Detti e modi di dire napoletani: “Fa ‘o farenell”, da dove proviene questa colorita espressione della lingua napoletana?

Quanti sono i detti e i modi di dire che nati nei secoli passati vengono abitualmente usati nel nostro attuale parlare? Tantissimi, eppure pochi conoscono l’origine di tante parole, che suonano divertenti, teatrali, “’O farenell” è una di queste. Scopriamo da cosa deriva.
Detti e modi di dire napoletani: “Fa ‘o farenell”, da dove proviene questa colorita espressione della lingua napoletana?
Quanti sono i detti e i modi di dire che nati nei secoli passati vengono abitualmente usati nel nostro attuale parlare? Tantissimi, eppure pochi conoscono l’origine di tante parole, che suonano divertenti, teatrali, “’O farenell” è una di queste. Scopriamo da cosa deriva.
A Napoli la lingua è colore e calore. Ma è anche teatro, soprattutto teatralità. Il napoletano è un idioma ricchissimo di sfumature di significati, denso di storie. C’è un modo di dire che è tra i più usati ancor oggi ed è: “ Fa ‘o farenella” o anche “fa ‘o Don Liccardo”. Ma chi è “Farenella” o “Fareniello” e a chi si attribuisce tale simpatico ed evocativo appellativo? Si denomina “Fareniello” una persona che eccede in alcuni comportamenti: nel fare moine, nell’essere un bellimbusto senza ritegno, un tombeur de femmes, colui che ha insomma un atteggiamento smorfioso e che con tale fare esercita lo svenevole vagheggio del corteggiatore galante. “’O farenell” appare infine ridicolo poiché si sforza di sembrare una persona simpatica e spiritosa, risultando però solo odiosa ed irritante. Il termine viene quindi usato, nella lingua napoletana per designare una persona che vuole dare un’immagine di sé che non corrisponde a quella reale.
Ma da dove trae origine questa parola? Partiamo innanzitutto col dire che il termine non proviene, come da molti erroneamente creduto, da quel Carlo Broschi, detto “Farinelli”, evirato cantore settecentesco che calcò a lungo le scene napoletane e romane. Il termine nasce in ambito teatrale: nelle compagnie di teatro c’era il personaggio che interpretava l’amatore, che doveva avere necessariamente un aspetto giovanile, per esigenze di copione.
Il comportamento da “Don Giovanni”, lo rendeva un amatore instancabile ed un collezionista di cuori femminili. L’attore poteva interpretare il personaggio finché era giovane e prestante, ma quando queste virtù iniziavano a mancare col passare degli anni, egli doveva nascondere ad ogni costo i segni dell’età. Così per lenire i danni del tempo era costretto a ricorrere più che alla costosa cipria, alla più economica e facilmente reperibile farina.
Così “infarinato” l’attore poteva mascherare l’eta’ e continuare ad interpretare l’amatore. Come detto in precedenza il termine Fareniello o Farinello, oggi è passato ad indicare una persona che vuole apparire ciò che non è. E’ colui che quando cammina crede di incedere tra la folla delirante, avanza a testa dritta ma con la coda dell’occhio controlla se qualcuno lo sta guardando, il fareniello vuole essere il centro e ha bisogno che gli altri gli facciano da corte. Se questi non gli danno importanza, egli si affloscia, si sgretola. All’inizio la prende con filosofia, credendo che si tratti di invidia. Ma subito dopo, i nervi saltano e poiché è innamorato solo di sé stesso, la sua personalità si frantuma ed è qui che vengono fuori tutte le maschere della sua superbia. Insomma, se qualcuno vi rimprovera di non fare “’o farenell”, sappiate che vi invita a non coprirvi di ridicolo.
(Foto fonte Napolinpillole)

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