Lo sapevate? Il rione Sanità secoli fa era un gigantesco cimitero

Prima di diventare un popoloso e caratteristico quartiere napoletano, il rione Sanità nei secoli è stato un enorme sito di sepoltura. Andiamo a vedere che cosa accadde in questo luogo così famoso.
Lo sapevate? Il rione Sanità secoli fa era un gigantesco cimitero.
Prima di diventare un popoloso e caratteristico quartiere napoletano, il rione Sanità nei secoli è stato un enorme sito di sepoltura. Andiamo a vedere che cosa accadde in questo luogo così famoso.
Questa vallata per diversi secoli ha ospitato quasi esclusivamente tombe, sin dalle epoche più antiche, in epoca ellenistica, quindi le catacombe cristiane, quelle di San Gaudioso e quelle di San Gennaro, San Severo, oltre al cimitero delle Fontanelle.
A Napoli, il sottoterra è soprattutto un luogo di sepoltura dei propri cari e d’incontro con le loro anime. Così come i resti si affacciano nella città, anche le anime sono abitanti a tutti gli effetti, poiché il rapporto con l’aldilà fa parte del quotidiano. Tra modi di dire, devozioni e rituali antichi, il dialogo con i defunti accompagna da sempre la vita della città.
Le tombe più antiche come detto risalgono all’epoca ellenistica. Sotto le cantine dei palazzi, i garage, gli antichi forni dismessi del Rione ci sono tantissimi ipogei. Basta avere un po’ di determinazione e scendere, torcia alla mano, per alcuni metri nel sottosuolo. Ciò che si scopre blocca il fiato; sono tombe antiche. Sepolcri ipogei di epoca ellenistica, disposti in camere, realizzati tra la fine del IV e gli inizi del III e appartenuti alle élite che un tempo governavano Neapolis. La memoria della città è scolpita nei labirinti di pietra degli ipogei, gli straordinari canyon di tufo che spaccano la collina dei nostri antenati, i Greci. La Sanità, insieme ai Vergini e ai Miracoli, anticamente costituiva la Valle dei Morti: negli ipogei i Greci, soprattutto gli aristocratici, interravano i propri defunti. Continuarono i Romani, riutilizzando a volte gli antichi ipogei greci o costruendone di nuovi.
Col tempo quest’area della città è prima diventata un borgo, poi un quartiere della città stessa.
Ma perché si chiama Rione Sanità? Il nome originario era Valle Sanitatis per la presenza dei corpi dei santi qui sepolti, corpi in grado di guarire miracolosamente diversi tipi di mali.
I cristiani qui crearono prima le catacombe di San Gaudioso e poi la basilica. Poi, a causa delle lave, il luogo fu in parte abbandonato, per poi essere riscoperto secoli dopo. La vita andò a sostituire la morte.
Nel Rione questi due elementi coesistono come in nessun altro luogo.
Questo luogo si chiama anche “Borgo dei Vergini. Questo nome ha radici che affondano nell’epoca tardo-classica, ed è legata ad una confraternita religiosa greca che un tempo abitava il quartiere: gli Eunostidi (una comunità di uomini “vergini” dedita alla temperanza e alla castità). Alla base del credo di questa comunità vi è la vicenda, tra storia e leggenda, di Eunosto, un affascinante giovane, vittima del corteggiamento insistente e aggressivo di Ocna. La ragazza, figlia di un magistrato, corteggiò a lungo il fanciullo, senza ottenere alcuna risposta. Infine, travolta dalla passione, tentò di sedurlo con una vera e propria aggressione, ma Eunosto reagì bruscamente e si difese con la forza. Ferita nell’orgoglio oltre che nel corpo, Ocna raccontò ai fratelli d’esser stata vittima di un tentativo di stupro e i due la vendicarono uccidendo il ragazzo. Quando, poco dopo, si scoprì la verità, i due furono arrestati, Ocna si tolse la vita e i cittadini dedicarono un tempio al povero e innocente Eunosto.
Il Rione Sanità nel tempo era soggetto a delle vere e proprie alluvioni.
Quando le piogge si facevano intense, grandi colate di fango investivano la vallata. La gente chiamava queste colate “le lave”. Le lave hanno sepolto gli ipogei e hanno sollevato il livello della strada.
Per porre rimedio a questo pericoloso fenomeno si decise di incanalare il torrente in un collettore. I lavori che convogliarono disciplinatamente le acque si conclusero nel 1871, ma ben presto, a causa del continuo accrescimento della città, risultarono insufficienti. La costruzione di un collettore nelle Fontanelle destinato a raccogliere tutti i detriti e le acque provenienti da sopra ha risolto in parte il problema, anche se, tuttora, quando piove molto il quartiere viene percorso da grandi flussi d’acqua.
Il borgo è stato utilizzato per la realizzazione di diversi celebri film come “L’oro di Napoli”, di Vittorio De Sica, con Totò (nato e vissuto alla Sanità), Eduardo de Filippo, Sophia Loren, Silvana Mangano; “Ieri, oggi, domani” con Sophia Loren e Marcello Mastroianni; “Il fantasma di via Sanità”, episodio del film “Pacco, doppio pacco e contropaccotto” di Nanni Loy, con Marina Confalone e Gerardo Scala che recitano in questo episodio. Oggi con il suo colorato mercato all’aperto, il rione Sanità è una delle zone più animate e uno dei luoghi più caratteristici di Napoli.
Tra i problemi del quartiere, sicuramente l’emarginazione sociale, così come la disoccupazione o la sotto-occupazione, nonostante le potenzialità storico-culturali del rione.
Alcune associazioni di volontariato, culturali e sociali che operano nel rione si sono costituite in Rete per provare a costruire migliori condizioni di vita stimolando il senso civico e creando opportunità di uscita dal degrado per le persone del quartiere.

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