La bozza del nuovo decreto legge che sarà discusso oggi in Consiglio dei ministri, prevede da lunedì prossimo 11 ottobre la riapertura delle discoteche, l’aumento della capienza massima negli stadi e totale nei luoghi di cultura.

Infatti le discoteche avranno la possibilità di ospitare il 50% della capienza al chiuso e il 75% all’aperto, così come negli stadi, mentre nei palazzetti solo il 60%.  Il 100% invece è stato concesso ai teatri al cinema e gli altri luoghi di cultura, così come è stata soppressa la distanza interpersonale di un metro.

Nel caso di trasgressioni ai nuovi limiti di capienza ampliati, i gestori saranno puniti con la sanzione amministrativa di chiusura da un minimo di uno a un massimo di dieci giorni.

In base all’andamento della situazione epidemiologica e alle caratteristiche dei siti ed eventi, potranno subire delle modifiche questi limiti di capienza consentita.

Stretta di vite sul lavoro: dal 15 ottobre il datore di lavoro potrà chiedere di verificare il possesso della certificazione precedentemente al turno lavorativo.

Dura presa di posizione di Confindustria Sardegna sulla difficile situazione della continuità territoriale aerea.

Si legge in un comunicato: “La vicenda della continuità territoriale aerea della Sardegna con la recente esclusione di ITA per carenza di requisiti e la precedente di Volotea per vizi di forma, assume contorni sempre più drammatici e apre prospettive inaccettabili per l’economia e per l’intera società sarda.

Dopo anni di gestione emergenziale, caratterizzati da rinvii, proroghe ed aggiustamenti dell’ultimo momento si è arrivati ad una condizione di confusione e totale incertezza che emargina ancor più la Sardegna, già duramente provata da decenni di crisi economica e dalla recente crisi sanitaria.

Un danno economico, sociale e di immagine che colpisce indistintamente tutti i comparti produttivi, pregiudicando le prospettive di sviluppo e progresso sociale, di programmazione di qualsivoglia attività sia economica che individuale, andando a colpire imprenditori, professionisti, lavoratori, studenti, turisti, bisognosi di cure ed ogni cittadino che avrebbe il diritto ad una mobilità funzionale, equa e affidabile.

Inutile cercare alibi esterni e diversi che non risolvono i problemi e fanno perdere ulteriore tempo. Occorre piuttosto assumersi titolarità e responsabilità diretta di quanto sta avvenendo chiamando quelle competenze che sono assolutamente necessarie per riconnettere la Sardegna, la sua economia e società con il mondo civile”.