Pandora: pubblicità natalizia accusata di sessismo, l’azienda replica: “Il messaggio è stato frainteso”
#Italia «Un ferro da stiro, un pigiama, un grembiule, un bracciale Pandora. Secondo te cosa la farebbe felice?» Questo lo slogan comparso a Milano nei cartelloni pubblicitari del noto marchio di gioielli "Pandora". Gli utenti non hanno affatto gradito il messaggio e hanno espresso la loro indignazioni sui social, costringendo così l'azienda a scusarsi e a fornire spiegazioni in merito.
È arrivato Dicembre, il mese per eccellenza degli addobbi, dei mercatini e dei doni di Natale. L’ azienda danese di gioielli “Pandora” ha pensato bene, attraverso un cartellone pubblicitario apparso nella metro di Milano, di aiutare i clienti a scegliere il regalo ideale per la propria lei.
«Un ferro da stiro, un pigiama, un grembiule, un bracciale Pandora. Secondo te cosa la farebbe felice?» recita lo slogan: epic fail, incomprensione o trovata pubblicitaria per far parlare di sé? Gli esperti ancora non riescono a decidersi, chi, invece, si è trovato d’accordo nell’ indignarsi profondamente è stato il popolo dei social: il noto marchio di gioielli è stato accusato di sessismo e di utilizzare i più fastidiosi stereotipi sul genere femminile. Alcuni azzardano scrivendo che anche le donne degli anni ’50 si sarebbero offese di fronte a questo tipo di pubblicità.
Le critiche sono state così pesanti che Pandora stessa è dovuta intervenire con ben due messaggi, infatti, si legge su Facebook nel loro account ufficiale: «Ciao a tutte, abbiamo continuato a leggere i vostri commenti relativi alla campagna di affissione nella metropolitana di Milano e ci teniamo a condividere con voi il nostro punto di vista. La nostra intenzione era quella di strizzare l’occhio ad alcuni stereotipi che tutte noi conosciamo in maniera ironica e giocosa, assolutamente non offensiva, con il desiderio di regalarvi un sorriso. In realtà abbiamo visto che estrapolati dal loro contesto alcuni passaggi di questa comunicazione hanno generato interpretazioni opposte al nostro intento, quindi ci scusiamo con tutte coloro che si sono sentite toccate nella loro sensibilità».
E, ancora: «Pandora Lovers, molte di voi hanno visto la nostra campagna Natale 2017 e le affissioni che coprono tutta l’Italia. Abbiamo notato però che il messaggio a volte è stato frainteso, per questo vogliamo raccontarvelo meglio. Da sempre Pandora ha a cuore le donne e quest’anno vuole aiutarle a trovare sotto l’albero il regalo perfetto. Quante di noi a Natale hanno ricevuto qualcosa di non gradito? Questa iniziativa nasce proprio da una ricerca che ha evidenziato come la maggior parte delle donne a Natale riceva sempre il regalo sbagliato. Auguriamo a tutte voi di ricevere proprio ciò che più desiderate.»
Se alcuni utenti hanno apprezzato le scuse, altri hanno continuato ad accusare l’azienda di far dirigere, ancora oggi nel 2017, le loro campagne di marketing a direttori “trogloditi” che causano questi incidenti imbarazzanti.
Non è la prima volta che il genere femminile si ritrova vittima di seccanti stereotipi, sessismo, giochi di parole che danno adito a doppi sensi e messaggi provocanti all’interno delle pubblicità, ciò che innegabilmente oggi sta cambiando è che sempre meno donne sono disposte ad accettare questo tipo di trattamento nelle strategie di marketing. I social network, ma non solo, stanno diventando degli importanti catalizzatori di attenzione per esprimere il proprio dissenso e ottenere dei provvedimenti, come, ad esempio, le scuse da parte del marchio o il cambiamento vero e proprio del messaggio pubblicitario.
Come riportato anche dall’ Huffingotn Post e da La Repubblica, i sindaci possono vietare le pubblicità sessiste, da Roma a Firenze, da Milano a Catania, ci sono state diverse iniziative di questo genere e, a incoraggiare le città a prendere tali decisioni, è stato anche il Protocollo per la dignità della donna e la parità di genere siglato a Marzo dell’ Istituto di autodisciplina pubblicitaria e dall’ Anci.
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