Una tragedia ha colpito la comunità di Furtei nel sud della Sardegna, dove un uomo di 75 anni, Giuseppe Scano, è stato trovato senza vita nella sua abitazione. La scoperta è avvenuta nel pomeriggio, quando vigili del fuoco e carabinieri sono intervenuti in risposta alla chiamata preoccupata dei familiari.

L’uomo, trovato privo di vita nel suo bagno, indossava una tuta i cui pantaloni erano completamente avvolti dalle fiamme. La casa era invasa dal fumo. Secondo le prime ipotesi degli investigatori, sembra che una scintilla proveniente dal caminetto abbia accidentalmente innescato l’incendio nei pantaloni della tuta dell’uomo.

I familiari, non riuscendo a contattare Giuseppe Scano durante la mattina e notando l’assenza di risposta alla porta, avevano allertato le autorità. I vigili del fuoco hanno dovuto sfondare una finestra per entrare, scoprendo la tragica scena una volta all’interno.

Si ipotizza che, spaventato e desideroso di spegnere le fiamme, l’uomo abbia cercato rifugio nel bagno. Purtroppo, la situazione ha preso una svolta drammatica quando un infarto fulminante lo ha colpito, stroncandolo mentre cercava disperatamente di mettere fine all’incendio che lo circondava.

Si indaga sull’esatta dinamica della tragedia.

È stato identificato il responsabile dell’incendio che il 2 giugno scorso ha devastato due ettari di vegetazione in località Straccoxius, a Santa Giusta, arrivando a minacciare le abitazioni. Si tratta di un ottantenne del posto, proprietario di un fondo agricolo e titolare di un allevamento suino, denunciato dal Corpo forestale della Regione Sardegna per gestione illecita di rifiuti e incendio colposo.

Secondo quanto accertato dagli investigatori, l’uomo aveva incenerito rifiuti della porcilaia, tra cui contenitori in cartone e plastica usati per l’alimentazione dei suini, in un terreno agricolo adiacente all’allevamento. L’incendio sarebbe partito proprio da quel sito, dove i rifiuti venivano bruciati abitualmente nello stesso punto destinato alla deposizione dello stallatico, una sostanza organica che può diventare altamente infiammabile in presenza di elevate temperature e scarsa ventilazione.

Il fuoco, rimasto latente tra gli strati del cumulo, si sarebbe riattivato a causa del caldo e del vento di scirocco, favorendo la propagazione delle fiamme verso le abitazioni vicine. Il tempestivo intervento del sistema regionale antincendio ha evitato danni maggiori, riuscendo a contenere l’incendio prima che raggiungesse le case.

Le indagini hanno confermato che l’origine del rogo è da attribuire a una condotta colposa legata a pratiche illecite di smaltimento dei rifiuti domestici mediante incenerimento, una prassi pericolosa e vietata dalle normative ambientali.