“Mamma, la polizia”, diceva per avvisare il padrone, un pusher brasiliano. Nei guai pappagallo “palo”
#mondo Il padrone spacciava e lui faceva da palo e, al grido di "Mamma, la polizia", lo avvisava dell'arrivo delle forze dell'ordine. Il pusher ora è stato arrestato e il pappagallo portato in uno zoo locale. Ma non è la prima volta che un volatile viene coinvolto in traffici di droga
La notizia del pappagallo arrestato in Brasile, nello stato del Piauí, è diventata presto virale facendo il giro del mondo. L’animale era stato addestrato dal suo padrone, uno spacciatore, per fare da “palo” e per avvisare dell’eventuale arrivo delle forze dell’ordine. “Mamma, la polizia” era la frase concordata. Come riporta TgCom, lunedì 22 aprile un blitz degli agenti ha però incastrato entrambi. Lo spacciatore ha tentato invano la fuga. La polizia ha arrestato lui e un’altra donna. Oltre al pappagallo, che adesso si trova in uno zoo locale.
Un giornalista brasiliano ha detto che dopo l’arresto l’animale non ha emesso alcun suono: “E’ stato silenzioso”. Non è la prima volta che un pappagallo viene coinvolto in traffici di droga. Nel 2010, in Colombia, è accaduto a un volatile di nome Lorenzo. Era addestrato per urlare “Corri! Corri!” (in spagnolo) non appena avesse visto un poliziotto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Va in vacanza e con le telecamere installate per sorvegliare il gatto sorprende il vicino a fare sesso sul suo letto
La donna, dopo aver visto la scena inaspettata sullo schermo del suo cellulare durante le vacanze, ha deciso di sporgere denuncia una volta tornata in città, fornendo prove fotografiche e video dell'accaduto.
Una vicenda avvenuta a Torino nel settembre 2019, dove una donna ha scoperto tramite una telecamera installata per controllare il suo gatto che il vicino usava il suo letto per incontri sessuali con un altro uomo, presumibilmente l’amante, ha recentemente visto la conclusione del processo.
La donna, dopo aver visto la scena inaspettata sullo schermo del suo cellulare durante le vacanze, ha deciso di sporgere denuncia una volta tornata in città, fornendo prove fotografiche e video dell’accaduto.
Il tribunale di Torino ha emesso la sentenza condannando sia il vicino che la proprietaria dell’alloggio a otto mesi di reclusione ciascuno per violazione di domicilio. Risulta che la proprietaria dell’appartamento fosse l’unica detentrice delle chiavi e le avesse passate al vicino per permettergli di utilizzare l’appartamento per gli incontri segreti con l’amante, dato che nel suo appartamento viveva il compagno.
La condanna è stata quindi emessa per l’intrusione non autorizzata nell’abitazione della donna e per la violazione della sua privacy.
© RIPRODUZIONE RISERVATA