Articolo di Laila Di Naro.

Il suo mood ricercato, il modo garbato, gli addobbi eleganti e la ricerca dei materiali, la scelta della location, e la passione per le tradizioni sarde, fanno di lei quasi una fata che magicamente trasforma i sogni dei futuri sposi in realtà. Nicoletta Pirrello, classe ’69, di professione weeding planner, con  creatività e fantasia organizza matrimoni esclusivi per rendere l’atmosfera magica e indimenticabile per il fatidico sì.

Il suo percorso inizia trent’anni fa nell’azienda di famiglia quando si divideva fra studi universitari e confezionamento di bomboniere: «Fui rapita dalla curiosità di mettere alla prova le mie capacità manuali e soprattutto ho colto l’opportunità di relazionarmi con le coppie instaurando un rapporto di fiducia nella preparazione della lista nozze. Ho scoperto quanto sia importante conoscere le esigenze e i gusti dei futuri sposi entrando anche nelle loro case». Inizia così il suo approccio con il mondo del wedding.

Qual è il segreto per realizzare un matrimonio perfetto?

«Come consulente credo che in questo settore l’esperienza sia fondamentale, improvvisarsi è inutile. Conoscere personalmente le coppie, coccolarle, rispettare i desideri e i gusti, conoscere il territorio, selezionare i fornitori,  sviluppare un’empatia con gli sposi  sono gli ingredienti vincenti per comporre la pozione magica».

Nicoletta Pirrello

Perché è importante la figura della wedding?

«In un mondo bombardato dal web che offre tanti spunti è indispensabile riuscire a mediare fra immaginazione e realtà territoriale. Realizzare le aspettative, contestualizzarle nel rispetto del budget e far sì che ogni matrimonio sia diverso fa la differenza».

Gli sposi  a Cagliari cosa chiedono?

«I matrimoni si fanno quasi sempre in estate e vorrebbero una location sul mare con la possibilità di sposarsi in spiaggia. Peccato però che l’offerta sia limitata perché ci sono pochissimi spazi sul mare e pure a prezzi esagerati. Quindi diventa più difficile instradarli in altre scelte. Il Comune (con la Deliberazione n. 25/2017) offre la possibilità di celebrare i matrimoni e costituzione delle unioni civili in sedi diverse per favorire una maggiore e migliore fruibilità del servizio in alternativa al Palazzo Comunale di via Roma e a quello della Municipalità di Pirri per mettersi al passo con l’evoluzione del costume e della società, per andare incontro alle numerose richieste ed esigenze manifestate dalla cittadinanza. Sono a disposizione il Castello di San Michele, la Terrazza Bastione Saint Remy, l’Antico Palazzo di Città, l’Arena Marina Piccola, il Lazzaretto di Sant’Elia, i Giardini Pubblici alla Galleria Comunale d’Arte e il Parco Ex Vetreria, a Pirri».

Una domanda tutta al femminile: quanto è importante la scelta dell’abito della sposa?

«E’ il punto di partenza, in questa scelta si definisce il mood del matrimonio. L’abito esprime i desideri, scatena le emozioni determinati per la realizzazione dell’evento. Se il matrimonio avverrà in spiaggia sarà una mise comoda ma raffinata seppur più complicata. Gli ospiti avranno un abbigliamento consono e l’esigenza è quella di indicare un dress code per gli invitati. Tutto per creare l’effetto sorpresa negli sposi e negli ospiti. Il 16 e il 17 marzo sarò ospite nell’atelier Eme’ in via Dante a Cagliari al Trunk shoow, un occasione per presentare e provare 10 modelli esclusivi della collezione Eme’».

Un consiglio ai futuri sposi?

«Affidarsi a una persona con esperienza del settore come una wedding planner ha i suoi vantaggi. Consiglio di rivolgervi ad una persona che ispiri fiducia e che sappia dare i giusti consigli in maniera discreta agli sposi  in base alle loro esigenze. E non solo. E’ giusto coinvolgere genitori, fratelli, amiche del cuore perché oltre al risparmio di energie e denaro è entusiasmante vivere le emozioni tutti assieme per creare la giusta alchimia e per affrontare con amore e serenità il giorno più bello della vita».

Insomma il punto di partenza siete voi, il vostro sogno, i vostri gusti, il resto lo vedrete insieme a Nicoletta, tutto quello che dovrete fare è trovare il partner giusto. Al resto ci pensa lei!

Il relitto spagnolo del 1400 e il suo prezioso carico di azulejos.

Nelle acque di una piccola isola della Sardegna si trova il relitto di un’antica nave spagnola del XV secolo che portava un carico di azulejos, caratteristiche mattonelle decorate con smalto blu e bianco. sapete dove si trova?

Nelle acque cristalline che lambiscono l’estremità sud-orientale della Sardegna, a pochi metri dalla costa frastagliata dell’Isola dei Cavoli, si cela un tesoro archeologico di inestimabile valore: il relitto di una nave spagnola del Quattrocento, naufragata probabilmente durante una tempesta mentre era diretta verso la Sicilia o la Puglia. Il suo carico, straordinario per qualità e significato storico, era composto da una grande quantità di azulejos, le celebri piastrelle smaltate in bianco e blu, simbolo dell’arte ceramica iberica.

La scoperta risale al 1987, quando una serie di indagini archeologiche subacquee condotte dalla Soprintendenza Archeologica, con il supporto dell’Amministrazione provinciale di Cagliari e successivamente dell’Università di Zaragoza, riportò alla luce i primi frammenti del relitto. Il sito era già noto tra gli appassionati di immersioni per l’abbondanza di reperti ceramici che, per anni, erano stati facilmente raggiungibili e spesso sottratti illegalmente. Le ricerche permisero di documentare due importanti nuclei di materiali sommersi.

Il primo comprendeva una notevole quantità di armamenti: 27 cannoni di varie dimensioni, un’ancora, numerosi proiettili e altre armi metalliche, oltre a frammenti di maioliche e ad alcune ceramiche parzialmente invetriate, ancora integre. A breve distanza, si rinvenne un raro frammento del fasciame ligneo dell’imbarcazione, lungo circa 10 metri e largo 5, ultimo testimone silenzioso del naufragio. Il secondo nucleo comprendeva una vasta quantità di stoviglie e piastrelle da rivestimento: piatti, ciotole, bacini decorati e soprattutto le iconiche azulejos quadrate, decorate con grande perizia artigianale.

Ma ciò che rende unico questo relitto è l’emblema inciso su molte delle piastrelle: tre ali poggianti su un artiglio, racchiuse in un festone vegetale. Si tratta del blasone di un ramo della famiglia Beccadelli, antica casata di origine bolognese al servizio dei sovrani aragonesi, trasferitasi in Sicilia. Una delle figure più note della famiglia fu Antonio Beccadelli, detto il Panormita, umanista, scrittore e precettore del re d’Aragona, che aveva fatto della Sicilia il centro della propria attività politica e culturale. La presenza del simbolo nobiliare privo dell’insegna reale, concessa solo nel 1450, permette agli studiosi di datare il relitto a prima di quell’anno.

Gli studiosi ipotizzano che il prezioso carico fosse destinato alla residenza reale della Zisa a Palermo, che proprio in quegli anni era oggetto di importanti lavori di restauro e rinnovamento. Oggi, l’ultima sala del Museo Archeologico di Villasimius è interamente dedicata a questo straordinario ritrovamento. L’allestimento racconta non solo il naufragio e il recupero dei reperti, ma anche il contesto storico e culturale di un’epoca in cui le rotte del Mediterraneo erano percorse da commercianti, nobili, artisti e mercanti.

Il relitto dell’Isola dei Cavoli, custodito nelle sue acque poco profonde – appena oltre i 10 metri – è una delle testimonianze subacquee più importanti del Mediterraneo occidentale. Non solo per il valore materiale del suo carico, ma per il modo in cui unisce arte, storia e archeologia in una narrazione che affascina studiosi e visitatori. Una storia sarda e spagnola insieme, che emerge dal fondale per raccontarci il legame profondo tra le isole del Mediterraneo, i popoli che le hanno attraversate e le meraviglie che hanno lasciato dietro di sé.