Lo sapevate? Il battistero del Duomo di Napoli è uno dei più antichi d’Europa

Il battistero di San Giovanni in Fonte è un battistero paleocristiano di Napoli. È situato a destra dell'abside della cattedrale più antica, la basilica di Santa Restituta, anch'essa oggi collegata come cappella all'attuale cattedrale di Santa Maria Assunta.
Lo sapevate? Il battistero del Duomo di Napoli è uno dei più antichi d’Europa.
Il battistero di San Giovanni in Fonte è un battistero paleocristiano di Napoli. È situato a destra dell’abside della cattedrale più antica, la basilica di Santa Restituta, anch’essa oggi collegata come cappella all’attuale cattedrale di Santa Maria Assunta.
Ma sai che questo piccolo locale nella basilica di Napoli potrebbe avere un’importanza storica spesso dimenticata? Si tratta del battistero di San Giovanni in Fonte, il più antico battistero paleocristiano d’Europa! Nonostante uno possa storcere il naso, gli storici sono certi che questo battistero fu costruito addirittura trent’anni prima del suo omologo in Laterano voluto da papa Sisto III. Ed è qui che la storia diventa ancora più affascinante: questo splendido esempio dell’arte dei primi cristiani in Occidente è custodito nel cuore del Duomo di Napoli, quasi nascosto alla vista! Non è incredibile come Partenope, la città legata a Costantinopoli per secoli, sia stata un centro così importante per la diffusione del cristianesimo? Da quando Costantino promulgò il celebre editto nel 313, il cristianesimo attecchì senza troppi problemi in questa città aperta alle novità e cosmopolita come Neapolis. E sarà forse proprio per questo motivo che qui si possono trovare alcuni dei mosaici religiosi più belli e significativi di tutta Europa.
Ma sai che tra il 536 dC e il 1139, Napoli ha avuto un rapporto intenso con Bisanzio? Dopo la conquista da parte di Belisario, a capo delle truppe bizantine, la città ha riallacciato un legame culturale, politico e commerciale con l’Impero. Si pensi che, dopo l’era romana, l’antica essenza greca di Partenope è rinata e ha dato vita ad una nuova “koine” religiosa. E’ curioso notare gli elementi architettonici e artistici presenti nelle basiliche paleocristiane della città, che sono ancora in perfetto stato di conservazione! Ad esempio, il battistero di San Giovanni in Fonte fu voluto dal vescovo Severo nel corso del suo lunghissimo episcopato, che durò ben 46 anni! E non solo: nello stesso periodo si costruirono anche altre importanti basiliche come quelle di San Giorgio Maggiore e di San Gennaro extra moenia.
Immagina che ogni volta che ci laviamo o ci immergiamo in una piscina, stiamo ripercorrendo le antiche tappe dell’evoluzione della fede cristiana! Sai che la parola “battistero” deriva dalla parola latina “Baptisterium” che era usata per indicare la piscina corrispondente al frigidarium nelle terme romane? E che invece i primi cristiani, per indicare il lavacro in cui essi purificavano l’anima, scegliessero di chiamarlo “battesimo”, che stava per “immergere”? Ma non solo: il termine ha assunto anche il significato di “annegare” o “morire”, a conferma dell’importanza del battesimo come passaggio decisivo per la vita spirituale. Ed è curioso pensare come la forma stessa del battistero richiamasse quella del mausoleo pagano, per sottolineare l’importanza del concetto di rinascita. Solo in seguito, i battisteri saranno progettati a pianta ottagonale, scegliendo quel numero otto che era simbolo dell’infinito e dell’inarrivabile divinità. In fondo, la storia della fede ci riserva sempre tante sorprese affascinanti!
Questo gioiello architettonico, con la sua insolita pianta quadrata e la cupola a sesto ribassato, rappresenta un caso unico nel panorama paleocristiano! Ma dove si trova esattamente? Occorre recarsi all’interno del Duomo di Napoli e imboccare la navata di destra della cappella di Santa Restituta. E lì, in mezzo a tanta bellezza, appaiono i meravigliosi mosaici che decorano la cupola e il tamburo, anche se purtroppo rovinati dal tempo. Sai che la struttura del battistero era originariamente inglobata nell’antica basilica adiacente a Stefanìa, il primigenio nucleo religioso della città? E’ incredibile pensare come questa splendida opera d’arte abbia mantenuto la sua bellezza inalterata fino alla metà del Cinquecento, quando cessò la sua funzione e venne abbandonata. Ma oggi, per fortuna, il Battistero di San Giovanni in Fonte rappresenta ancora una “chicca” da non perdere! I suoi mosaici, in larga parte scomparsi, sono comunque un valido motivo per restare a bocca aperta. E la croce monogrammatica tra le lettere Alpha e Omega, al centro della cupola, ci ricorda ancora oggi il potere della simbologia cristiana attraverso un cielo punteggiato da stelle d’oro, bianche e blu a otto raggi. Insomma, se sei un amante dell’arte e della storia, devi assolutamente visitare il Battistero di San Giovanni in Fonte! ci ricorda ancora oggi il potere della simbologia cristiana attraverso un cielo punteggiato da stelle d’oro, bianche e blu a otto raggi. Insomma, se sei un amante dell’arte e della storia, devi assolutamente visitare il Battistero di San Giovanni in Fonte! ci ricorda ancora oggi il potere della simbologia cristiana attraverso un cielo punteggiato da stelle d’oro, bianche e blu a otto raggi. Insomma, se sei un amante dell’arte e della storia, devi assolutamente visitare il Battistero di San Giovanni in Fonte!
Guardando la calotta decorata, con la sua corona di alloro annodata da due nastri, sembra quasi di essere immersi in un ideale lago blu! Ma se guardiamo più da vicino, scopriamo che si tratta del simbolo della purezza dell’anima e della trasparenza dello spirito che tende verso il divino, la medusa appunto! E questa calotta è circondata da una cornice a fondo d’oro, decorata con rami e canestri di frutta sui quali si possono ammirare diversi tipi di uccelli, come pavoni, fagiani, pernici e pappagalli. E chi meglio di loro potrebbe rappresentare l’allegoria dell’Eucarestia, nutrendosi dei frutti della terra promessa! Al centro della cornice, infatti, spicca la fenice nimbata, simbolo del Risorto. E non è tutto: su un piccolo poggio tra due palme troviamo addirittura un’altra fenice, che si dice possa risorgere dalle sue ceneri! La bordura blu con filetti dorati contiene, invece, scene bibliche che rappresentano la traditio legis, la Samaritana al pozzo, le nozze di Cana e la pesca miracolosa, o Pietro che cammina sulle acque. E infine, le pie donne al sepolcro. E cosa vediamo nella traditio legis? Il Cristo barbato che porge a Pietro con la mano destra un rotolo sul quale si legge la frase Dominus legem dat, mentre l’uomo avanza verso Gesù e si sporge per ricevere il prezioso dono con le mani coperte, in segno di rispetto. Ma anche la Samaritana e Cristo seduto vicino al pozzo sono presenti in questa straordinaria opera d’arte. Insomma, ogni angolo e aspetto della calotta dipinta è ricco di sorprese e significati profondi! che si dice possa risorgere dalle sue ceneri! La bordura blu con filetti dorati contiene, invece, scene bibliche che rappresentano la traditio legis, la Samaritana al pozzo, le nozze di Cana e la pesca miracolosa, o Pietro che cammina sulle acque. E infine, le pie donne al sepolcro. E cosa vediamo nella traditio legis? Il Cristo barbato che porge a Pietro con la mano destra un rotolo sul quale si legge la frase Dominus legem dat, mentre l’uomo avanza verso Gesù e si sporge per ricevere il prezioso dono con le mani coperte, in segno di rispetto. Ma anche la Samaritana e Cristo seduto vicino al pozzo sono presenti in questa straordinaria opera d’arte. Insomma, ogni angolo e aspetto della calotta dipinta è ricco di sorprese e significati profondi! che si dice possa risorgere dalle sue ceneri! La bordura blu con filetti dorati contiene, invece, scene bibliche che rappresentano la traditio legis, la Samaritana al pozzo, le nozze di Cana e la pesca miracolosa, o Pietro che cammina sulle acque. E infine, le pie donne al sepolcro. E cosa vediamo nella traditio legis? Il Cristo barbato che porge a Pietro con la mano destra un rotolo sul quale si legge la frase Dominus legem dat, mentre l’uomo avanza verso Gesù e si sporge per ricevere il prezioso dono con le mani coperte, in segno di rispetto. Ma anche la Samaritana e Cristo seduto vicino al pozzo sono presenti in questa straordinaria opera d’arte. Insomma, ogni angolo e aspetto della calotta dipinta è ricco di sorprese e significati profondi! scene bibliche che rappresentano la traditio legis, la Samaritana al pozzo, le nozze di Cana e la pesca miracolosa, o Pietro che cammina sulle acque. E infine, le pie donne al sepolcro. E cosa vediamo nella traditio legis? Il Cristo barbato che porge a Pietro con la mano destra un rotolo sul quale si legge la frase Dominus legem dat, mentre l’uomo avanza verso Gesù e si sporge per ricevere il prezioso dono con le mani coperte, in segno di rispetto. Ma anche la Samaritana e Cristo seduto vicino al pozzo sono presenti in questa straordinaria opera d’arte. 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Il Cristo barbato che porge a Pietro con la mano destra un rotolo sul quale si legge la frase Dominus legem dat, mentre l’uomo avanza verso Gesù e si sporge per ricevere il prezioso dono con le mani coperte, in segno di rispetto. Ma anche la Samaritana e Cristo seduto vicino al pozzo sono presenti in questa straordinaria opera d’arte. Insomma, ogni angolo e aspetto della calotta dipinta è ricco di sorprese e significati profondi! E cosa vediamo nella traditio legis? Il Cristo barbato che porge a Pietro con la mano destra un rotolo sul quale si legge la frase Dominus legem dat, mentre l’uomo avanza verso Gesù e si sporge per ricevere il prezioso dono con le mani coperte, in segno di rispetto. Ma anche la Samaritana e Cristo seduto vicino al pozzo sono presenti in questa straordinaria opera d’arte. Insomma, ogni angolo e aspetto della calotta dipinta è ricco di sorprese e significati profondi!
Non trovate affascinante come ogni dettaglio della scena sia così ricco di significati? Guardate, le spalle della figura sono scomparse, ma il braccio destro rimane disteso verso il secchio retto dalla donna che cerca di offrire un sorso d’acqua a Gesù. Notate anche la posizione della donna: in piedi, sostenuta dalla gamba destra mentre la sinistra è flessa all’interno dell’abito. E alle sue spalle vediamo due servitori che portano due anfore, entrambi pronti a versarne il contenuto in una giara. Ma la scena della pesca miracolosa è forse la più misteriosa di tutte! Potrebbe essere Gesù sulla barca o addirittura Pietro salvato dalle acque, assieme ad Andrea che rispondono alla chiamata di Cristo. E in quella sacrosanta scena delle pie donne al sepolcro, c’è un personaggio in sandali con tunica clavata e pallio, seduto su una pietra, che tiene nella mano sinistra un volume e dietro di lui, si scorge il basamento di un edificio. Molti dicono che questo personaggio sia l’angelo assiso sulla tomba, colui che disse alle donne “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” quando si spaventarono vedendo il sepolcro di Gesù spalancato. Infine, nelle nicchie concave angolari del tamburo, sono rappresentati i quattro simboli degli evangelisti. L’aquila e il bue sono difficili da distinguere, ma non il leone e l’angelo, munite entrambe di tre paia d’ali come nel testo dell’Apocalisse di Giovanni. Ogni dettaglio sembra gridare: “scoprimi, scoprimi”! colui che disse alle donne “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” quando si spaventarono vedendo il sepolcro di Gesù spalancato. Infine, nelle nicchie concave angolari del tamburo, sono rappresentati i quattro simboli degli evangelisti. L’aquila e il bue sono difficili da distinguere, ma non il leone e l’angelo, munite entrambe di tre paia d’ali come nel testo dell’Apocalisse di Giovanni. Ogni dettaglio sembra gridare: “scoprimi, scoprimi”! colui che disse alle donne “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” quando si spaventarono vedendo il sepolcro di Gesù spalancato. Infine, nelle nicchie concave angolari del tamburo, sono rappresentati i quattro simboli degli evangelisti. L’aquila e il bue sono difficili da distinguere, ma non il leone e l’angelo, munite entrambe di tre paia d’ali come nel testo dell’Apocalisse di Giovanni. Ogni dettaglio sembra gridare: “scoprimi, scoprimi”!
Non sono straordinari questi mosaici? Notate come i volti di queste figure straordinarie non abbiano il classico nimbo ma abbiano invece cinque stelle ai lati del loro capo. Ma che dire del leone, che ruggisce con la bocca aperta come pronto a scattare, mentre l’angelo ha il viso leggermente girato verso destra ma lo sguardo diretto a sinistra, così come il bue che osserva i visitatori con un’aria severa? Addirittura sugli archi delle nicchie, visioniamo due piccoli pastori seduti in diagonale e due cervi che bevono alla sorgente di vita. E per completare la scena, colombe e palme. Ma questo non è tutto! Nel IV secolo, dopo la costruzione di Santa Restituta, questi incredibili mosaici furono restaurati e le tessere mancanti vennero sostituite da affreschi raffiguranti l’Annunciazione e la cena di Emmaus. E sapete come è stato effettuato il restauro? Chiuderono due finestre, oggi riaperte, affrescate con le figure di Cristo e della Madonna di Pietro Cavallini. E più tardi, nel 1576, la confraternita di Santa Restituta dei Neri trapiantò temporaneamente la sua sede nel battistero e la cisterna della vasca battesimale venne utilizzata come sepoltura per i confratelli. Ma non si preoccupi, la confraternita si spostò nel Tesoro Vecchio tre anni dopo e il battistero fu abbandonato fino al XIX secolo quando un ampio restauro lo preservò fino a oggi. Ecco perché è così importante preservare la storia e l’arte! la confraternita di Santa Restituta dei Neri trapiantò temporaneamente la sua sede nel battistero e la cisterna della vasca battesimale utilizzata venne come sepoltura per i confratelli. Ma non si preoccupi, la confraternita si spostò nel Tesoro Vecchio tre anni dopo e il battistero fu abbandonato fino al XIX secolo quando un ampio restauro lo preservò fino a oggi. Ecco perché è così importante preservare la storia e l’arte! la confraternita di Santa Restituta dei Neri trapiantò temporaneamente la sua sede nel battistero e la cisterna della vasca battesimale utilizzata venne come sepoltura per i confratelli. Ma non si preoccupi, la confraternita si spostò nel Tesoro Vecchio tre anni dopo e il battistero fu abbandonato fino al XIX secolo quando un ampio restauro lo preservò fino a oggi. Ecco perché è così importante preservare la storia e l’arte!
Hai mai visto un edificio battesimale così affascinante? È un’opera d’arte in sé! Costituito da piccoli conci di tufo, l’edificio si divide in due parti: la sala battesimale a pianta quadrata di 7,60 m, collegata alla basilica di Santa Restituta sul lato sud, e un portico rettangolare di 4,80 x 6,25 m sul lato nord, separato dalla sala tramite quattro sottili colonne e coperto da una bassa volta. E non pensiate che il porticato sia solo una semplice passerella! Presenta ben due aperture che conducono rispettivamente alla sala battesimale e al palazzo episcopale, mentre l’altra porta a una sala della curia diocesana. Ma il vero spettacolo è la porta all’opposto dell’ingresso attuale, che corrisponde all’entrata in uso prima dell’epoca angioina. E il pavimento del portico? È in mattoni, naturalmente! E sapete cos’altro è straordinario? Che le quattro colonne identiche che segnano il passaggio tra i due locali non sono equidistanti tra loro e presentano fusti privi di base. Ma i loro semplici capitelli a cubo adornati da croci monogrammatiche con l’alfa e l’omega, vi stupiranno ancora di più. Potete immaginare di essere immersi in quest’opera d’arte, se mai la visitate di persona.
Siete pronti ad apprendere i segreti dell’enigmatico edificio della sala battesimale? Ha un sacco di particolari interessanti e unici! Situata sul lato ovest dell’abside della basilica di Santa Restituta, questa sala presenta una finestra aperta sulla parete est e una porta aperta nel 1647 sul lato sud che consente l’accesso alla navata destra della basilica. E non pensate nemmeno che la struttura sia semplice! L’ambiente è coperto da una cupola con calotta estradosso che si imposta su pennacchi a tromba, mentre il passaggio tra il quadrato e il cerchio alla base della cupola avviene tramite un tamburo ottagonale. Questo è troppo spettacolare! Quattro lati dell’ottagono presentano una superficie piana che scende perpendicolarmente sul quadrato inferiore, mentre gli altri quattro lati del tamburo, corrispondono ai quattro angoli della sala, sono circolari, basse e coniche, che sembrano delle nicchie angolari voltate come absidiole. E sai qualcosa di più? In origine, la sala doveva avere un edificio a sé stante, senza connessione con la basilica, e il suo pavimento si trova in un livello superiore! Le porte di accesso originarie si trovavano sul lato ovest e quattro finestre si aprivano sul tamburo ottagonale della cupola. Ma aspettate, c’è ancora un particolare che renderà ancora più sorprendente questo edificio: la vasca battesimale, una volta rivestita di marmo, si trova al centro della sala! Chissà quanti segreti avrà racchiuso questa vasca, attraversando i secoli e le epoche. senza connessione con la basilica, e il suo pavimento si trova in un livello superiore! Le porte di accesso originarie si trovavano sul lato ovest e quattro finestre si aprivano sul tamburo ottagonale della cupola. Ma aspettate, c’è ancora un particolare che renderà ancora più sorprendente questo edificio: la vasca battesimale, una volta rivestita di marmo, si trova al centro della sala! Chissà quanti segreti avrà racchiuso questa vasca, attraverando i secoli e le epoche. senza connessione con la basilica, e il suo pavimento si trova in un livello superiore! Le porte di accesso originarie si trovavano sul lato ovest e quattro finestre si aprivano sul tamburo ottagonale della cupola. Ma aspettate, c’è ancora un particolare che renderà ancora più sorprendente questo edificio: la vasca battesimale, una volta rivestita di marmo, si trova al centro della sala! Chissà quanti segreti avrà racchiuso questa vasca, attraversando i secoli e le epoche.

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