Lo sapevate? Il cognome Esposito, diffusissimo a Napoli, deriva dalla Ruota degli Esposti

Nessuno ha bisogno di chiedersi da dove provenga una persona che porti il cognome Esposito. A Napoli è molto diffuso, eppure in quanti sanno da dove deriva? Ecco raccontata la storia antica e dolorosa della Ruota degli Esposti, quella da cui proviene questo noto cognome.
Lo sapevate? Il cognome Esposito, diffusissimo a Napoli, deriva dalla Ruota degli Esposti.
Nessuno ha bisogno di chiedersi da dove provenga una persona che porti il cognome Esposito. A Napoli è molto diffuso, eppure in quanti sanno da dove deriva? Ecco raccontata la storia antica e dolorosa della Ruota degli Esposti, quella da cui proviene questo noto cognome.
Quante persone conosciamo che portano quel cognome tanto famoso che è Esposito? Vi siete mai chiesti perché sia così comune a Napoli? Forse in tanti già conoscono la storia della Ruota degli Esposti, una storia intessuta di vicende drammatiche, dolorose e che parlano di indigenza e miseria profonde.
Sì, perché mai nulla indurrebbe una madre ad abbandonare un figlio o una figlia, se non l’estrema impossibilità a sfamarlo. Ma andiamo con ordine e partiamo dalla bellissima basilica che ospita questa tristemente famosa ruota: la basilica dell’Annunziata, che sorge nella omonima via, nel cuore di Napoli, a due passi da Forcella. La Santissima Annunziata Maggiore non è solo una chiesa, ma un vasto complesso monumentale che risale al ‘300 e che in origine comprendeva anche un ospedale, un convento, un ospizio per trovatelli e un conservatorio per le ragazze povere e senza famiglia.
Dunque, come si può capire, un luogo che sin dalla sua nascita ha una vocazione assistenziale. L’iniziativa fu promossa dalla regina Sancha, moglie di Roberto D’Angiò, e poi sostenuta finanziariamente dalle famiglie nobili della città e fu mantenuta in vita per lungo tempo, fino alla metà del secolo scorso. Ora veniamo a ciò che rende famoso questo posto, la Ruota degli Esposti. A sinistra dell’arco cinquecentesco d’ingresso, è ancora visibile il foro attraverso cui venivano introdotti i neonati che le madri abbandonavano, non solo per povertà, anche nel caso fossero illegittimi. Come già raccontato, dalla parola e dalla condizione di “esposti” sia stato attribuito il cognome di Esposito.
L’utilizzo della ruota era purtroppo una pratica ricorrente, date le drammatiche condizioni in cui versava la capitale partenopea nei secoli tra ‘500 e ‘800. Esistono infatti registri nei quali venivano annotati giorno e ora d’ingresso, età del piccolo e eventuali segni distintivi: abiti, biglietti o piccole doti con le quali in qualche raro caso, il neonato era stato consegnato. A volte si trattava di una moneta o di un cartiglio, grazie ai quali chi lo lasciava pensava di poterlo riconoscere e riprendere con sé in tempi di miglior fortuna, ma più di frequente i neonati arrivavano solo con gli stracci che servivano a ricoprirli. La storia della Ruota degli Esposti incontra la parola fine nel 1875, anche se per diversi anni a seguire i bambini e le bambine continuarono a essere esposti, nottetempo, sui gradini della chiesa.
Dopo anni di incuria e abbandono, la Ruota è stata recentemente restaurata.

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