Quando Totò regalò soldi a Sophia Loren: i primi anni dell’attrice a Pozzuoli, tra povertà e fame
Sophia Loren è nata a Roma, ma solo per caso, perché poi ha trascorso tutta l'infanzia e l'adolescenza a Pozzuoli, terra a cui è rimasta legata in maniera viscerale e a cui torna appena può. Ricordi e aneddoti di una vita iniziata sotto la minaccia della guerra e la povertà più dura, con un lieto fine
Pozzuoli, terra del mito. Un luogo che ha visto crescere sul suo suolo un’attrice anch’essa diventata un mito: Sophia Loren. Come tutti ormai sanno, l’attrice nasce a Roma il 20 settembre 1934, ma fu solo per caso, un errore anagrafico potremmo dire.
Il padre all’epoca riconobbe la paternità della bambina, ma non volle mai sposare la madre, napoletana, che quindi decise di tornare, con la piccola Sofia, a Pozzuoli nella casa di famiglia. La piccola Sofia cresce tra le strade della cittadina flegrea, trascorrendovi l’infanzia e i primi anni dell’adolescenza. Erano gli anni della seconda guerra mondiale, la ragazza vive in condizioni economiche difficili.
La casa dei nonni materni era al numero 5 di Via Solfatara, adiacente all’Anfiteatro Flavio. Sofia passa questi anni cercando di sopravvivere ai bombardamenti della guerra e cercando qualcosa da mangiare. Anni duri, che però non hanno scalfito il rapporto unico e speciale che l’attrice ha sempre conservato con Pozzuoli, città nella quale ritorna spesso.
Quando ci riesce ne approfitta per portare i nipoti nella casa dove è cresciuta. Durante una visita nel 2001 la Loren disse queste bellissime parole: “Nella casa della nonna a Pozzuoli, c’era un’immagine della Madonna alla quale noi bambine attribuivamo poteri miracolosi, specialmente durante i bombardamenti aerei, e fu una tragedia per me quando una fiamma di un lumino votivo la bruciacchiò. La vita mi ha portato lontana dalle mie radici, ma il mio cuore resta lì in quelle terre , in via Solfatara dove trascorrevo le mie giornate, tra i profumi e gli aromi della povertà. Lì il canto di mammà e il calore della stufa mi facevano compagnia e, quando c’erano i soldi, il ragù borbottava nella pentola.” Non è un caso che tra i suoi primi film c’è “L’oro di Napoli”, un successo per la Loren.
Sophia interpreta Sofia, una pizzaiola napoletana sopra le righe, nell’episodio “Pizze a credito”. Come per tanti altri miti e personaggi simbolo, anche Sophia Loren ha il suo murales all’angolo opposto a vico Fico del Purgatorio, nei quartieri Soagnoli. L’opera di Maker Garcia Chiavez vuole celebrare l’eterna bellezza della diva del cinema, ma anche la sua napoletanità di cui si è fatta promotrice in Italia e nel mondo. Lei, ambasciatrice di Napoli nel mondo, ha spesso affermato: “Non sono italiana, sono napoletana. È un’altra cosa”.
La figura di “donna Sofia” ormai fa da cornice a tutte queste figure simbolo della tradizione partenopea. Perché, negli anni, con tutte queste è riuscita ad incrociarsi. Con Eduardo per la parte di Filomena Marturano e con Totò di cui racconta: “Totò mi piaceva proprio perché era napoletano. E per la sua immensa generosità. – dichiarò l’attrice in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno – Lo incontrai in un teatro a Roma, ai primi tempi della mia carriera. Mi vide e sùbito mi disse ‘‘Te staje murenno ‘e famme, piccere’?”. Io risposi ‘‘proprio morire no… però qualcosa la mangerei volentieri”.
Lui chiamò il cameriere, fece arrivare qualcosa dal bar e mi regalò pure 100 mila lire, per me a quei tempi un patrimonio, che portai felicissima a mammà. Sembrava una scena di ‘‘Miseria e nobiltà”, che in effetti girammo di lì a poco».
Nel 2016, l’allora sindaco di Napoli De Magistris consegnò a Sophia Loren la cittadinanza onoraria, in quanto “autentico e assoluto patrimonio di Napoli e dell’intero nostro Paese”.
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