Lo sapevate? Il mitico e sanguinario Dracula potrebbe essere sepolto a Napoli
Lo sapevate? Il mitico e sanguinario Dracula potrebbe essere sepolto a Napoli. Una tesi non bislacca ma supportata da studi universitari afferma che il misterioso conte Vlad, il mitico Dracula, sarebbe sepolto all’interno di un edificio religioso di Napoli. Andiamo
Lo sapevate? Il mitico e sanguinario Dracula potrebbe essere sepolto a Napoli.
Una tesi non bislacca ma supportata da studi universitari afferma che il misterioso conte Vlad, il mitico Dracula, sarebbe sepolto all’interno di un edificio religioso di Napoli. Andiamo a vedere insieme questa affascinante storia.
Nel 2014, come raccontò in esclusiva il quotidiano di Napoli «Il Mattino», un gruppo di ricercatori individuò nel sepolcro del nobile napoletano Mattia Ferrino (supposto marito di una figlia di Dracula) all’interno del chiostro di Santa Maria la Nova, il possibile luogo di sepoltura segreto di Vlad Tepes III l’impalatore, voivoda di Valacchia passato alla storia come il mitico Dracula.
Gli studiosi italiani, supportati da pareri di esperti dell’università di Tallinn, basano le loro teorie in modo particolare sulla presenza della presunta figlia di Vlad nella corte aragonese e all’alleanza dell’ordine del Drago che vide coinvolto il reame napoletano, quello magiaro e quello di Valacchia in difesa contro i turchi ottomani. A supportare questa affascinante tesi, all’interno della cappella Turbolo di Santa Maria la Nova fu trovata una misteriosa iscrizione dai caratteri incomprensibili: una sorta di messaggio in codice da decifrare, sul quale negli ultimi anni sono stati compiuti alcuni studi.
Tra questi è stata effettuata un’indagine a cura dell’ingegnere nucleare Claudio Falcucci, uno dei massimi esperti europei di diagnostica d’arte. Nel corso dei secoli indicata come una semplice traduzione dal greco, il testo dell’epigrafe, sarebbe scritto, in realtà, in un linguaggio ancora sconosciuto. L’unico elemento decifrato è il nome «Vlad», che ricorre più volte. La scritta non risale alla fine dell’800, come ipotizzato finora, ma probabilmente a trecento anni prima.
Gli esiti dell’indagine confermano che l’iscrizione presente a Santa Maria la Nova risale ad un periodo coerente con quello dell’ipotetico soggiorno napoletano del conte Vlad-Dracula, all’epoca in stretto contatto con la corte aragonese, e, soprattutto, con quello della sua morte.
L’ipotesi degli studiosi si basano sulle decorazioni presenti nello scomparto centrale, in particolar modo su un drago e su alcuni simboli di matrice egizia, mai visti su una tomba europea, come due sfingi contrapposte, emblema della città di Tebe, dagli egizi chiamata “Tepe”, che andrebbero ad alludere al vero nome del conte Vlad, ossia Dracula Tepes.
La ricostruzione degli studiosi porta a pensare che il conte Dracula non sarebbe morto in battaglia, ma sarebbe stato fatto prigioniero dai Turchi e in seguito riscattato dalla propria figlia, Maria Balsa, nel frattempo adottata da una famiglia di Napoli, città dove si sarebbe rifugiata, per ordine del padre, per salvarsi dalla persecuzione turca. Maria Balsa avrebbe quindi portato in Italia il padre Vlad, e, alla morte di quest’ultimo, lo avrebbe fatto tumulare nella tomba del marito, Matteo Ferrillo.
Nei confronti di questa teoria e sull’autorevolezza degli studi effettuati sono stati sollevati alcuni dubbi: non esisterebbe traccia di una figlia di Vlad, ma solo di figli maschi, mentre il soprannome “Tepes” non sarebbe riconducibile alla città di Tebe, ma alla parola turca che significherebbe “impalatore”, e, pertanto, non avrebbe senso il richiamo a tale epiteto infamante fatto incidere dalla figlia sulla tomba del padre. Inoltre, il drago rappresentato sulla lapide non richiamerebbe “Dracula”, ma semplicemente lo stemma araldico della famiglia di Matteo Ferrillo sul quale campeggiava, appunto, un drago. Il mistero, comunque affascinante, rimane.
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