Piazza del Mercato: rivolte, condanne capitali, feste e tradizioni. La storia di un luogo ricco di storia
Non sono tanti i luoghi che racchiudono così tanta storia, come è invece nel caso di piazza Mercato. Luogo di rivolte, di esecuzioni, luogo sacro ricco di chiese importanti. Un suolo che ha visto scorrere sangue, ma che è anche palcoscenico di una delle feste religiose più spettacolari, quella della Madonna del Carmine
Una delle piazze più simboliche di Napoli è piazza del Mercato. Quanta storia è stata scritta su quel suolo. La piazza fu inserita nelle mura della città dagli Angioini nel XIII secolo e divenne presto l’area del mercato e delle piccole botteghe di artigiani. In epoca angioina la piazza era sede anche delle pene capitali, infatti qui venne decapitato Corradino di Svevia, nel posto dove si trova adesso la fontana e in epoca moderna, nel 1799, le due repubblicane Luigia Sanfelice e Eleonora Pimentel Fonseca colpevoli di avere aderito alla repubblica napoletana filofrancese.
Anticamente i condannati a morte venivano rinchiusi a Castel dell’Ovo e da lì uscivano solo per andare al patibolo che veniva allestito molto lontano rispetto al Castello e cioè in Piazza Mercato, dove c’era la folla della gente che frequentava il mercato. Tra gli eventi più significativi accaduti in questa piazza c’è la rivolta di Masaniello, che qui ebbe origine. Masaniello era nato proprio in uno dei vicoli adiacenti alla piazza. Una caratteristica di questo luogo è la sua forma irregolare ed incastonata tra quattro chiese: la chiesa di S. Eligio, la chiesa del Carmine, quella del Croce al Purgatorio infine quella di S. Giovanni.
Pare che la chiesa di Sant’Eligio sia stata la prima chiesa fatta costruire dagli Angioini a Napoli. Di particolare interesse è sicuramente l’orologio a doppio quadrante situato nell’arco a due piani. ll Santuario della Basilica del Carmine Maggiore si può annoverare tra le basiliche più grandi di Napoli. Quella del Carmine è uno dei più particolari esempi di barocco napoletano in città: costruita in epoca angioina con stile gotico, trasformata in barocco nel ‘700. Sotto all’atrio della chiesa furono sepolti alcuni tra i più celebri caduti della Rivoluzione Napoletana del 1799, ad esempio Mario Pagano, Eleonora Pimentel Fonseca e la Sanfelice.
Di particolare interesse: la statua in legno della Madonna del Carmine incastonata nel soffitto, opera di Mario Corajola nel 1955. E poi, la statua in onore di Corradino di Svevia. Un aneddoto importante che riguarda la chiesa è quello del miracolo del Crocifisso: si crede che il 17 ottobre del 1439 il crocefisso abbia abbassato la testa per evitare il colpo di una palla di cannone, durante l’assedio degli Aragonesi. Oggi la palla è custodita in una delle sale della Basilica. In piazza del Mercato si respirano storia e tradizione! Ogni 15 luglio, vigilia del giorno dedicato alla Madonna del Carmine, c’è l’incendio del campanile della chiesa del Carmine. Un appuntamento fisso del napoletano e dei tanti turisti che arrivano in città.
Come sia nata questa tradizione è sconosciuta, ma esisteva già ai tempi di Masaniello. Infatti, c’era l’usanza di fingere l’assalto ad un fortino in legno, costruito nella piazza. Proprio durante la preparazione di questo evento, Masaniello iniziò la sua rivolta. Dunque, la zona del Mercato può essere considerata fulcro della cultura napoletana. Qui è bello immergersi nella tradizione, passeggiare tra i vicoli ed esplorare i borghi degli antichi mestieri, come ad esempio il borgo degli Orefici.
Inoltre, negli ultimi anni la zona è diventata un quartiere musulmano ed è un bellissimo esempio di integrazione. In quest’area sorge una moschea e vi sono parecchie botteghe arabe.
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