L’incredibile spunto arriva da DiPiù, il settimanale diretto da Sandro Meyer. Sulla rivista, in edicola in questi giorni, ha infatti trovato spazio il bizzarro interrogativo a proposito di Fabrizio Frizzi: «È possibile che un personaggio della tv diventi Santo per la Chiesa?». Una pista potenzialmente aperta, almeno secondo don Romano Gambalunga.

Il popolare conduttore, nell’ultimo periodo al timone de L’Eredità, è scomparso com’è noto lo scorso 26 marzo, a seguito di una breve malattia, lasciando un vuoto che ancora appare incolmabile non solo fra i suoi numerosissimi fan, ma anche fra i colleghi che, dalla Rai fino a Mediaset, si sono pronunciati all’unisono in merito al suo valore umano e professionale. Dalle colonne del settimanale, quindi, il curioso interrogativo, rivolto in un’intervista a don Romano Gambalunga, consultato in qualità di esperto del fenomeno santità.

Ma davvero sarebbe possibile immaginare una santificazione per l’indimenticabile voce dello sceriffo Woody? «Lo ritengo possibile, perché tutto parte da questo sentimento popolare, da questa fama di santità che si respira intorno a Frizzi e che si tocca con mano». Sarebbe infatti questo affettuoso entusiasmo, a detta del sacerdote, il primo e imprescindibile requisito per avviare un’indagine in merito alla santità di Frizzi. E, di conseguenza, il processo di canonizzazione, che potrebbe addirittura sorvolare sulla vita sentimentale del conduttore, sposato dal 2004 con Carlotta Mantovan ed ex marito della conduttrice Rita Dalla Chiesa.

L’attore Bernard Hill, celebre per i suoi ruoli in Titanic e nella trilogia del Signore degli Anelli, è morto all’età di 79 anni. Hill ha interpretato il capitano Edward Smith in Titanic, diretto da James Cameron, e Theoden, re di Rohan, nella saga de Il Signore degli Anelli.

La sua agente, Lou Colson, ha confermato la triste notizia alla Bbc.

Nato a Manchester il 17 dicembre 1944, Hill ha iniziato la sua carriera cinematografica nel 1982 con il film “Gandhi” di Richard Attenborough, seguito da un ruolo importante in “Il Bounty” di Roger Donaldson nel 1984.

Tra i suoi altri lavori troviamo “Le montagne della luna” del 1990 di Bob Rafelson, “Spiriti nelle tenebre” del 1996 di Stephen Hopkins, “Fino a prova contraria” del 1999 di Clint Eastwood, “Sogno di una notte di mezza estate” del 1999 di Michael Hoffman, “Il Re Scorpione” del 2002 di Chuck Russell e “Wimbledon” del 2004 di Richard Loncraine. Dopo un cameo in “Operazione Valchiria” del 2008 di Bryan Singer, tra le sue ultime apparizioni c’è “Golden Years – La banda dei pensionati” del 2016 di John Miller. Bernard Hill rimarrà per sempre nei nostri cuori come uno degli attori più iconici del cinema.