In Sardegna ci sono due necropoli vicinissime che sfoggiano bellissime decorazioni

La decorazione più bella è quella che rappresenta un elemento verticale stilizzato a forma di volto con occhi e naso, che potrebbe rappresentare una divinità, forse la Dea Madre
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A Pimentel, nella Trexenta, troviamo due necropoli risalenti al Neolitico finale (IV e III millennio a.C.), molto vicine tra loro ma con differenze significative in termini di sviluppo architettonico e decorazioni. Si tratta delle necropoli di Corongiu e S’Acqua Salida (nota anche come Pranu Efis), scavate in una grande massa di arenaria.
La necropoli di Corongiu accoglie due domus de Janas, disposte a poche decine di metri l’una dall’altra, ma solo quella ad est è caratterizzata da eleganti decorazioni incise e dipinte in rosso sulla parete dell’ingresso. Al centro del fregio superiore è presente un elemento verticale stilizzato a forma di volto con occhi e naso, che potrebbe rappresentare una divinità, forse la Dea Madre. Accanto ai lati del portello, puoi apprezzare spirali, doppi cerchi e figure a barca.
La necropoli di S’Acqua Salida, invece, è divisa in due nuclei distinti l’uno dall’altro di circa 150 metri. Il primo nucleo ospita quattro tombe di varie tipologie, tra cui pozzetti e sviluppo orizzontale. Vicino a queste tombe trovi un’area sacra con un focolare e delle coppelle, che probabilmente erano usate per i riti funebri. Nelle tombe del secondo nucleo, invece, troverai elementi decorativi come nicchie, banconi e pilastri, in particolare nella tomba VI. Infine, ricordiamo che le necropoli sono state scolpite con maestria in un grande banco di arenaria.

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Asinara, l’assessore Spanedda: “La Regione vuole restituire all’isola un futuro degno della sua storia”

“Si parla spesso dell’Asinara come di un luogo abbandonato, bloccato da vincoli e burocrazia – afferma Spanedda – ma oggi abbiamo l’occasione di voltare pagina, con responsabilità e consapevolezza del suo straordinario valore ambientale, storico e strategico”.
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L’Asinara non può più essere considerata un’isola dimenticata. Lo ribadisce con forza l’assessore regionale agli Enti locali e Urbanistica, Francesco Spanedda, che rilancia l’impegno della Regione Sardegna per un rilancio concreto e sostenibile di uno dei luoghi più iconici del Mediterraneo.
“Si parla spesso dell’Asinara come di un luogo abbandonato, bloccato da vincoli e burocrazia – afferma Spanedda – ma oggi abbiamo l’occasione di voltare pagina, con responsabilità e consapevolezza del suo straordinario valore ambientale, storico e strategico”.
Il nodo, sottolinea l’assessore, resta la gestione dei beni trasferiti alla Regione in seguito alla dismissione da parte dello Stato: “Si tratta, nella maggior parte dei casi, di immobili in condizioni fatiscenti. Per anni abbiamo fatto fronte alle criticità utilizzando fondi regionali, e ora – grazie alla Conservatoria delle Coste – è stato stanziato un primo intervento da 5 milioni di euro per il recupero di alcune strutture”.
Ma la svolta, secondo Spanedda, passa soprattutto da un rinnovato dialogo istituzionale. “Nei mesi scorsi abbiamo attivato un tavolo con tutti i soggetti coinvolti nel futuro dell’Asinara. Ora chiediamo la riconvocazione del tavolo: è fondamentale che gli enti locali possano realmente utilizzare i beni che sono stati loro assegnati”.
L’obiettivo, chiarisce l’assessore, è chiaro: restituire all’Asinara un futuro all’altezza della sua storia e della sua bellezza. “Ma – conclude – serve anche la piena collaborazione dello Stato. Solo con un’azione condivisa sarà possibile costruire un progetto duraturo e rispettoso dell’unicità di quest’isola”.

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