Il 17 febbraio, una triste data da dimenticare per l’Isola: i bombardamenti sul capoluogo e il loro bilancio

Febbraio, come ci ricorda l'esperto in Guerre Mondiali Stefano Cogoni, è un mese particolare per la nostra Isola: riporta infatti alla mente episodi molto dolorosi legati alla Guerra.
«I bombardamenti sul capoluogo cagliaritano iniziarono il 17 febbraio 1943» spiega Stefano Cogoni, esperto in Guerre Mondiali e amministratore del gruppo social Amici dei Fortini. «A differenza delle precedenti incursioni, questa interessò maggiormente il centro cittadino.»
Febbraio, come ci ricorda Stefano Cogoni, è un mese particolare per la nostra Isola: riporta infatti alla mente episodi molto dolorosi legati alla Guerra.
«I primi aerei americani, centocinque tra Fortezze volanti B-17 e Lightning P-38 a doppia fusoliera, giunsero in città alle ore 14:10 locali, colpendo con spezzoni e bombe la zona compresa tra via Nuoro, via Barone Rossi, viale Bonaria e viale Diaz e la zona davanti alla chiesa di San Michele, interessando inoltre i quartieri di Stampace, Castello e le zone del Terrapieno e Genneruxi» spiega l’esperto. «L’attacco durò circa trenta minuti, causando la morte di 97 persone, tra le quali l’illustratore Tarquinio Sini.»
Un bilancio pesantissimo, insomma, anche perché le persone si esposero al bombardamento riversandosi per strada o nei balconi.
«A ciò si sommò una certa disorganizzazione nella costruzione delle vie di fuga per i cittadini: una parte dei corpi, infatti, venne ritrovata ammassata davanti al rifugio del carcere di Santa Restituta (via Sant’Efisio) davanti al quale era stato costruito un muro avente il compito di favorire l’afflusso all’ingresso del rifugio, ma che difatti impedì a molte persone di accedere facilmente allo stesso» continua Cogoni. «Dopo Cagliari, i bombardieri americani (probabilmente diretti all’aeroporto militare di Villacidro) passarono sopra il paese di Quartu Sant’Elena (otto morti circa)(vie colpite: Piazza Iv Novembre, Via Fiume, V. Emanuele, S. Antonio, E. Porcu(2° tronco), R. Vitelli, B. sassari e Cagliari) e Gonnosfanadiga, sulla quale lanciarono verso le 15 numerosi spezzoni colpendo principalmente il rettifilo Porru Bonelli, la via Guglielmo Marconi in unione alla via Cagliari affollata di persone. Morirono tra gli ottantatré e le centodiciotto persone, tra cui una ventina di bambini. I feriti furono trecentotrenta. In ambedue linee, molte case furono colpite da numerosi proiettili esplodenti, che sfondarono tetti, fracassarono mobili e porte, seminarono una violentissima grandine di migliaia e migliaia di schegge metalliche che uccisero, abbattendole al suolo, molte persone e crivellarono, tutto attorno, gli intonaci dei muri, traforando lamine ferree di cancelli, di badili e di quanti altri oggetti si trovavano nelle case e nei cortili e nelle piazze adiacenti. Il rettifilo fu, in un attimo, sparso di cadaveri giacenti nel proprio sangue: corpi privi di testa, braccia e gambe staccate dai propri busti, persone sventrate, morte e morenti, e gran numero di feriti, gravi e gravissimi. Lo stesso impressionante spettacolo si vedeva in tutti gli altri punti del paese e nelle case e nelle case e nei cortili, dove i buoni cittadini erano stati sorpresi dalla improvvisa e fulminea comparsa degli aeroplani.»
Cogoni, che presto pubblicherà un libro che racconta attacchi da bombe e mitragliamenti in Sardegna durante la seconda guerra mondiale (il cui ricavato andrà in beneficenza), ha avuto il piacere, negli ultimi sei anni, di intervistare parecchi anziani tra cui di Cagliari, Quartu S.E. e Gonnosfanadiga: «Mi hanno raccontato che il 17 febbraio 1943 è stato un giorno terribile. Loro, all’epoca ragazzini, giocavano, facevano commissioni per la famiglia o svolgevano attività adeguate alla loro età e, vedendo questi aerei passare sopra le loro teste, li contavano, come in un gioco, senza capire che poi sarebbe successo l’inferno. Hanno raccontato della paura, terrore, dei feriti e dei morti e di come loro per fortuna si sono salvati e hanno avuto la forza di raccontare a me e ad altri per non far dimenticare quell’episodio. La storia non va mai dimenticata e trasmessa anche alle nuove generazioni e che non succeda più.»
Bollettino di guerra n° 999 del Comando Supremo delle Forze Armate Italiane, diffuso dalla Radio il 18 febbraio 1943, riferito al giorno suddetto: “Bombardieri americani hanno lanciato bombe dirompenti e incendiarie su Cagliari, Quartu Sant’Elena, Gonnosfanadiga, causando gravi danni ad abitazioni civili e vittime tra la popolazione”.

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