Detti e modi di dire napoletani: “A faccia mia sott’ e piede vuoste”

Un'espressione servile di esagerato rispetto nel rivolgersi ad una persona autorevole. Ma principalmente è usata in maniera ironica durante un'accesa discussione con punti di vista contrapposti. Un meraviglioso modo di dire napoletano che significa la completa sottomissione e il massimo rispetto per chi si ha davanti, dimostrando di possedere classe, eleganza e talento come doti innate.
Detti e modi di dire napoletani: “A faccia mia sott’ e piede vuoste”.
Un’espressione servile di esagerato rispetto nel rivolgersi ad una persona autorevole. Ma principalmente è usata in maniera ironica durante un’accesa discussione con punti di vista contrapposti. Un meraviglioso modo di dire napoletano che significa la completa sottomissione e il massimo rispetto per chi si ha davanti, dimostrando di possedere classe, eleganza e talento come doti innate.
Il dialetto napoletano (napulitano) è una variante diatopica del gruppo italiano meridionale delle lingue romanze parlata a Napoli e in aree della Campania non molto distanti dal capoluogo, corrispondenti approssimativamente all’attuale città metropolitana di Napoli e ai contigui agro aversano e agro nocerino-sarnese, rispettivamente parte delle province di Caserta e di Salerno.
Anche il dialetto napoletano sa essere tagliente e incisivo, sicuramente unico. Un dialetto che da qualche anno è stato riconosciuto come una lingua, tanto da essere riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio per l’intera umanità. O meglio, ‘O nnapulitano, quello di Napoli e dintorni per intenderci, resta un dialetto. Per lingua Napoletana, invece, si intende l’insieme di dialetti parlati nei territori che costituivano il Regno Delle Due Sicilie.
Dialetto o lingua che sia ‘O nnapulitano resta la parlata italica più esportata e conosciuto al mondo, una delle caratteristiche principali dell’essere partenopei.
Grandi nomi della lirica come Enrico Caruso, Beniamino Gigli, Luciano Pavarotti, Placido Domingo, José Carreras e Andrea Bocelli hanno portato il Napoletano in giro per il mondo, calcando i più importanti palcoscenici.
La parlata Napoletana è piena di termini ed espressioni colorite e simpatiche, che esprimono in una parola o in una breve frase un concetto particolarmente scomodo o sarcastico.
A faccia mia sott’ e piede vuoste. La mia faccia sotto i Vostri piedi.
Questa espressione mostra esagerazione e un pizzico di benevola ed amichevole ironia: “Non pensate neppure remotamente che le mie parole, il mio comportamento, la mia iniziativa costituiscano un’implicita contestazione del Vostro prestigio, della Vostra autorevolezza, della Vostra intelligenza. È fuori discussione che resto sempre un passo indietro rispetto a Voi e sottoposto in ogni momento alla Vostra autorità”.
Termini vividi, espressioni piene, capacità evocativa. Il dialetto napoletano dà voce alle passioni più travolgenti, sa essere aggressivo, duro e sprezzante. È sfaccettato, si modella su bocche e vicoli, riesce a riflettere i mille colori di una città contraddittoria e irrisolta ma la cui attitudine alla vita è, a ben vedere, nitida e precisa.
Nella lingua ritroviamo il modo di vivere e di pensare di un popolo che ha conosciuto la miseria e la sofferenza e che sa industriarsi, sa sopportare con pazienza, sa sorridere lo stesso.

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