Borgo Orefici e la sua tradizione secolare, unica al mondo

Avete mai passeggiato per le strade del Borgo Orefici? Tra antiche chiesette e piazzette silenziose, resiste una tradizione artigianale unica al mondo, la lavorazione orafa. Leggete questa storia secolare per rivivere le fasi di un settore che vuole vivere a dispetto delle difficoltà dell’oggi.
Borgo Orefici, vicende e storie dal Medioevo a oggi di una tradizione unica al mondo
Avete mai passeggiato per le strade del Borgo Orefici? Tra antiche chiesette e piazzette silenziose, resiste una tradizione artigianale unica al mondo, la lavorazione orafa. Leggete questa storia secolare per rivivere le fasi di un settore che vuole vivere a dispetto delle difficoltà dell’oggi.
A pochi passi dal porto, tra il dedalo di strade strette che accompagnano nella città di dentro, proprio dietro il Corso Umberto I, si estende il Borgo Orefici, uno storico rione dove l’arte orafa, tramandata di padre in figlio, trova la sua massima espressione.
Unica eccezione alla caratteristica conformazione irregolare delle vie è Piazzetta Orefici, nella quale è situato il Cristo, un crocifisso ligneo settecentesco la cui particolarità è quella di poterlo ammirare da entrambi i lati. Un’altra piazza del Borgo è rappresentata da Piazza Carlo Troya che ospita l’antica Fontana del Pesce. La tradizione orafa a Napoli è molto più antica di quanto si possa immaginare: non Medioevo, bensì epoca greca. I greci, sedotti dal clima e dal terreno fertile della città, si dedicarono ad una serie di attività artistiche artigianali come scultura, pittura, ceramica e oreficeria, esportate in tutto il mondo allora conosciuto.
Ma fu certamente a partire dal Medioevo che il Borgo Orefici è stato utilizzato per attività commerciali. Fu il luogo infatti in cui gli orefici napoletani insediarono le loro botteghe artigiane dando vita ad una vera e propria forma d’arte tanto che, nella metà del XIV secolo, Giovanna I d’Angiò diede un riconoscimento ufficiale alla Corporazione degli Orafi, con la quale coincide la nascita del Borgo stesso. Con il dominio francese degli Angioini, l’arte dei metalli e della gioielleria raggiunge l’apice della propria evoluzione, non solo per l’alto valore dei materiali utilizzati ma anche per i procedimenti tecnici messi in atto e per l’estrema cura verso ogni particolare. Il primo capolavoro, commissionato da Carlo II, realizzato dai maestri orafi francesi giunti a Napoli, fu il busto reliquiario del patrono San Gennaro.
Un contributo significativo allo splendore napoletano nel campo dell’arte, delle lettere, delle scienze e delle industrie, fu dato anche dal dominio Aragonese, il cui Re, Alfonso I, elargì particolari privilegi al ceto degli Orafi. Cambiamenti significativi nella produzione orafa si ebbero nel periodo del Vicereame spagnolo, dal 1503 al 1707, a causa della ben nota e gravissima epidemia di peste diffusasi intorno al 1652, che proprio nella Napoli dei vicoli provocò la morte di centinaia e centinaia di persone e quindi la morte di tanti maestri ed operai. Questo fu causa di un blocco, seppur temporaneo, delle attività economiche e commerciali.
Nel periodo di dominazione borbonica (1734-1860), l’attività orafa napoletana fu caratterizzata da grandi cambiamenti legislativi ed economici. I prodotti orafi più richiesti furono i gioielli e, in particolar modo, la parure, composta da diadema, orecchini, spilla e talvolta collana, che a Napoli fu nota come concerto. E’ idea diffusa che i gioielli fossero, a quel tempo, prerogativa delle classi sociali più alte ma, a dispetto di quanto si possa credere, una forte richiesta di questi prodotti fu anche da parte della piccola e media borghesia che, anche in situazioni economiche precarie, non ha mai rinunciato all’acquisto e al possesso di gioielli da sfoggiare nelle festività più importanti.
Arriviamo all’epoca contemporanea: nel Novecento con la diffusione della produzione industriale, sorgono i primi problemi. In risposta, gli artigiani napoletani adottarono il metodo Lalique che consiste in un’incisione personalizzata fatta a mano sul gioiello in grado di rendere il monile unico nel suo genere. Nel 2000, per tutelare le imprese e per riqualificare il territorio, fu creato il Consorzio Antico Borgo Orefici: oggi l’area è pedonalizzata e riqualificato l’arredo urbano, cittadini e turisti possono passeggiare comodamente ed ammirare le vetrine che dal Medioevo a oggi continuano a mostrare in bella vista capolavori artigianali unici che sfidano qualsiasi produzione di massa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA