Il miracolo di San Gennaro e il sangue che non si scioglie. Cosa è avvenuto le volte che il prodigio non si è avverato

Grande festa per il sangue sciolto di San Gennaro. Ieri “faccia gialla” ha fatto il suo dovere e il miracolo si è compiuto. Ma non è andata sempre così. Per i napoletani, il sangue che non si liquefa è cattivissimo segno, vediamo cosa è accaduto nella storia quando ciò è successo
Si tira sempre un sospiro di sollievo quando il sangue del Santo Patrono di Napoli, San Gennaro, si scioglie e pure i non credenti, in cuor loro, si sentono un po’ rassicurati, ché in fondo non si può mai sapere…
E così è stato anche per questa volta; ieri il prodigio della liquefazione è avvenuto puntuale e nel Duomo gremito di fedeli, giubilo e contentezza. Napoli anche stavolta è al riparo da grandi sventure. Bene, ma cosa è accaduto nella storia più antica e recente le volte che nell’ampolla il sangue del Santo è rimasto solido, hai voglia a muoverle a destra e sinistra?
La mancata liquefazione da sempre provoca ondate di stupore e angoscia tra i religiosi e i fedeli presenti alla cerimonia e non solo, ma, come dicevamo, preoccupa un po’ tutti, ammettiamolo. La superstizione è un tratto piuttosto diffuso e trasversale nella popolazione!
Innanzitutto, quando il “miracolo” non avviene, è usanza lasciare la teca con le ampolle in esposizione per tutta la giornata designata, nella speranza che la liquefazione possa avvenire nel pomeriggio. Nella storia è il miracolo di dicembre, il cosiddetto “miracolo laico”, perché non viene gestito dalla Chiesa, ma dalla Deputazione di San Gennaro presieduta dal sindaco di Napoli, quello che più spesso ha fatto i “capricci”. Ricordiamolo: il 16 dicembre è l’ultima delle tre date del miracolo, le altre due sono il 19 settembre e il l sabato che precede la prima domenica di maggio. Quest’ultima data è stata scelta per ricordare lo scampato pericolo della città di Napoli dalla terribile eruzione del Vesuvio nel 1631.
In quell’occasione i cittadini si rivolsero a San Gennaro, portando in processione le ampolle del sangue del patrono al ponte dei Granili, oggi ponte della Maddalena. Secondo i racconti dell’epoca, il sangue si sciolse e la lava arrestò la sua corsa, risparmiando così il centro città. Secondo la credenza popolare napoletana, il mancato miracolo di san Gennaro è considerato presagio di eventi negativi. Se si guarda al passato, il sangue del santo non si è sciolto nel 1939 e 1940, anni dello scoppio del Secondo Conflitto Mondiale e dell’entrata in guerra dell’Italia. Più di recente, il miracolo non è avvenuto nel settembre del 1973, periodo in cui si è diffusa l’epidemia del colera a Napoli e poi nel 1980, anno del violento terremoto in Irpinia.
E ancora, nel dicembre del 2016, il sangue restò solido e pochi mesi più tardi si verificarono i devastanti incendi sul Vesuvio e il terremoto di Ischia, che provocò 2 morti e 42 feriti.
Il 16 dicembre 2020, anno funestato dalla pandemia di Coronavirus, il prodigio della liquefazione non avvenne e quello fu ovviamente presagio, per i napoletani, di altre sventure. Andando ancora più dietro nel tempo le cronache riferiscono di sangue non liquefatto anche in occasione di altri assedi, guerre, eruzioni, terremoti.
È per questo che tutti, o quasi, stanno col fiato sospeso finché il sangue di San Gennaro non si liquefa. Ieri ci è andata bene, tra un po’ inizia il conto alla rovescia per la giornata più ostica, quella di dicembre. Per ora godiamoci questa però.

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