Tiziana Murino

Mercoledì 29 febbraio le mura del teatro San Francesco di Tortolì hanno fatto da cornice ad una serata speciale dedicata alla poesia e a tutti coloro che di essa hanno fatto una passione, un piacere o addirittura un mestiere. Infatti in occasione del Festival Internazionale della Poesia, anche il pubblico ogliastrino ha voluto fare la sua parte. La serata è stata organizzata dalla poetessa arbataxina Seconda Carta e presentata dall’attore e regista Antonio Ghironi.

L’appuntamento è stato dedicato ad un grande poeta scomparso, originario di El Salvador: Roque Dalton. Quest’ultimo, giornalista e poeta, fu ucciso a causa delle sue idee politiche e secondo gli organizzatori “incarna perfettamente lo spirito del Festival: la letteratura che si fa messaggio, sacrificio per gli altri e coscienza”.

Sul palco si sono alternate le voci di numerosi aspiranti poeti e quelle di scrittori e scrittrici già affermati. Tra i tanti ricordiamo per il loro particolare contributo: Margherita Musella, Claudia Fois, Virginia Murru, Daniela Melis, Natalina Mulas, Michelangelo Caggiano, Giuseppe Marini, Emanuele Tortorelli, Sebastiano Pili, Simone Selenu, Veronica Blu e Pina Meridda.

Particolarmente intensa la poesia recitata a due voci da Virginia Murru e Daniela Melis (dedicata alla terribile piaga degli abusi sui minori) e il componimento di Seconda Carta intitolato “Quante volte, donna” al quale ha prestato la voce Tiziana Murino, giovane e promettente attrice ogliastrina. Non è mancato anche un importante riferimento all’attualità: Giuseppe Marini ha difatti dedicato un carme a Rossella Urru.

Ad intervallare le piacevoli ed emozionanti letture ci ha pensato la musica. Stefania Sistu, talentuosa cantautrice nostrana, ha offerto al pubblico alcuni brani particolarmente intensi. Molto apprezzati anche il trombettista Riccardo Pittau e l’attrice Antonella Puddu, lanciatisi in un duetto davvero spiritoso a cavallo tra musica e recitazione che ha entusiasmato gli spettatori.

Il bilancio della serata si è chiuso in positivo. Seconda Carta ci racconta: “sono felice di aver visto tanta partecipazione ed entusiasmo da parte del pubblico ogliastrino. Speriamo di poter replicare quanto prima: lo spazio che viene concesso all’arte poetica non è mai abbastanza”.

Il presentatore: Antonio Ghironi

Stefania Sistu canta “Because the night”

Veronizia Blu

Sebastiano Pili

Natalina Mulas legge una poesia del padre

Virginia Murru e Daniela Melis

E’ passato quasi un anno da quel giorno dello scorso giugno quando Federica Ghiani, veterinaria di Cagliari, riesce a strappare dalle fauci del suo adorato cane da guardia Guido, un piccolo passerotto. Sono trascorsi quasi 365 giorni e Paolo, così ha chiamato l’uccellino, non solo sta benissimo ma è diventato il re della sua casa.

Federica vive perennemente col piccolo pennuto sulla spalla, in testa, sul dito: lui non si stacca mai da lei, dimostrando una riconoscenza che solo gli animali sono in grado di provare. I video e le foto delle loro giornate vengono pubblicati quotidianamente sugli account social della veterinaria scatenando valanghe di affetto e anche curiosità relativamente alla vita in comune della strana, bellissima coppia (Facebook, Tik Tok, Instagram).

“Ho salvato Paolo dalle grinfie del mio amatissimo cane che, essendo da caccia, seguiva semplicemente la sua natura. Da allora la mia vita è cambiata. Mai avrei creduto che un passero, un animale libero e per niente incline ai “rapporti sociali”, potesse affezionarsi così a un umano fino a rispondere alla mia voce, quando lo chiamo. E’ semplicemente incredibile”.

Paolo vive in casa con Federica e la sua famiglia ed è legatissimo anche al marito e ai figli ma la sua “mamma” è lei che, d’altronde lo ha accudito e curato fin dal suo arrivo in casa, l’anno scorso. “Una delle cose che più mi lasciano stupefatta, ci racconta, è che Paolo non era piccolissimo d’età quando è stato catturato da Guido. L’imprinting non gliel’ho dato io. Si, io l’ho salvato ma è lui che ha deciso di trasferirsi qui!”.

E da allora pranzano insieme condividendo ciò che c’è sulla tavola, dormono insieme, trascorrono le giornate in perfetta sintonia, l’uno monitorando attentamente gli spostamenti e le attività dell’altra. “Quando devo uscire lui resta in un punto preciso della casa e aspetta il mio ritorno. Non appena apro la porta lo chiamo e lui vola felice da me, proprio come fa Guido scodinzolando!”.

Per chi se lo chiedesse Paolo no, non scappa: “Quando apro la finestra capita che mi accompagni in terrazzo ma poi ritorna subito dentro casa in autonomia, ormai questo è il suo nido, qui, dove viviamo noi, tutti insieme. E per ora va benissimo così perché lui non conosce i pericoli del mondo esterno, non potrebbe sopravvivere tra predatori, intemperie, ricerca di cibo. E se un giorno deciderà di volare via sarò felice per lui e onorata di aver trascorso parte della mia vita insieme a una creatura che, inaspettatamente considerata la sua natura, mi riempie di affetto e riconoscenza”.