Mario Merola, da scaricatore di porto a re della Sceneggiata. La storia del cantante che arrivò sino alla Casa Bianca
La vita di Mario Merola è quella movimentata di un ragazzino di famiglia modesta che inizia con i lavori più umili, per poi arrivare da rappresentante della canzone napoletana fino a Washington. Molte le vicende che hanno scandito la sua storia, tutta segnata dall’amore per il genere della scenegggiata, di cui è divenuto re indiscusso
Mario Merola è stato, insieme ad altri grandi nomi della cultura e della scena artistica partenopea, un simbolo della città di Napoli. Certo, forse meno conosciuto nel resto d’Italia e nel mondo, ma pur sempre una figura che ha segnato in maniera rilevante un certo tipo di scena culturale, negli anni Settanta e Ottanta soprattutto.
Merola ha dato lustro alla sceneggiata napoletana, tanto da esserne stato definito il re. Un genere secolare, quello della sceneggiata, che ha sempre avuto un ruolo di rilievo nella città partenopea, ma è stato anche e soprattutto un rappresentante e interprete della canzone napoletana. Mario Merola nacque a Napoli il 6 aprile 1934.
La sua carriera nel mondo della musica iniziò nel 1959, quando vinse un concorso per nuove voci nel capoluogo campano con il brano Senza guapparia. Per tutti gli anni Sessanta fu protagonista di un’attività lavorativa molto intensa, tra dischi realizzati, esibizioni dal vivo, matrimoni e feste di piazza. Partecipò da semi sconosciuto a un concerto negli Stati Uniti dell’amico Claudio Villa, il Reuccio.
Quindi per tutta la seconda metà del decennio fu uno dei maggiori protagonisti del Festival di Napoli. Gli anni di massimo splendore della sua carriera furono però i Settanta. Fu in questo periodo che ridiede vigore al genere della sceneggiata, portandolo dai teatri alla televisione, con film diventati un cult come, “Zappatore”, “Guapparia”, “Lacrime napulitane”.
Pellicole che, come la sua musica, raccontano un pezzo di Napoli e della sua cultura, della sua anima dannata e popolare, specchio e simbolo di un periodo storico fatto di poche luci e molte ombre. In quegli anni raggiunge una certa fama nazionale e internazionale. Per tutti gli anni Ottanta mantenne alto il suo successo, e nel decennio successivo partecipò per la prima volta a Sanremo nella Squadra Italia. Mario sposò dopo 13 anni di fidanzamento Rosa Serrapaglia.
Dal loro matrimonio sono nati i figli Michele Roberto, Loredana e Francesco. Sia Michele, Roberto che Francesco hanno seguito le orme del padre, dedicandosi alla musica. Non tutti sanno che da giovane Mario fu calciatore nelle giovanili del Napoli e poi nel Pro Carmelo e nel Portugal, calcando anche i campi di serie C e che da ragazzino ha lavorato come scaricatore di porto. Ne ha poi fatta di strada, tanto da essere invitato, nel 1977, insieme a Luciano Pavarotti a un ricevimento alla Casa Bianca di Washington, alla presenza del presidente Gerald Ford, chiamato a rappresentare la Canzone classica napoletana.
Merola venne ricoverato nel 2006 all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia dopo aver mangiato delle cozze crude e morì pochi giorni dopo per un arresto cardiocircolatorio in ospedale. I funerali vennero svolti due giorni dopo nella Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore di Napoli, la stessa chiesa in cui si era sposato e in cui era stato celebrato il funerale di un altro grande partenopeo, Totò. La sua tomba si trova al Cimitero Monumentale di Napoli, in una cappella privata accanto ai genitori di Gigi D’Alessio, che aveva sempre considerato Mario come una sorta di secondo padre.
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