La cultura popolare cagliaritana è ricca di aneddoti, e le frasi che gli abitanti del capoluogo pronunciano, rievocano quasi inconsapevolmente episodi legati alla storia della città. Capita così che l’espressione “bogau a son’e corru“, affondi le sue radici nell’epoca della
Era il 10 marzo 1964 e in una mattinata di sole il pastore ventiquattrenne Giuseppe Mureddu si trovava al lavoro nelle campagne di Fonni. Si trattava di un’epoca piuttosto concitata. I reparti delle Forze d’Occupazione Italiane avevano infatti occupato la Barbagia per
Il 10 marzo 1876 l’inventore Alexander Graham Bell effettuò la prima telefonata ufficiale. Destinatario della chiamata, avvenuta nel laboratorio di Boston, il suo assistente Thomas Watson che si trovava nella stanza accanto e al quale disse: «Signor Watson, venga qui,
Questo incredibile monumento naturale si trova sul Monte Cépara, “Cuccur’e Zéppara” in sardo, che significa piccola cima. Il Monte Cépara è un colle alto poco più di 150 metri che sorge dentro il centro abitato di Guspini. La formazione basaltica
Le scuole sono chiuse, le palestre, biblioteche, ludoteche, serrande abbassate dappertutto: e come buona norma, tutti noi, ci adattiamo. E il farlo è un nostro dovere, perché da soli non ci salveremo mai, ma insieme qualcosa la si può provare
Come spiega il mensile Focus “L’iniziativa di celebrare la giornata internazionale della donna fu presa per la prima volta nel febbraio del 1909 negli Stati Uniti su iniziativa del Partito socialista americano. L’anno seguente, nel 1910, l’iniziativa venne raccolta da Clara
La prima vigilessa prese servizio il 31 ottobre del 1978, era la signora Maria Chiara Balistreri, un mese dopo prese servizio la signora Marisa Dragotta. Erano due belle ragazze e probabilmente all’epoca il pregiudizio nei loro confronti doveva essere diffuso.
“Anno bisesto che passi presto”, “Anno bisestile chi piange e chi stride”, “anno che bisesta non si sposa e non s’innesta” sono solo alcuni dei detti popolari legati alla convinzione che quando febbraio ha 29 giorni non ci si deve
Erano le 18.30 del 4 maggio 1871. Una trentina di donne, come ogni giorno, concludeva le proprie sedici ore di lavoro nel cantiere Azuni, uno dei tanti della miniera di Montevecchio, e raggiungeva il dormitorio per il meritato riposo. Stava sul tetto dell’edificio
Una foto estiva della città negli anni Settanta: via Alghero all’incrocio con piazza Repubblica. Si notano il filobus 5/12 e il doppio senso di circolazione. Auto, vestiti e negozi che non esistono più.