Prendete una location all’aperto, al fresco e con le stelle sopra alla testa. Aggiungete un argomento interessante, proposto da una persona competente e che sa arrivare con facilità ai cuori e alle menti del pubblico. Avete ottenuto con questa semplice operazione immaginaria le coordinate di una serata che si prospetta davvero eccezionale, organizzata dalla Biblioteca Comunale di Tortolì. Domenica 26 agosto, infatti, alle ore 21 nel cortile della biblioteca tortoliese, Giangiacomo Pisu ( noto esperto di storia e tradizione sarda) illustrerà ai presenti le proprie teorie sul simbolismo, sullo sciamanesimo e sulla religione cosmica nella Sardegna dei Nuraghi, attraverso una serie di proiezioni e in continuo scambio dialettico con i presenti. Vietato mancare per tutti coloro che sentono il sano desiderio di scoprire, capire, sapere.

Odorosa e sgradevole al tempo stesso, affascinante durante la fioritura e sorprendentemente resistente: è la Ruta d’Aleppo, nota nell’isola con i nomi sardi di Arruda, Orruda, Ruda, Alba di ruda, Kurma o Kuruma. Una pianta che incarna contrasti forti, tipica della macchia mediterranea e ormai comune in tutta la Sardegna, dall’Asinara ai campi incolti e ai bordi stradali.

Monte Barlao (Gonnesa) – foto A. Saba

La Ruta d’Aleppo è un vero concentrato di chimica naturale. I suoi oli essenziali, potenti e complessi, la rendono tossica se ingerita in alte dosi e capace di provocare reazioni fotoallergiche sulla pelle esposta al sole. Nonostante ciò, la pianta ha una storia antica: un tempo considerata quasi una panacea per tutti i mali, oggi è rispettata e temuta per le sue proprietà farmacologiche e irritanti.

Dal punto di vista botanico, l’Arruda ha una base legnosa irregolare e grigia, mentre il suo sviluppo erbaceo determina l’altezza e il portamento. Generalmente cresce fino a poche decine di centimetri, ma in condizioni ottimali può superare il metro, formando cespugli fitti e caratteristici.

Foto Forestas

La Ruta d’Aleppo si adatta facilmente a terreni aridi e a climi caldi, rendendola una presenza dominante e facilmente riconoscibile nei paesaggi mediterranei. La sua combinazione di bellezza floreale, resistenza e pericolosità la rende un simbolo della Sardegna più autentica: una natura capace di affascinare e di sorprendere, ma sempre da osservare con rispetto.