Austin ‘o pazz e le “Quattro nottate di Napoli”. La storia incredibile del “Masaniello” degli anni ‘70

Un personaggio che ha lasciato un’impronta nella memoria collettiva dei napoletani, tanto che ancora oggi si dice: “Me par Austin ‘o pazz!” Ma chi era questo pazzo? E perché si trovò al centro di vicende anche drammatiche della storia della città? ripercorriamo questa storia curiosa e incredibile
Napoli, anni ’70, Antonio Mellino, in arte “Austin ‘o pazz” diviene celebre per le rocambolesche vicende di cui è protagonista e sale agli onori della cronaca locale, occupando stabilmente le prime pagine dei giornali. Molti napoletani avranno sentito un’espressione che si usa quando si vede qualcuno correre in moto o in macchina: Me pare Austino ‘o pazzo. Ma chi è quest’uomo e perché “’o pazz”? Mellino era all’epoca un ottimo pilota, abile motociclista, capace di sfuggire alla polizia rombando sulla moto a velocità sostenuta tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli.
Mellino, un giorno di settembre del 1970, mentre era con alcuni amici in piazza del Gesù Nuovo, fu acciuffato dalle forze dell’ordine; in quel momento era senza la sua leggendaria Gilera. Il soprannome “Agostino ‘o pazzo”, gli deriva dalla passione che il giovane nutriva per Giacomo Agostini, motociclista 15 volte campione del mondo. Per ribellarsi ai continui sequestri di moto truccate, Mellino dà spettacolo: sfida apertamente i poliziotti con esibizioni acrobatiche, ruba loro i berretti e le palette, sfugge miracolosamente a ogni arresto programmato. All’epoca, insomma, poco più che diciottenne, fece delle strade di Napoli una pista di gran premio in sella alla sua Gilera 125 leggermente truccata.
Immaginate lo spettacolo che spesso si vedeva nei vicoli, con la polizia che dava la caccia a quel centauro dai lunghi capelli che sgommava ad ogni curva e aggirava i posti di blocco, salendo con la sua moto le scale del centro antico! Un pazzo…. Dal 23 al 26 agosto del ’70, in quelle che sono state soprannominate le “Quattro Nottate di Napoli”, tre o quattromila persone scesero in tarda sera tra piazza Municipio, piazza Trieste e Trento, via Toledo e piazza Carità in attesa di assistere alle evoluzioni del centauro.
I ragazzini si arrampicarono come scimmie sui pali della luce per avvertire la folla del suo arrivo. Austino ‘o pazzo non giunse mai in strada, poiché rintanato in casa, mentre per le vie c’erano più di settecento poliziotti e carabinieri in divisa antisommossa con manganelli, caschi e scudi. Ne nacque uno scontro tra la gente del quartiere e le forze dell’ordine che scaricavano sassi, bottiglie e lacrimogeni contro. Il bilancio fu di 56 feriti, 59 arrestati e 232 fermati, rigorosamente salutati dalla gente con uno sventolio di fazzoletti.
Tutto questo nacque da una protesta del popolo contro la polizia che per fermare il fenomeno degli scippi e dei reati contro il patrimonio napoletano, aveva escogitato un piano contro i ciclomotori, che in meno di un mese furono sequestrati in circa cinquecento. Fu così che Agostino vestì i panni di un moderno Masaniello e si fece rappresentante della protesta popolare in sella alla sua moto truccata. Le forze dell’ordine riuscirono a scoprirne l’identità nel giovane Antonio Mellino, arrestandolo poco dopo.
Ma oltre ai guai con la giustizia, quella celebrità gli portò anche un discreto successo, infatti fu ingaggiato per il film “Un posto ideale per uccidere” con Ornella Muti ed Irene Papas e ottenne alcuni ingaggi come stuntman. Questa però è ormai acqua passata e cronaca storica, oggi Antonio Mellino abita in piazza dei Girolamini, nel cuore di Via Tribunali, nel palazzo in cui visse Giambattista Vico, fa l’antiquario, mestiere ereditato dal padre, in una bella bottega ricca di cose curiose e particolari e se gli chiedete del giovane Austin molte volte fa finta di non sentire.

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