Dopo aver fatto una scommessa con un amico, Steven Semmens, turista gallese di 35 anni, ha sniffato cocaina sulla tomba di Pablo Escobar, sepolto vicino a Medellìn, e ha postato il video sui social network.

Un tributo al “re” dei narcos colombiani che non è piaciuto per niente al governo di Bogotà che ha deciso di denunciarlo ed espellerlo dal territorio nazionale, dal quale è bandito per i prossimi cinque anni.

Semmens si trovava in Colombia per visitare una donna conosciuta a Ibiza e con la quale aveva concepito un bambino. Durante la visita aveva fatto una scommessa con un amico che gli aveva detto  «Ti darò 200 sterline se pubblichi un video su Facebook in cui sniffi cocaina sulla tomba di Pablo». Puntuale Semmens ha soddisfatto la richiesta dell’amico vincendo la scommessa, ma procurandosi non pochi guai. Oltre ai provvedimenti giudiziari il 35enne di Swansea ha ricevuto infatti parecchie minacce di morte sul web.

Il prete statunitense Lawrence Kozak, di 51 anni, è stato arrestato per aver sperperato oltre 40mila euro in microtransazioni di giochi come Candy Crush e Mario Kart Tour, utilizzando i fondi della sua Chiesa. Le microtransazioni sono diventate una caratteristica comune nei giochi popolari di oggi, sia su dispositivi mobili che su console.

Tuttavia, questa dipendenza può avere conseguenze devastanti sul portafoglio, come dimostra il caso del prete, che ha rubato migliaia di dollari dalle carte di credito collegate alla chiesa per finanziare la sua abitudine al gioco.

Kozak è stato accusato di furto e altri crimini perpetrati nel corso di tre anni, secondo quanto riferito dalla procura della contea di Chester, Filadelfia. Le indagini hanno rivelato che ha speso un’enorme somma in transazioni Apple dal 2019 al 2022. Sebbene abbia ammesso di aver effettuato gli acquisti per migliorare la sua esperienza di gioco, ha negato di averlo fatto intenzionalmente con i fondi della chiesa, sostenendo che fossero collegati al suo telefono per acquisti legittimi per la parrocchia e che li abbia utilizzati accidentalmente.

Successivamente, Kozak ha restituito alla chiesa 8000 dollari in “rimborsi parrocchiali” e si è scusato con la comunità per il suo errore, impegnandosi a restituire l’intera somma spesa.