversi posti di lavoro, sempre nell’ambito della ristorazione».
Dopo quattro anni vissuti in Germania, Sara ha rifatto la valigia e insieme al suo compagno si è trasferita in Austria, a Vienna. La scelta di spostarsi in una delle più grandi e affascinanti città europee è dovuta principalmente a un motivo: «I costi degli affitti a Monaco erano diventati improponibili e noi in attesa del piccolo Leo non potevamo più permetterceli! Quindi abbiamo deciso di trasferirci in Austria e di metterci in proprio».
Con entusiasmo ci parla del suo trasferimento: «É stata una grande fortuna venire qui, il mio compagno e suo fratello hanno aperto un bar chiamato “Non Solo Caffè“. Vienna è suddivisa in 23 distretti, disposti a forma di spirale. I primi tre compongono il centro di Vienna, e il bar si trova proprio nel terzo distretto, nella Juchgasse».
«Davanti al bar si trova uno degli ospedali più importanti della città, il Rudolfstiftung, composto da numerosi padiglioni. Nel nostro locale abbiamo scelto di utilizzare esclusivamente prodotti italiani, freschi e di qualità. La sveglia suona presto la mattina e alle 7 serviamo la classica colazione italiana, ovvero un buon cappuccino e un bel cornetto caldo. Poi, quando verso mezzogiorno i nostri clienti arrivano affamati proponiamo il nostro business lunch menù, e qualche piatto di pasta classico. Ma “Non solo caffè” fino all’ora della chiusura offre anche la cena ai suoi clienti: antipasti dal gusto italiano, accompagnati da taglieri di affettati, qualche primo e ovviamente i dolci della casa!».
Ripensando a quando è partita dalla Sardegna, tira le somme. «Il mio successo più grande? Sicuramente quello di aver imparato la lingua tedesca! Un traguardo che qualche anno fa pensavo fosse impossibile da raggiungere ma che oggi con sacrificio e impegno ho tagliato e superato. Ma un’altra vittoria è stata quella di crescere e cavarmela solo con le mie forze, sia professionalmente che personalmente, conoscendo nuove realtà, tanto diverse da quella di partenza».
Un consiglio dettato dalla sua esperienza? «Mi sento di consigliare a tutti i giovani che non sono soddisfatti di ciò che fanno o che si sentono soddisfatti solo in parte, di partire e di lasciare la propria amata terra nonostante le paure e le difficoltà».

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