Sindrome di Kawasaki: muore un bambino in Francia. La malattia si ritiene essere legata al Covid-19
#mondo Il bambino era stato ricoverato una settimana fa all'ospedale di Marsiglia, positivo al Coronavirus
Continua a mietere vittime la sindrome di Kawasaki, la malattia che colpisce i bambini che si ritiene collegata al Coronavirus. Ieri un bambino di 9 anni è morto a Marsiglia, in Francia, dove era ricoverato da una settimana, positivo al Covid-19. Come riporta il Corriere, è la prima vittima registrata in Francia e la seconda in Europa dopo che un adolescente è morto per la stessa sindrome a Londra la scorsa settimana.
Nello stato di New York il governatore Andrew Cuomo ha dichiarato che tre bambini sono morti in circostanze simili. La malattia, che i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) definiscono Sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini (Mis-C), è stata segnalata per la prima volta nel Regno Unito alla fine di aprile.
Sebbene si dica che la malattia di Kawasaki colpisca principalmente i bambini sotto i cinque anni, quelli diagnosticati in Francia hanno un’età compresa tra un anno e i 14 anni. In Europa sono stati segnalati circa 230 casi sospetti.
Lo sapevate? Quali sono le rotte aeree più colpite da turbolenze, in Europa e nel mondo
Turbolenze in volo: ecco, in Europa e nel mondo, i percorsi più colpiti.
La turbolenza durante i voli è un fenomeno ben noto ai viaggiatori, spesso associato a montagne, tempeste o correnti a getto. Non sorprende quindi che le catene montuose siano in cima alla lista delle rotte aeree più turbolente del 2024, secondo il sito di monitoraggio Turbli.com. Tra queste, le Ande in Sud America e l’Himalaya in Asia si distinguono come i principali protagonisti di percorsi particolarmente instabili.
Le rotte più turbolente del 2024: un’analisi condotta su 10.000 rotte aeree che collegano 550 tra i maggiori aeroporti del mondo ha evidenziato i percorsi più soggetti a turbolenze. Al primo posto si trova il volo breve di 196 chilometri tra Mendoza e Santiago, seguito dalle tratte Cordova-Santiago (660 km) e Mendoza-Salta (940 km).
In Europa, invece, la classifica delle rotte più turbolente vede sul podio i voli Nizza-Ginevra (299 km), Nizza-Zurigo (434 km) e Milano-Zurigo (203 km). Questi dati si basano sulle analisi della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e del Met Office britannico, che hanno contribuito a tracciare un quadro dettagliato delle condizioni atmosferiche.
Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, il cambiamento climatico è uno dei principali responsabili dell’aumento delle ore di “turbolenza in aria libera” (Clear-Air Turbulence, CAT). Questo tipo di turbolenza è particolarmente insidioso, poiché si verifica in assenza di segnali visibili come nuvole o temporali, rendendolo difficile da prevedere e gestire.
La maggior parte delle turbolenze in aria libera si verifica in prossimità delle correnti a getto, flussi d’aria rapidi che si muovono da ovest a est nella troposfera superiore, a un’altitudine compresa tra i 10 e i 12 chilometri (32.000-39.000 piedi). Quando gli aerei attraversano queste correnti, possono incontrare improvvisi picchi di aria instabile, noti come wind shear verticali, che generano turbolenza. Con l’aumento delle temperature globali, cresce anche l’energia nell’atmosfera, intensificando sia la velocità delle correnti a getto sia la frequenza dei wind shear.
Gli esperti prevedono che entro il 2050 i piloti si troveranno a fronteggiare il doppio delle turbolenze in aria libera rispetto a oggi. Questo incremento potrebbe avere un impatto significativo sulla pianificazione dei voli e sulla sicurezza aerea, soprattutto per i velivoli più piccoli. Infatti, sebbene le turbolenze non rappresentino una minaccia per la stabilità degli aerei di linea, i jet privati e gli ultraleggeri sono molto più vulnerabili. Dal 2009 al 2022, 38 persone hanno perso la vita a causa di incidenti legati a turbolenze su questo tipo di velivoli. Fonte Agi.
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