La Venere degli stracci continua a far discutere: ecco le clamorose novità

Se si voleva farne un’efficace pubblicità, non ci poteva essere metodo migliore. Dal giorno del rogo, lo scorso 12 luglio, ne parla tutta Italia e oltre. La Venere degli stracci, è un’opera che ha fatto parlare di sé da subito, spaccando in due i cittadini di Napoli. Il sindaco, che ha fortemente voluto questa scultura, non si arrende. Lanciato il crowfunding per la ricostruzione, divampano le polemiche. È una calda estate.
Prima l’installazione, il 28 giugno, con tanto di inaugurazione in pompa magna, alla presenza delle autorità cittadine, visibilmente orgogliose dell’operazione culturale effettuata “per la città, poi le polemiche, numerose, sui social: Venere sì, Venere no. È brutta, è bellissima: i napoletani si spaccano sul giudizio della scultura di Michelangelo Pistoletto e arrivano addirittura post che inneggiano al rogo. Scritto, fatto. La notte del 12 luglio, La Venere degli Stracci, viene distrutta dalle fiamme.
Dapprima si pensa a un clochard; Piazza Municipio, dove era installata l’opera, di notte come ogni grande piazza della città, si popola di persone senza tetto che cercano riparo e rifugio dove possibile. Poi, la rivelazione: si tratta di un giovane uomo della Napoli bene, altro che clochard. È Simone Isaia, un trentaduenne senza fissa dimora, individuato dalla polizia grazie alle telecamere installate sul luogo, accusato di incendio e distruzione di beni culturali. Dopo lo sconforto e lo sdegno di tanti, in primis il Sindaco Gaetano Manfredi e l’artista, la promessa: ricostruiremo la scultura.
Per fare questo, il comune di Napoli ha avviato una raccolta fondi per ripristinare l’installazione in Piazza del Municipio. Questo è quanto afferma in proposito il sindaco della città, Gaetano Manfredi: “l’incendio, che è stato un momento doloroso, deve essere visto come un momento di crescita, di dibattito e di discussione”.L’obiettivo della raccolta fondi è di raggiungere la quota di 200 mila euro. La “prima” Venere costò 168 mila euro. La somma è sicuramente cospicua e lascia i cittadini napoletani dubbiosi, in non pochi casi anche molto polemici, in quanto vorrebbero investire la suddetta cifra nel restauro di beni culturali locali o sull’impianto stradale. Il dibattito è acceso. Insomma, la monumentale opera continua a far parlare di sé, in molti hanno anche polemizzato su come abbia potuto prendere fuoco nonostante i materiali ignifughi utilizzati per realizzarla. Pronta la risposta del Sindaco: “Ignifugo non vuol dire che non prenda fuoco, ma che ci sono trattamenti volti a ritardare la fiamma, la lavorazione doveva rispettare la natura dell’opera, conservando una certa morbidezza dei tessuti”.
La ricostruzione sarà portata avanti dall’ Altra Napoli, associazione fondata nel 2005 da un gruppo di amici uniti dalla voglia di rilanciare la propria città, che avrà anche il compito di riunire gli altri soggetti interessati a contribuire alla ricostruzione della scultura. I tempi stimati per il ripristino sono di circa due mesi e mezzo a partire dalla quota raggiunta e potrebbero iniziare già a settembre. L’artista Pistoletto è entusiasta del progetto e del coinvolgimento di più forze per la nuova realizzazione, i cittadini, tanti, un po’ meno. È giusto spendere tutti questi soldi così, con le tantissime emergenze che vive la città? Questa la (legittima) domanda che in tanti si pongono.

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