Eliconie eventi: freschezza, semplicità e atmosfera familiare al servizio della comunità tortoliese.

Sta per aprirsi per il panorama culturale e artistico tortoliese, un nuovo interessante capitolo targato “Eliconie Eventi”. La neonata Associazione culturale, fortemente voluta dalle tre giovani organizzatrici tortoliesi Elisabetta Usala, Michela Girardi e Monica Cabiddu, nel pomeriggio di sabato 17 marzo alle 19.30, aprirà per la prima volta le proprie porte ai visitatori presso la splendida torre arbataxina di San Miguel, gentilmente concessa dall’amministrazione comunale alle tre fondatrici, onorate di dare il buongiorno alla loro creazione in una location così suggestiva.

 “L’associazione Eliconie Eventi- spiega il presidente dell’associazione, Elisabetta Usala – prende il nome dalle nove muse greche deputate alla protezione delle arti. Tra le nostre priorità c’è quella di promuovere ed organizzare eventi culturali di varia natura all’interno del territorio tortoliese, per fare in modo che la città di Tortolì attinga dall’arte e dalla cultura, nuovi stimoli e nuove prospettive”.

Quattro le parole chiave dell’associazione: condivisione, divertimento, cultura e ambiente. “I soci di Eliconie- dichiara Michela Girardi – avranno l’occasione di divertirsi in modo sano in un ambiente fresco, vivace e sempre aperto alle idee delle altre realtà associative ogliastrine e di tutti i cittadini che avranno il piacere di dare il proprio contributo. L’interazione con le altre associazioni ci sta particolarmente a cuore. Credo che la cooperazione con realtà diverse dalla nostra non possa far altro che portare giovamento ai nostri progetti”.

Tra le priorità delle ragazze, una in particolare fa guadagnare loro un posto speciale nella categoria dei cittadini virtuosi, sfortunatamente sempre più rari. In un’epoca in cui le tematiche ambientali vengono molto spesso messe in secondo piano, le tre ragazze hanno deciso di dare il buon esempio, lavorando, per quanto possibile, nel pieno rispetto dell’ambiente. “Qualsiasi aspetto del lavoro all’interno dell’associazione -dichiara Monica Cabiddu – si svolgerà per quanto possibile nel pieno rispetto dell’ambiente, grazie all’utilizzo di materiali riciclati, ecologici e biologici. Perfino il logo, fucsia e nero, si colorerà di verde ogni qualvolta l’evento o la manifestazione prevederà una tematica ambientalista.”

L’associazione è solo agli inizi, ma a quanto pare le idee non mancano e le tre fondatrici non hanno intenzione di stare con le mani in mano. In occasione dell’inaugurazione, infatti, Eliconie eventi allestirà la mostra 39°56’12.17’’N – 9°42’23.29’’E, denominazione molto curiosa che rimanda alle coordinate esatte del luogo in cui sorge la maestosa struttura, all’interno della quale le creazioni di tre giovani artisti sardi potranno essere ammirate dai visitatori.

La torre di San Miguel infatti si riempirà di luci e colori grazie alle fotografie del sassarese Pietro Paschino, ai quadri del tortoliese Luca Cantarelli e alle installazioni di Donatella Ceria, un trio di artisti che il pubblico non potrà non apprezzare, vista l’originalità che li contraddistingue. Una partenza in grande stile.

Eliconie Eventi vuole contribuire attivamente affinché la Torre, recentemente restaurata, venga apprezzata e vissuta dalla cittadinanza. Per permettere a tutti di visitarla la mostra 39°56’12.17’’N – 9°42’23.29’’E, sarà aperta tutti i giorni dal 17 al 25 marzo, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 21.00.”

Nel ribadire l’appuntamento per sabato 17 marzo alle 19.30, auguriamo un buon inizio alla neonata Eliconie Eventi!

Quanti anni ha l’olivastro di Santa Maria Navarrese?

A pochi passi dalla chiesa della frazione marina di Baunei si trova un olivastro bellissimo. Sapete quanti anni ha?

Si tratta di un autentico monumento naturale che domina lo spazio con la stessa imponenza con cui attraversa il tempo. Questo straordinario albero, ritenuto da molti più che millenario e forse capace di superare i duemila anni, rappresenta uno dei più antichi e maestosi olivastri d’Europa e continua a raccontare storie di epoche distanti, vicende umane e tradizioni radicate nel territorio. Le sue caratteristiche colpiscono immediatamente: dieci metri di altezza, una circonferenza che raggiunge gli 8 metri e 40 centimetri misurati appena un metro e mezzo da terra e una struttura possente che cattura lo sguardo di chiunque passi accanto a questo gigante vegetale. Proprio tali dimensioni gli hanno garantito un posto d’onore tra gli alberi monumentali d’Italia, un riconoscimento ufficializzato nel gennaio 1994 quando la Regione Sardegna lo ha dichiarato Monumento naturale insieme agli altri olivastri che incorniciano la piazza ai piedi della chiesa. La sua presenza, però, non si limita a un semplice valore naturalistico: l’olivastro è un simbolo culturale e religioso, un elemento identitario per gli abitanti di Baunei. In passato i suoi frutti venivano utilizzati per produrre il prezioso olio santo, indispensabile per i riti sacri della comunità, e fino agli anni Cinquanta la sua ombra costituiva il centro nevralgico dei festeggiamenti dedicati all’Assunta, quando i macellai di Baunei posizionavano sotto le sue fronde il loro banco, mentre quelli di Lotzorai si sistemavano più distanti, rispettando antiche consuetudini condivise fra i due paesi. La storia dell’albero è segnata anche da momenti difficili, come il 10 febbraio 1968, giorno in cui un incendio doloso rischiò di distruggerlo. Nei pressi della fermata dell’autobus, vicino all’hotel Agugliastra, qualcuno si accorse che il tronco stava bruciando e l’allarme mobilitò immediatamente la comunità: decine di persone accorsero con secchi d’acqua riempiti alla fontana vicina e riuscirono a domare le fiamme prima che potessero compromettere irrimediabilmente questo gigante verde. Le cicatrici di quel rogo sono ancora visibili sul tronco, testimonianza di un passato difficile che non ha però compromesso la vitalità dell’albero. La scelta di far crescere olivastri nei pressi dei luoghi sacri appartiene a tradizioni antiche, quando gli alberi offrivano riparo ai fedeli e ai viaggiatori, e l’olivastro di Santa Maria Navarrese continua a incarnare questa unione profonda tra natura e spiritualità. Oggi questo albero non è soltanto un elemento del paesaggio costiero, ma una vera e propria memoria vivente della storia locale, un simbolo di resilienza che affonda le sue radici nella terra e nel passato delle generazioni che lo hanno custodito. Visitare l’olivastro millenario significa immergersi in una narrazione millenaria fatta di natura, cultura e tradizioni senza tempo, trovando in un solo sguardo il senso di continuità che lega il presente a un passato remoto.