Nella serata di ieri 1 maggio si è tenuta in Prefettura la solenne cerimonia di consegna delle Stelle al Merito del Lavoro, conferite dal Presidente della Repubblica ai benemeriti di tutta la Sardegna. Si tratta di Angius Antonio, Argiolas Gianfranco, Cabras Mariano, Carta Giovanni Antonio, Cirincione Giuseppina, Cosmi Giuseppina, Frau Bernardina, Gallinucci Giuliano, Lampis Attilio, Lavra Angelo, Licheri Efisio Luigi, Moi Ignazio, Moro Antonio, Musinu Antonio Maria, Onnis Luisella, Patteri Luigi, Puggioni Nicolino, Rizzardini Sandro, Romanino Luigi, Ruiu Maria Speranza, Sedda Franco, Spagnesi Sergio, Spani Pier Paolo, Ullasci Nello e Vacca Augusto Giuseppe.

La Prefetta di Cagliari Giuliana Perrotta alla cerimonia di consegna.

Quest’anno, l’importante evento, presieduto dal Prefetto Giuliana Perrotta, delegata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri a rappresentare il Governo, si è tenuto nel tardo pomeriggio per evitare sovrapposizioni con lo svolgimento delle tradizionali manifestazioni per la Festa di Sant’Efisio, così da consentire alla cerimonia di protrarsi in uno spazio temporale più ampio e facilitare la partecipazione ad essa da parte di tutta la cittadinanza.

Le Stelle al merito del Lavoro, prestigioso riconoscimento destinato alle lavoratrici ed ai lavoratori che nel corso della carriera si siano distinti per particolari meriti di perizia e laboriosità, sono state consegnate a venticinque nuovi Maestri del Lavoro provenienti da tutta l’Isola.

Il Prefetto, nell’intervento introduttivo, nel sottolineare l’importanza di celebrare la Festa del Lavoro, che rappresenta uno dei valori fondanti della Costituzione, ha colto l’occasione, attesa la sua destinazione ad altro incarico disposta dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 28 aprile scorso, per salutare Istituzioni e cittadinanza e fare un breve riassunto dell’intensa attività portata avanti in ventidue mesi della sua permanenza in Sardegna.

Sono poi intervenuti il Vice Sindaco di Cagliari Luisa Anna Marras, l’Assessore regionale del Lavoro Virginia Mura, il Capo dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Cagliari ed Oristano Eugenio Annicchiarico e il Console Regionale dei Maestri del Lavoro Elio Contini.

Hanno partecipato alla cerimonia, tra gli altri, il Vicario Generale della Diocesi di Cagliari Monsignor Franco Puddu, i vertici delle autorità civili e militari, nonché i Sindaci dei Comuni di Porto Torres, di Quartucciu, di Sinnai, di Sorso, di Thiesi e i Vice Sindaci di Sassari, Selargius e Capoterra.

A Cagliari, nel quartiere Villanova, sorge la Basilica di San Saturnino.

È la chiesa più antica di tutta la Sardegna, dedicata appunto a San Saturnino, giovane martire e patrono della città, la cui leggenda aleggia ancora tra le sue mura di pietra chiara.

Sotto il suo pavimento e tutt’intorno si estende una necropoli paleocristiana, un mosaico di sepolture e memorie che arriva fino alla chiesa di San Lucifero, raccontando secoli di devozione e di vita silenziosa sotto terra.

Le sue origini affondano nel VI secolo, quando il diacono Ferrando la descrisse come un santuario “fuori città”, circondato dal silenzio e dal vento del colle. La tradizione vuole che sia sorta sul sepolcro di Saturnino, ucciso nel 304 d.C. durante le persecuzioni di Diocleziano. Molti secoli dopo, nel 1089, la chiesa passò ai monaci benedettini di San Vittore di Marsiglia, che le diedero il volto romanico che oggi possiamo ancora intuire: archi sobri, linee provenzali e una solennità senza ornamenti.

La storia, però, non è stata gentile con lei. Subì danni durante l’assedio aragonese del 1324, e molti dei suoi elementi architettonici vennero smontati e riutilizzati altrove, come reliquie di pietra. Poi, dopo i bombardamenti del 1943, la basilica trovò nuova vita grazie ai restauri del dopoguerra e ai lavori condotti tra 1978 e 1996, che misero in luce il suo cuore più antico: il vano cupolato, dove la luce filtra come un soffio divino.

Riaperta al culto nel 2004, oggi la basilica accoglie visitatori e studiosi con la sua pianta a croce greca, la cupola centrale e l’abside semicircolare. Tutto intorno, l’area recintata della necropoli continua a rivelare segreti sepolti, pezzi di storia che lentamente riaffiorano.

Chiesa di San Saturnino, Cagliari PH Vistanet

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