Bimba di 9 mesi sbranata dal pitbull di famiglia: “Limitare riproduzione di razze specifiche, maggiore educazione dei proprietari”, parla Cosetta Prontu

"Nella vicenda che è all'attenzione delle cronache di questi giorni le vittime reali sono due, una povera bimba appena venuta al mondo ed un cane che in mani diverse avrebbe potuto esprimere la sua reale natura. Entrambi privati di una futuro".
Una povera bimba di nove mesi vittima di un tragico destino, azzannata dal Pitbull di famiglia. Questa drammatica vicenda, che potrebbe apparire isolata, è invece il risultato di problemi sistematici cui nessuno sembra voler dare una risposta concreta e definitiva. Ne parla con noi Cosetta Prontu, responsabile del rifugio I Fratelli Minori di Olbia che ospita circa 400 tra cani problematici, maltrattati, e con ogni tipologia di trascorso. Una vita in missione per salvare anime indifese alla mercè della cattiveria umana.
“Le tragedie come queste purtroppo sono il riflesso di una sottovalutazione generale del problema: da una parte chi possiede cani di razze potenzialmente pericolose spesso non ha le competenze né la mentalità adeguata, dall’altra manca un sistema efficace per controllare e regolamentare la gestione di questi animali. Troppo spesso i detentori di tali cani sono individui che vogliono compensare insicurezze personali con atteggiamenti da “bulletti” ma non sono disposti ad investire nel loro addestramento e benessere”, così dice Prontu.
“Dietro le sbarre dei rifugi infatti, ci sono molte storie non raccontate. Cani che nella loro indole possono essere dolci e affettuosi, vengono maltrattati da proprietari incompetenti, incapaci non solo di prendersi cura di un animale, ma neanche di gestire la loro stessa vita. Sono poche le persone che comprendono davvero le difficoltà a cui vengono sottoposti questi cani, che spesso finiscono per pagare le conseguenze degli errori umani. Diventa quindi urgente discutere soluzioni concrete: limitare la riproduzione di razze specifiche, prevedere sistemi di adozione più rigidi e partecipati, e spingere verso una maggiore educazione dei proprietari”.
“Le semplici abilitazioni attualmente previste per chi desidera possedere razze potenzialmente pericolose non sono sufficienti. È necessario istituire una task force dedicata che indaghi sulle cause più profonde che portano all’acquisto di tali cani e che vigili sul fenomeno delle cucciolate vendute senza alcun controllo. Alla luce di tutto ciò, per il bene dei cani stessi e delle famiglie che li ospitano, è fondamentale promuovere una cultura della consapevolezza e della responsabilità. E per coloro che cercano solo di compensare le loro mancanze personali con razze impegnative, forse, il consiglio migliore è di rivolgersi ad uno specialista per affrontare le loro frustrazioni interiori prima di coinvolgere degli animali innocenti”.
“Per concludere, è importante sottolineare che ci sono anche storie positive come quella di Giorgio, un Pitbull che vive serenamente con la sua famiglia. Giorgio è un esempio vivente di come questi cani, se gestiti con responsabilità e amore, possano essere compagni fedeli ed affettuosi. Condivide il suo quotidiano con bambini, ragazzi ed altri animali dimostrando che la paura nei confronti di questa razza può essere superata con una buona educazione e un attento monitoraggio. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che Giorgio gioca sempre in un ambiente sicuro e sotto la supervisione dei suoi familiari. La presenza di un adulto responsabile è essenziale per prevenire eventuali situazioni pericolose e garantire un’interazione positiva”.
“Storie come quella di Giorgio ci ricordano che non sono i cani a essere intrinsecamente pericolosi, ma spesso sono le circostanze e la gestione che possono portare a conseguenze tragiche. Per questo è fondamentale promuovere comportamenti responsabili tra i detentori di cani, di ogni tipo di razza e continuare a lavorare verso un futuro in cui ogni animale possa vivere in sicurezza e felicità, accanto a chi sa prendersene cura nel modo giusto. Nella vicenda che è all’attenzione delle cronache di questi giorni le vittime reali sono due, una povera bimba appena venuta al mondo ed un cane che in mani diverse avrebbe potuto esprimere la sua reale natura. Entrambi privati di una futuro”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA