In Sardegna ci sono due necropoli vicinissime che sfoggiano bellissime decorazioni
La decorazione più bella è quella che rappresenta un elemento verticale stilizzato a forma di volto con occhi e naso, che potrebbe rappresentare una divinità, forse la Dea Madre
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A Pimentel, nella Trexenta, troviamo due necropoli risalenti al Neolitico finale (IV e III millennio a.C.), molto vicine tra loro ma con differenze significative in termini di sviluppo architettonico e decorazioni. Si tratta delle necropoli di Corongiu e S’Acqua Salida (nota anche come Pranu Efis), scavate in una grande massa di arenaria.
La necropoli di Corongiu accoglie due domus de Janas, disposte a poche decine di metri l’una dall’altra, ma solo quella ad est è caratterizzata da eleganti decorazioni incise e dipinte in rosso sulla parete dell’ingresso. Al centro del fregio superiore è presente un elemento verticale stilizzato a forma di volto con occhi e naso, che potrebbe rappresentare una divinità, forse la Dea Madre. Accanto ai lati del portello, puoi apprezzare spirali, doppi cerchi e figure a barca.
La necropoli di S’Acqua Salida, invece, è divisa in due nuclei distinti l’uno dall’altro di circa 150 metri. Il primo nucleo ospita quattro tombe di varie tipologie, tra cui pozzetti e sviluppo orizzontale. Vicino a queste tombe trovi un’area sacra con un focolare e delle coppelle, che probabilmente erano usate per i riti funebri. Nelle tombe del secondo nucleo, invece, troverai elementi decorativi come nicchie, banconi e pilastri, in particolare nella tomba VI. Infine, ricordiamo che le necropoli sono state scolpite con maestria in un grande banco di arenaria.
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VIDEO – Capo Pecora, Arbus: papà e figlio salvano una tartaruga intrappolata e conquistano il web

Un gesto semplice ma eroico diventa virale: le lacrime di un bambino si trasformano in gioia per la tartaruga liberata dall’inquinamento umano.
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Una passeggiata come tante nella caletta di Capo Pecora si è trasformata in un salvataggio eroico che ha commosso l’Italia intera. Protagonisti un bambino e suo padre, che hanno trovato una tartaruga marina intrappolata in una fune legata alla pinna, vittima dell’inquinamento umano.
Il piccolo, vedendo l’animale soffrire, ha subito chiesto al padre di chiamare la Capitaneria di porto, ma il telefono non aveva campo. Senza esitazione, il bambino ha tagliato la corda e preso in braccio la tartaruga, camminando a lungo verso un punto di mare pulito e calmo. La tartaruga, apparentemente consapevole delle buone intenzioni, non si è dimenata e alla fine è stata rimessa in acqua, nuotando verso il largo. Il pianto iniziale del bambino si è trasformato in gioia, mentre la tartaruga riprendeva la sua libertà.
Le immagini del salvataggio, diffuse sui social, hanno rapidamente fatto il giro del web, trasformando i due protagonisti in veri e propri eroi del giorno per la sensibilità ambientale. Un gesto che ricorda quanto l’inquinamento rappresenti una minaccia costante per la fauna marina e sottolinea l’importanza di educare i più giovani al rispetto della natura.
Papà e figlio hanno mostrato con semplicità quanto un piccolo atto di coraggio e attenzione possa fare la differenza, diventando una lezione di vita sulla cura e la tutela dell’ambiente.
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