Il Paradisiello, quegli scalini che conducono all’altra Napoli, tra agrumeti e scorci di un panorama silenzioso
Napoli è una città grande, bellissima, diversa al suo interno, tra zone trafficate, strade eleganti, quartieri popolari, la via che dà sul mare. C’è un piccolissimo pezzo di città che ha un nome tanto evocativo: il Paradisiello. Una viuzza percorsa da scale. L’invito è a salirle per scoprire che Napoli, non smette mai di stupire
Ci sono zone di Napoli che non ti aspetti, pezzetti di città che ti lasciano lo stupore in bocca per quanto l’aria che si respira sia diversa, immersa in un tempo più antico, in un’atmosfera differente. È quello che capita se lasciando il ritmo frenetico di via Foria, all’altezza dell’Orto Botanico, ci si inizia ad inerpicare verso via Veterinaria, salendo ancora più su e svoltando in un vicoletto percorso da una lunga rampa di scale.
È vico Paradisiello, quasi una porta verso una dimensione altra, dove quiete, spazi verdi e boschivi, piccole case sembrano annunciare l’arrivo in una città diversa. Il vicoletto è stretto quanto la cruna di un ago, percorso da 150 scale che invitano a curiosare, e man mano che si sale la città si allontana e la si guarda dall’alto, dagli incantevoli scorci panoramici che si aprono tra una casa e l’altra.
Ecco laggiù il Vesuvio con il monte Somma accarezzare il golfo e tutta la città ai suoi piedi. Il Centro Direzionale è visibile in tutta la sua estensione, così Capodimonte con il suo bosco, l’ex Albergo dei Poveri, tutta l’urbanizzazione spinta che ha divorato ogni cosa e che non ha tuttavia tolto fascino a questa città, soprattutto vista da qui. Salendo su per questi gradini antichi, il tempo rallenta inevitabilmente; si nota l’ingresso di quella che un tempo era una nobiliare villa settecentesca, con tanto di stemma del casato affrescato sotto la volta.
È ritratta una torre, da cui Villa Torre appunto. Che ci fa una villa nobiliare settecentesca qui?nulla di più facile da intuire: I nobili che nel ‘700 risiedevano nel centro urbano di Napoli, per sfuggire al frastuono di carrozze, calessi e all’arsura della stagione estiva, ben pensavano di trasferirsi in luoghi collinari ameni per poter respirare aria salubre e fresca.
E così tra la Sanità, la collina di Materdei, di S. Potito e di Caponapoli, sceglievano anche il “Paravisiello” per trascorrervi la “villeggiatura”. Una lussureggiante vegetazione, limoneti e scorci panoramici caratterizzavano e caratterizzano ancora oggi questo luogo. Continuando a salire, ci troviamo ad un bivio dove si erge una piccola cappella fondata dall’Arciconfraternita per consentire agli abitanti del luogo di poter portare un fiore alla Madonnina.
Sulla sinistra, ci si può inerpicare lungo una stradina tipicamente agreste. Da questa angolazione, si può scorgere la parte retrostante della cupola e dell’antico campanile della Chiesa di S. Maria degli Angeli alle Croci. Oltre il muro di cinta, un lussureggiante limoneto. Riscendendo, ancora ville, villini e giardini nascosti costeggiano la stradina. In cima alla strada in salita, pare non ci sia più nulla, ma ecco che sbuca un’altra antica villa con un tratto di una antica pavimentazione a scacchiera in marmo e piperno, testimonianza di una antica corte con patio e giardino.
Qualcuno dice che siano proprio queste scale ad aver preservato la natura di questo luogo, impedendo l’urbanizzazione e la speculazione edilizia. Un luogo che si è salvato, restando distante dalla città e fedele alla propria natura, di area agreste e pacifica. Un posto che promette riparo a chi vuole fuggire, oggi, come un tempo, dal frastuono insensato della metropoli laggiù.
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