Cagliari, Nuovo Borgo Sant’Elia: conoscete la sua storia? Nascita e trasformazioni di un quartiere complesso

Sapevate che il complesso del Favero è ispirato all’architettura brutalista delle Unité d’Habitation di Le Corbusier?
Il Nuovo Borgo Sant’Elia è uno dei quartieri di Cagliari, con una popolazione di 4.749 abitanti. Situato tra il Quartiere del Sole e La Palma, è separato da questi dal viale Poetto e confina con il Borgo Sant’Elia, dal quale è diviso dall’omonima via. Geograficamente delimitato a nord dal canale di San Bartolomeo e a ovest affacciato sul mare, il quartiere ha vissuto profonde trasformazioni nel corso degli anni, da area paludosa a zona residenziale popolare.
In passato, il territorio era caratterizzato dalla presenza del canale dei Pescatori e da paludi salmastre, bonificate all’inizio degli anni Settanta con l’avvio dell’urbanizzazione. Proprio sulla terra sottratta al mare venne edificato il complesso del Favero, ispirato all’architettura brutalista delle Unité d’Habitation di Le Corbusier.
I lavori, finanziati dalla legge del 18 aprile 1962 n. 167, iniziarono nel 1975 e si conclusero nel 1978 con la consegna dell’opera all’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP), che assegnò i 1.256 alloggi l’anno successivo. Tuttavia, la costruzione dell’Asse Mediano di Scorrimento contribuì a isolare ulteriormente il quartiere, già carente di un’adeguata viabilità verso il resto della città.
Negli anni Ottanta e Novanta, il Nuovo Borgo Sant’Elia si espanse con la costruzione di tre nuovi complessi: Le Lame, Le Torri e Gli Anelli, portando la popolazione a circa 9.000 abitanti. Durante questo periodo, il quartiere divenne tristemente noto per episodi di criminalità, tra cui furti, occupazioni abusive, roghi di autovetture e traffico di droga. Questa stigmatizzazione ha contribuito a rafforzare l’immagine di Sant’Elia come un’area problematica e periferica.
A partire dagli anni Duemila, l’amministrazione comunale ha avviato diversi interventi per contrastare il degrado e rilanciare il quartiere. Nel 2012 è stata costruita l’arena per grandi eventi, seguita nel 2014 dalla ristrutturazione del lungomare, inaugurata dal sindaco Massimo Zedda. Nel 2022 è stato realizzato un nuovo ponte pedonale che collega il lungomare con il Padiglione del Sale.
Parallelamente, il quartiere ha ospitato numerosi festival di arte di strada, con murales realizzati da artisti come Ericailcane, e progetti ecosostenibili come il plogging organizzato in collaborazione con Marevivo. Tuttavia, il complesso del Favero, a oltre 40 anni dalla sua costruzione, si trova in condizioni igienico-sanitarie critiche, tanto da spingere l’amministrazione comunale a considerare la sua demolizione, ipotesi osteggiata dai residenti.
La nascita del Nuovo Borgo Sant’Elia è stata accompagnata da conflitti sociali e politici, con i comitati di quartiere che hanno rivendicato nuovi servizi e alloggi popolari. La costruzione del Favero ha rappresentato una cesura tra il Borgo Vecchio e la nuova area abitativa, creando divisioni spaziali e identitarie.

Planimetria P.E.E.P. Piani per l’Edilizia Economica e Popolare di Sant’Elia – Istituto Autonomo Case Popolari. Fonte: Urban Center
Il complesso, con i suoi quattordici blocchi organizzati intorno a tre piazze, ha modificato radicalmente il tessuto urbano, imponendo un modello abitativo differente rispetto alle piccole case del Borgo Vecchio. Nel tempo, il quartiere ha assunto una sua specifica identità, passando dall’essere considerato una realtà marginale e pericolosa a una comunità consapevole delle proprie difficoltà ma anche delle sue potenzialità.
Negli ultimi decenni, diversi programmi nazionali e locali hanno cercato di ridefinire il ruolo di Sant’Elia nella città, con interventi volti a rompere il suo isolamento e favorire l’inclusione urbana. Tuttavia, molti progetti sono rimasti incompiuti o in fase di progettazione, lasciando irrisolti problemi di integrazione e vivibilità.
Il quartiere continua a essere un luogo complesso, simbolo delle contraddizioni tra marginalità e appartenenza, tra degrado e tentativi di riqualificazione. La sfida per il futuro sarà quella di superare le barriere fisiche e sociali, restituendo a Sant’Elia una centralità nel contesto urbano di Cagliari.

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