Palazzo Cammarota e Leopardi. A spasso nei Quartieri Spagnoli, scopriamo dove visse il poeta
I quartieri Spagnoli sono ricchissimi di storia e tra i vicoli che dal corso Vittorio Emanuele degradano regolari verso via Toledo, si nascondono, incastrati tra palazzi malandati e popolari, delle vere e proprie miniere di storia e architettura. Uno di questi è palazzo Cammarota. Leopardi ne apprezzò la veduta che da esso si godeva.
Passeggiando per le strade dei Quartieri Spagnoli, ci si imbatte spesso in palazzi molto belli, pieni di quell’austero fascino che la loro lunga storia gli conferisce. A via Santa Maria Ognibene si erge il palazzo Cammarota, stretto nel vicolo un po’ angusto e che è possibile ammirare in maniera più agevole dalle scale di San Pasquale al Corso Vittorio Emanuele.
In questa nobile dimora soggiornò dal dicembre 1833 al maggio 1835 il poeta recanatese Giacomo Leopardi. Lo scrittore, che per via della sua profonda amicizia con lo scrittore e studioso Antonio Ranieri, aveva intrecciato un legame particolare con la città di Napoli nella quale trascorse gli ultimi quattro anni della sua vita, morendovi il 14 giugno 1837.
La primissima impressione generale del poeta su Napoli fu favorevole, infatti così scrisse al padre solo tre giorni dopo il suo arrivo, il 5 ottobre 1833:“…La dolcezza del clima, la bellezza della città e l’indole amabile e benevola degli abitanti mi riescono assai piacevoli”. Leopardi soggiornò in vari luoghi: la primissima casa del poeta si trova poco sopra via Toledo, ai Quartieri Spagnoli, in via Speranzella numero 22 a pochi passi da Palazzo Reale.
La casa si trova alle spalle della Funicolare Centrale e affaccia sul loggiato di Palazzo Berio, il palazzo con la testa di cervo nel cortile che è a via Toledo. La seconda casa napoletana dove abitarono Leopardi e Ranieri si trovava sopra i gradini a sinistra della Funicolare Centrale, ma anche in questa abitazione i due amici rimangono solo pochi mesi, fino al trasloco a Palazzo Cammarota che lo stesso Ranieri definì la casa con “le più vaste e belle stanze ch’io vedessi al mondo, le quali a poca distanza da Toledo, dominavano tutto il Golfo”.
Sulla facciata del Palazzo troviamo anche una targa che ricorda a tutti che in quel luogo dimorò Giacomo Leopardi.
Inoltre c’è un’iscrizione in marmo che si nota appena superato l’ingresso che racconta la presenza, in ben due abitazioni dello stesso palazzo, del poeta marchigiano. I due amici in questo edificio hanno abitato in due appartamenti: dal 10 dicembre 1833 al 4 maggio 1834 al secondo piano e dal 4 maggio 1834 al 4 maggio 1835 al primo piano nobile, nella stessa verticale, quella di sinistra salendo la scala principale. Al secondo piano è visibile il panorama che affascinò il Poeta che ne parla in una lettera al padre il 5 aprile 1834: “…io sono passato a godere la migliore aria di Napoli abitando in un’altura a vista di tutto il golfo di Portici e del Vesuvio, del quale contemplo ogni giorno il fumo ed ogni notte la lava ardente”.
Oggi da quel palazzo si vede lo stesso panorama, peccato solo per il grattacielo del Jolly Hotel che spezza l’armonia del paesaggio.
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