L’estate è sempre stata la stagione della musica e delle promozioni musicali attraverso concerti e tournée. Negli anni ’60, quando i videoclip erano ancora roba per pochi ma andavano forte i 45 giri, venivano realizzate trasmissioni televisive per promuovere i nuovi brani dei cantanti più o meno affermati.

“Un giorno a Capo Boi”, in un’unica puntata andata in onda sul secondo canale Rai nel settembre del 1964 e girata qualche mese prima, fu una di quelle. Lo show musicale venne ideato dal regista Enzo Trapani e fu girato, come indica il titolo, interamente in Sardegna a Capo Boi appunto, nella costa sud orientale verso Villasimius, nei pressi di Solanas.

Tra i vari cantanti che si esibirono nel corso della trasmissione, ci fu anche Luigi Tenco, che all’epoca aveva firmato un contratto con la Jolly di Walter Guertler. Come tutti i protagonisti dello show, anche Tenco si esibì nello splendido scenario della costa sarda orientale, in una natura ancora incontaminata (nel video si possono vedere ancora le strade bianche, ndr) con la canzone “Ho capito che ti amo“; per lui venne allestito un capanno in riva al mare.

La trasmissione, condotta dall’attore Giancarlo Sbragia, venne realizzata con la sponsorizzazione della “SAAR“, l’etichetta discografica distributrice delle etichette Jolly e Vogue, che associò alla trasmissione un concorso a premi chiamato “Jolly Estate 1964“. Al concorso si partecipava attraverso l’acquisto dei 45 giri delle canzoni dello show all’interno dei quali c’era una schedina dove, apponendo le proprie preferenze si poteva stilare così una classifica personale delle canzoni; il primo premio era un viaggio per due persone proprio al Grand Hotel Capo Boi di Villasimius.

Guarda il video dell’esibizione di Luigi Tenco

A volte per sognare in grande bastano piccole cose, o, in questo caso, piccole case. Quella di Mario Sotgiu in corso Garibaldi numero 6 ad Arzachena è di appena 24 metri quadrati e non è proprio una casa, ma un museo, il più d’Italia, dal nome “La scatola del tempo”. Nel mondo solo a New York esiste uno spazio espositivo più piccolo di questo.

Nel museo di Mario Sotgiu sono contenuti 5 mila anni di storia della Gallura. Lui è un tipografo e la sua “Scatola del tempo” non poteva quindi che essere un museo tipografico, che racconta la storia di un intero territorio, la Gallura, con foto, documenti e mappe.

Il museo è aperto sette giorni su sette ed è gratuito. Da quando è stato aperto tre anni fa lo hanno visitato migliaia di turisti. Al suo interno un libro dove lasciare un pensiero a Mario e una scatola delle offerte, purtroppo trafugata ben due volte.