Lo sapevate? Come si dice lumaca in sardo campidanese?

Un nome che sembra quasi uno scioglilingua, si attorciglia proprio come una lumaca nel suo guscio e crea un'immagine poetica, che piace a grandi e bambini.
Lo sapevate? Come si dice lumaca in sardo campidanese?
Un nome che sembra quasi uno scioglilingua, si attorciglia proprio come una lumaca nel suo guscio e crea un’immagine poetica, che piace a grandi e bambini.
In sardo campidanese, la lumaca si chiama su sitzigorru, un nome che danza sulla lingua come un gioco antico, un suono che si attorciglia proprio come il piccolo abitante del suo guscio. È una parola che evoca immagini vivide, quasi un piccolo incantesimo fonetico che affascina grandi e bambini.
E poi, la natura si diverte a dare sfumature e distinzioni anche tra le sue creature più semplici. Su boveri è su sitzigorru mascu, il maschio, quasi come se fosse il guardiano di questo minuscolo mondo nascosto tra l’erba umida. Se il guscio porta striature sottili, il suo nome si allunga e diventa sitzigorru petiatzu, come un racconto che si intreccia tra le pieghe del tempo. Ma quando il guscio è ancora tenero, fragile come una promessa appena nata, allora è su sitzigorru buca moddi, una piccola casa in divenire, delicata come il primo respiro di un giorno di pioggia.
E infine, c’è chi sfida le onde e non striscia sulla terra, ma scivola tra le correnti salate del mare: è su sitzigorru de mari, una piccola creatura che porta con sé la leggerezza dell’acqua e il mistero delle profondità.
Ogni nome racconta una storia, ogni parola sussurra un frammento di terra e di mare, di vento e di pioggia. Il sardo non è solo una lingua, è una melodia incisa nella memoria, un suono che raccoglie la vita e la trasforma in poesia.

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