Metro dell’Arte: la stazione università, un formidabile viaggio sensoriale

Siete pronti per un onirico viaggio a cavallo tra reale e virtuale? Karim Rashid progettando questa stazione ha regalato alla città una della stazioni più sorprendenti dell’intera rete metropolitana. Vi raccontiamo il colore e le acrobazie estetiche della stazione, ma voi non dimenticate di andarla a visitare.
Metro dell’Arte: la stazione università, un formidabile viaggio sensoriale.
Siete pronti per un onirico viaggio a cavallo tra reale e virtuale? Karim Rashid progettando questa stazione ha regalato alla città una della stazioni più sorprendenti dell’intera rete metropolitana. Vi raccontiamo il colore e le acrobazie estetiche della stazione, ma voi non dimenticate di andarla a visitare.
Continua il nostro tour a spasso tra le stazioni della Metropolitana di Napoli, altrimenti detta la Metro dell’Arte, per via delle opere d’arte che rendono ogni stazione unica, un Museo Obbligatorio, come ebbe a definirla il suo ideatore, il critico d’arte Achille Bonito Oliva. Ogni stazione è essa stessa un’opera architettonica di rilievo, firmata dai più grandi architetti contemporanei. Questa volta ci fermiamo alla stazione Università, a piazza Bovio, una delle più recenti, che serve una zona centralissima della città, vicina alle numerose facoltà universitarie della Federico II. Si tratta certamente di una delle stazioni più avveniristiche, camminare nei suoi spazi sotterranei è un po’ come fare un viaggio surreale, poiché offre un’esperienza sensoriale ed estetica del tutto particolare. I suoi ambienti sono caratterizzati da vivaci cromie fluo e da materiali innovativi. Un luogo di transito capace di toccare la sfera emozionale dei viaggiatori e di offrire loro una pausa di bellezza e di piacere. È con questo obiettivo che l’architetto e designer Karim Rashid ha progettato questa tappa della metro. L’architetto anglo-egiziano ha immaginato degli spazi “che incarnassero i saperi e i linguaggi della nuova era digitale, che trasmettessero le idee di comunicazione simultanea, d’innovazione e di mobilità proprie dell’attuale Terza Rivoluzione Tecnologica”. Perciò, già percorrendo le scale di accesso, il visitatore si ritroverà circondato da una moltitudine di parole coniate negli ultimi cinquant’anni, stampate in rosa e in verde sui rivestimenti in ceramica, come “virtual”, “network”, “operativo”, “portatile”, “database”, “interfaccia”, “software”.
L’ampio e luminoso atrio della stazione immette in una dimensione estetica molto accogliente e allo stesso tempo spettacolare, per la profusione dei colori vivaci e delle immagini digitali che ricoprono tutti i piani orizzontali della pavimentazione.
Al di là dei tornelli, sono riconoscibili dei volti di profilo, metafora del dialogo e della comunicazione tra gli esseri umani. Sulla parete di fondo si staglia un lungo light box nel quale sembra galleggiare una serie di figure dotate di tridimensionalità virtuale. Tra il light box e i pilastri neri, Synapsis, una sinuosa scultura in metallo satinato, rimanda all’intelligenza umana e in particolare alle sinapsi del nostro cervello.
Procedendo verso le scale mobili in direzione Piscinola, siamo guidati dalla luce che si sprigiona dalla controsoffittatura in pannelli di cristallo traslucido, serigrafati in rosa e in azzurro con le immagini del repertorio di Rashid. Al piano meno due, oltre alla presenza di due light-box rettangolari, in questo livello si scopre un’altra spettacolare sorpresa: sull’altezza dei gradini delle scale fisse sono riprodotte due grandi immagini di Dante Alighieri e di Beatrice. Si tratta di un omaggio che Rashid ha voluto fare al padre della letteratura italiana per sottolineare l’importanza e la vitalità del legame tra la cultura umanistica e i linguaggi contemporanei, particolarmente importante in una città dalla forte tradizione di studi universitari come Napoli.
Si arriva poi al piano banchina dove sono installati quattro grandi pannelli, realizzati con il sistema lenticolare H3D. Le figure tridimensionali che vi sono riprodotte sembrano muoversi e ruotare nello spazio allo spostarsi dell’osservatore. Immagini in movimento per esaltare la dimensione viva e sottolineare il cuore dinamico del metrò.

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