A Napoli nasce Eva, la buvette del Mercadante: gestita da donne che ce l’hanno fatta

Il teatro Mercadante, uno dei più prestigiosi della città, accoglie EVA, una buvette gestita da donne vittime di violenza, che ora hanno ritrovato il sorriso. Una bella storia di riscatto, un progetto importante che nasce a Casal di Principe nel 1999.
A Napoli nasce Eva, la buvette del Mercadante: gestita da donne che ce l’hanno fatta.
Il teatro Mercadante, uno dei più prestigiosi della città, accoglie EVA, una buvette gestita da donne vittime di violenza, che ora hanno ritrovato il sorriso. Una bella storia di riscatto, un progetto importante che nasce a Casal di Principe nel 1999.
La Buvette di Eva è un luogo accogliente, infuso di una luce particolare, con casse in legno a mo’ di tavolino dai toni caldi e rassicuranti, proprio come i sorrisi di Giusi, Rita e Alessandra. Siamo nel foyer di uno dei teatri più importanti della città, il teatro Mercadante e le tre donne sono le protagoniste di un progetto messo in atto dalla Cooperativa sociale EVA.
La cooperativa ha sede a Casal di Principe e nasce per prevenire e contrastare la violenza maschile contro donne e minori e le bariste che si affaccendano con evidente emozione dietro al bancone del bar, sono donne sottratte a quella violenza che le stava rubando la vita, uscite vittoriose da una battaglia difficilissima per la quale molte donne pagano con la vita. Una scelta etica e progettuale che il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale ha voluto condividere con E.V.A.
La cooperativa nasce nel 1999 per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne e i minori. Giusi, Rita e Alessandra, rispettivamente 43, 56 e 41 anni, oggi sorridenti e rilassate, hanno sulle spalle un passato contro cui hanno lottato, tra paure e denuce, e la cooperative sta donando loro una nuova possibilità. Lo afferma chiaramente Giusi quando racconta: “Sono rinata da quando ho frequentato il laboratorio “Le ghiottonerie di Casa Lorena”. Ho sopportato per moltissimi anni la violenza di mio marito, non avevo appoggi e sostegno, poi un giorno, dopo un episodio di violenza brutale contro mio figlio, mi sono decisa”.
Una storia di sofferenza e riscatto come tante, un esito tra i migliori. La buvette, che sarà aperta tutti i giorni dalle 12, avrà una forte connotazione culturale in funzione della valorizzazione della soggettività delle donne e del contrasto degli stereotipi di genere. Vi saranno occupate donne già coinvolte in percorsi di inclusione, come questo del succitato laboratorio gestito dalla cooperativa E.V.A. in un bene confiscato alla criminalità organizzata e finalizzato a sostenere l’autonomia economica di donne in uscita da situazioni di violenza.
Lella Palladino è la fondatrice della cooperativa, e racconta con orgoglio di un progetto come questo della Buvette di EVA, come di un “punto di approdo di un lavoro che mira all’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza che dura da 10 anni. Un lavoro materializzatosi in un progetto che coniuga impegno sociale e cultura, che tinge di bellezza le battaglie fatte e le vittorie ottenute, che crea ponti tra realtà diverse”.
La Cooperativa gestisce in Campania 5 Centri Antiviolenza e 3 Case Rifugio e sostiene i percorsi di autonomia economica delle donne in un contesto così complesso come il territorio regionale, con lo scopo anche di utilizzare in modo proficuo, per scopi sociali, i beni confiscati alla criminalità.

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