Cagliari, città accogliente e tranquilla, dove il razzismo è minoritario. A raccontarlo è Mohamed Boufarma, 25 anni, studente marocchino laureando in Relazioni internazionali dell’Università di Cagliari.
Mohamed è l’unico studente straniero che ha preso parte alla campagna “React”, iniziativa di 30 studenti dell’Università di Cagliari che aderisce al progetto americano “Peer to Peer – Challenging extremism”. <<Noi di React Cagliari – spiega Mohamed – abbiamo scelto come tema l’estremismo contro gli immigrati che è riscontrabile soprattutto nel linguaggio>>.
Mohamed è arrivato da Rabat nel settembre 2015, grazie al progetto “Sardegna Formed”, finanziato dalla Fondazione Banco di Sardegna. Una borsa di studio, grazie alla quale 23 studenti marocchini conseguiranno la laurea magistrale nell’Ateneo sardo.
Nell’intervista realizzata dal gruppo React, Mohamed si concentra su un punto molto importante, il significato della parola ‘pace’, centrale nella religione islamica. <<Molta informazione purtroppo – spiega – ha reso possibile l’associazione automatica tra le parole “musulmano” e “terrorista”. Molto dipende da un fattore linguistico. Ma come è possibile che una religione che usa la parola “pace” (Salam) nel suo saluto sia una religione che voglia la guerra?>>
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