Centri estivi del Cagliaritano: ecco quanto e in che modalità hanno lavorato questa estate

Nel corso di questa estate 2024 hanno lavorato tantissimo, offrendo un servizio prezioso alle famiglie. Sono i campi e i centri estivi per bambini e adolescenti di Cagliari e hinterland. Attività di mare e di spiaggia, in larga parte, ma anche di relazione con gli animali e scoperta degli spazi urbani. Tante le realtà. Integrazione prima di tutto e attraverso il gioco una forma educativa integrativa.
Per tutti i mesi di questa estate 2024, e sino a settembre, hanno offerto un servizio prezioso alle famiglie di Cagliari e non solo. Si tratta del grande lavoro degli operatori dei campi e dei centri estivi per bambini e adolescenti. Già immediatamente dopo lo squillo dell’ultima campanella scolastica, nello scorso giugno, dalle diverse associazioni del Cagliaritano un’educazione integrativa a quella scolastica e familiare. Attraverso giochi in mare e nelle spiagge, ma anche tante attività in città e persino con gli animali.
I numeri
L’ area cagliaritana e il suo mare offrono una grande varietà di soluzioni per i bimbi e gli adolescenti delle diverse famiglie della zona. Spesso entrambi i genitori lavorano e allora ecco la necessità di portare i ragazzi nei centri estivi. Magari con qualche sacrificio economico. Ma la richiesta, nella maggior parte dei casi, è ottima. “Anno dopo anno cambiano i numeri, a seconda delle stagioni, ma in linea di massima abbiamo lavorato abbastanza bene”, le parole di Mattia Murtas della società sportiva dilettantistica Summer Water Camp. “Quest’anno abbiamo avuto tra 170 e 200 bambini, dai 3 ai 15 anni. Svolgiamo attività prevalentemente acquatiche e d’inverno ci spostiamo nella piscina comunale di via dello Sport a Cagliari”. Un lavoro, che è anche passione, che non si limita all’estate ma va avanti per tutto l’anno. “Prevediamo attività doposcolastiche per dare continuità alle offerte estive”.
Tante richieste, dunque, e talvolta le associazioni possono applicare il numero chiuso, per seguire i bambini nel miglior modo possibile. Lo spiega Maria Ciaccio, dal 2014 al Progetto Sorriso Sardegna, Asd nata per dare sostegno a bambini e anziani, attraverso attività estive e invernali. “Il nostro campo estivo è a numero chiuso, proprio per offrire un servizio migliore alle famiglie”. Tetto massimo di 50 bambini e 11 operatori qualificati, tra insegnanti, istruttori e psicologi. “Non parliamo di numeri, ma di persone. Già dal momento dell’iscrizione infatti cerchiamo sempre di conoscere ogni bambino e le sue abitudini, per il suo benessere e per creare gruppi omogenei per lo svolgimento delle attività”.
Non un “parcheggio” per l’estate
Realtà diverse, quelle delle associazioni e dei centri estivi per giovanissimi. Ma la filosofia è la stessa per tutti. Le famiglie infatti non chiedono un “parcheggio” per i propri figli, in attesa del riavvio delle lezioni, ma forme educative integrative. “Da noi ci sono regole, in un rapporto numerico molto basso fra educatore e bambino”, spiega Marco Barbarossa di Seaworld, “e i genitori chiedono che i loro figli facciano attività in acqua e tanto mare”. Un’ASD nata 15 anni fa, ma che da dieci ha iniziato a lavorare con i campi estivi. Al mare nella bella stagione, in piscina d’inverno. E permettendo ai 60 ragazzi, dai 3 ai 17 anni e divisi per fascia di età, di impegnarsi nella settimana in sport che normalmente non praticano. “L’imprinting, rispetto magari a quello scolastico, è più elastico e adattabile alle esigenze delle famiglie”. Un percorso di crescita per i più piccoli, tra sport e spirito di convivenza. “Ci sono bambini che ci seguono tutto l’anno. E tra loro capita che si creino legami che vanno oltre l’esperienza estiva”.
Non solo mare
Ma durante l’estate non ci sono solamente attività acquatiche o da spiaggia. C’è chi offre ai giovanissimi qualcosa di alternativo, a contatto con gli animali. “Il nostro campo estivo preferisce lavorare con al massimo 10 bambini a settimana”, spiega Elena Maria Beneventi del Pet Therapy di Codice Segreto APS, al Paradise Ranch di Assemini, “questo perché a noi interessa la relazione con i nostri animali, che sono liberi”. Capre, asini, conigli e galline, tra i compagni bipedi o quadrupedi presenti. Un servizio diverso, che offre ai giovani la possibilità di relazionarsi con il mondo animale, rispettando i suoi bisogni e divertendosi. “Questo è il nostro primo anno e le attività sono andate molto bene. Noi supervisioniamo e diamo le regole. Ma lasciamo anche margini di libertà ai bambini”.
Bambini con esigenze educative specifiche
Nei campi e centri estivi delle diverse associazioni non mancano i bambini con disabilità o esigenze educative specifiche. “Noi per esempio abbiamo un bambino con sindrome di down”, spiega Marco Barbarossa, “e lavorano tutti in maniera integrata, in vista di un’integrazione che si rifletta anche nella società”. Bimbi con autismo, nei suoi diversi spettri, o Adhd. Fondamentale il supporto degli operatori dedicati, sempre in un rapporto 1 a 1. “Grazie a contributi regionali, la nostra associazione può permettere a questi bambini di frequentare il campo gratuitamente per non gravare eccessivamente sulle famiglie”, Maria Ciaccio di Progetto Sorriso. “Un mondo meraviglioso da scoprire che arricchisce anche noi”. Talvolta, a dare una mano ci pensano gli animali. “Sicuramente il rapporto con l’animale può aiutare quei bambini che soffrono di momenti di difficoltà sociale o disagio”, spiega Elena Maria Beneventi, “dato che l’animale fa proprio da mediatore sociale”.
Bambini alla scoperta della città
Al mare e in campagna. Ma i centri estivi possono essere anche nel cuore della città. Nel rione cagliaritano Marina ecco La Bottega dei Sogni, centro di quartiere operativo fino alla riapertura delle scuole. Un servizio gratuito messo a disposizione dal comune. Un centinaio tra bambini e adolescenti, dai 5 ai 17 anni, divisi in gruppi. “La nostra filosofia è muoversi in città e andare al mare”, spiega Valeria Ligas, “anche grazie a una convenzione con gli stabilimenti balneari militari”. Non solo mare, però. Seguiti dagli operatori presenti, circa una decina, i giovanissimi vanno anche alla scoperta della città. “Nei parchi, Monte Urpinu, Giardini Pubblici, Parco della Musica e Terramaini. Anche durante il periodo scolastico”. Promuovendo la mobilità in bus e soprattutto aiutando i ragazzi a orientarsi negli spazi urbani. “Educhiamo i bimbi alla cittadinanza consapevole”, spiega Ligas, “insegnando loro a prestare attenzione alle auto, ad esempio, stare sui mezzi pubblici, e muoversi in gruppo. E sono sempre contenti e rispettosi”. Spazio anche alle “avventure urbane” nei vari luoghi della città, “imparando a conoscerla e rispettarla”. Ma anche a escursioni fuori città. Un ambiente in cui sono tanti i bambini, nel rione Marina, di culture diverse. “Si imparano così le regole di convivenza e rispetto, conoscendo sempre più la propria realtà”.

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