Ammirare l’antica colonia greca di Cuma? Oggi si può, grazie a una ricostruzione 3D

Ecco il link per scoprire come era il centro greco più importante del Sud Italia grazie alla ricostruzione di Marco Mellace
Marco Mellace è un professore di sostegno con la passione per la storia antica e le ricostruzioni in 3D. Ha un canale Youtube molto seguito dove poter dare uno sguardo ai suoi lavori. Dopo quello sulla Sirena Partenope, continua il viaggio nella Napoli Greca con la ricostruzione di Cuma, che così riprende vita. Un viaggio affascinante tra templi e strade che furono.
La storia antica riveste sempre maggiore fascino agli occhi dei contemporanei. È lì dove si pongono le nostre radici, lì dove rintracciare i segni, più o meno visibili, della nostra attuale identità culturale. Cuma, cittadina poco distante da Pozzuoli, è uno di quei luoghi dove si avverte tutta la potenza di una storia millenaria.
È la più antica colonia greca d’Occidente, successiva solo all’occupazione dell’isola di Ischia, Phitecusa. Strettamente legata al mito della Sibilla Cumana, Cuma fu un centro ricco e di grande prestigio nel mondo antico: da qui la cultura greca si diffuse lungo tutta la penisola italiana portando l’alfabeto calcidese assimilato dagli Etruschi e dai Latini. Cuma (Kýmē in greco) è la colonia greca non solo più antica ma anche la più lontana dalla madrepatria. Si stima che la data della sua fondazione risalga al 740 a.C. per mano di coloni provenienti dalla Calcide. In poco tempo il centro si espanse nei territori vicini imponendo il suo predominio su quasi tutto il litorale campano e influenzando anche culturalmente i popoli vicini. La fortuna di Cuma, tuttavia non durò a lungo: nel 421 a.C. fu conquistata dai Campani fino all’arrivo di Roma, di cui Cuma fu da sempre fedele alleata. Divenne Municipio romano nel 215 a.C. e fu una delle roccaforti di Ottaviano durante la guerra civile. Riuscì a sopravvivere alle invasioni barbariche e cadde poi sotto il potere dei Bizantini nel 558 d.C.
Le scorrerie dei Saraceni le diedero il colpo di grazia e il centro venne man mano abbandonato. Oggi, visitando il Parco Archeologico, è possibile ammirare i resti della grande città greca: il Tempio di Giove, la Cripta romana, l’Edificio Termale, l’Anfiteatro e il famoso Antro della Sibilla Cumana. Esiste però anche un altro modo per avvicinarsi alla grande storia di questa città, grazie al preziosissimo lavoro di Marco Mellace, un professore di scuola superiore noto come “flipped prof”, che è il nome del suo canale youtube, all’interno del quale pubblica i suoi lavori didattici e le sue ricostruzioni 3d. Appassionato di storia antica, ha lavorato a numerose ricostruzioni, per le quali l’invito è di dare un occhio al suo canale.
Dopo quello sulla Sirena Partenope, il suo ultimo lavoro è sulla ricostruzione di Cuma. “Poco si sa della Cuma greca – spiega il professor Mellace – ma tanto fu importante la città per la Campania, per Napoli e per la Magna Grecia in generale, in quanto fu la prima vera città della Magna Grecia se escludiamo i primi insediamenti di Pithecusa, l’odierna Ischia. Nella ricostruzione – spiega Mellace – è possibile farsi un’idea dell’acropoli e del tempio di Giove, del tempio di Diana, famoso per il solstizio d’estate di giugno, nel quale si poteva vedere la luna piena tra le colonne dell’edificio.
Nella ricostruzione è possibile vedere anche il tempio di Apollo immancabile in un luogo come Cuma, nel quale la Sibilla emetteva i suoi verdetti. A completare l’opera, oltre a tutta la città ricostruita partendo dai tracciati certi, l’antro della Sibilla.
Qui il link per vedere la ricostruzione
https://www.youtube.com/watch?v=ub4m5BXEMqo
Cuma oggi e al tempo degli antichi greci
https://www.youtube.com/watch?v=E6lBki9cgh4

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