Lo sapevate? Napoli non è la città con più napoletani al mondo

Sembra incredibile ma nel mondo esistono città che contano tra i propri abitanti un numero maggiore di napoletani rispetto a Napoli. Napoli ha circa 920mila abitanti senza l'area urbana, ma secondo una recente indagine demografica, sarebbero almeno quattro le città con una presenza di napoletani maggiore rispetto al capoluogo campano.
Lo sapevate? Napoli non è la città con più napoletani al mondo.
Sembra incredibile ma nel mondo esistono città che contano tra i propri abitanti un numero maggiore di napoletani rispetto a Napoli. Napoli ha circa 920mila abitanti senza l’area urbana, ma secondo una recente indagine demografica, sarebbero almeno quattro le città con una presenza di napoletani maggiore rispetto al capoluogo campano.
Si tratta di grandi città che in passato sono state polo d’attrazione di continue migrazioni da ogni parte del mondo e quindi anche da Napoli. Queste città sono San Paolo (Brasile, Buenos Aires (Argentina), Rio de Janeiro (Brasile) e Sydney (Australia). Tutte queste città precedono Napoli, che quindi è solo quinta classificata per numero di abitanti napoletani, seguita da New York, Londra, Toronto, Berlino e Monaco di Baviera.
Ai primi tre posti troviamo tre città del Sud America. Perché? Perché Napoli fu uno dei maggiori porti interessati dalle migrazioni che coinvolsero l’Italia tra fine ‘800 e inizio ‘900. Addirittura la legge sull’emigrazione del 31 gennaio 1901, n. 23, stabilì che l’imbarco degli emigranti dovesse essere effettuato soltanto nei porti di Genova, Napoli e Palermo.
I Napoletani, spinti dalla necessità di trovare lavoro, sono partiti lasciando Napoli e in moti casi ricreandola a migliaia di chilometri di distanza.
Dal 1880 al 1889 nello stato di São Paulo arrivarono 144.654 italiani. Solamente nel 1888 arrivarono 91.826 immigranti, di questi, 80.749 italiani, soprattutto Napoletani, tanto che oggi la città ospita 6 milioni di italiani e di discendenti italiani.
Una presenza massiccia che, negli anni, pare aver modificato anche le abitudini culinarie del posto. L’influenza dei sud nei costumi locali e nella cucina brasiliana sembra essere totalizzante. Pasta, pizze, brodi, minestre di legumi e il famoso sugo di pomodori, sembrano essere il frutto proprio dell’arrivo dei partenopei, tanto che oggi si ha l’abitudine di prepararlo allo stesso modo, così come la diffusione di numerose varietà di pane a fermentazione naturale che mostrano l’influenza culinaria portata proprio dagli immigrati Napoletani, senza contare le feste padronali, divenute oramai parte integrante del folklore e della cultura religiosa brasiliana.
Immigrati da ogni parte d’Europa arrivarono a San Paolo soprattutto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento; tuttavia la comunità italiana è la più numerosa, diffusa in tutta la città, ed è anche considerata la maggiore concentrazione di oriundi italiani fuori dall’Italia. Solo nella città di San Paolo si stima che circa 6 milioni di persone abbiano almeno 1 ascendente italiano nella loro famiglia. San Paolo ha più italiani di qualsiasi città italiana (il comune di Roma ha 2,9 milioni di abitanti e la città di Milano “solo” 1,3 milioni). Inizialmente si raggrupparono in quartieri etnici, come Brás, Bixiga o Mooca, che ancora oggi mantengono un’influenza italiana. All’inizio del XX secolo, la lingua italiana era più parlata del portoghese in città. I dialetti e le lingue minoritarie d’Italia contribuirono alla creazione del dialetto paulistano attuale. San Paolo è la prima città al mondo per consumo di pizza.
Nei primi anni del Novecento, San Paolo è stata vista come una “città italiana”. Si vedeva subito il carattere italiano della città: in cucina, negli annunci (anche avvisi di pagamento delle imposte comunali sono state scritte in italiano e portoghese), nello stile delle case. Per le strade si sentiva più italiano (o dialetti) che portoghese. Il governatore dello Stato affermò che se sul tetto di ogni casa fosse stata esposta la bandiera del Paese di origine del proprietario, San Paolo, vista dall’alto, poteva sembrare una città italiana. La città di San Paolo è cresciuta rapidamente in seguito ad una massiccia immigrazione, tanto che, nel 1920, quasi due terzi dei suoi abitanti erano stranieri o figli di immigrati e gli italiani rappresentavano oltre la metà della popolazione maschile della città.

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