Lo sapevate? Da dove deriva e cosa vuol dire in Sardegna la parola “aiò”?

Sapevate che con una sola, piccolissima parola i sardi riescono a esprimere fretta, impazienza, sorpresa, incitamento e persino incredulità? Ebbene sì, stiamo parlando di aiò, l’esclamazione che fuori dall’Isola è diventata praticamente un marchio di fabbrica della Sardegna.
Lo sapevate? Da dove deriva e cosa vuol dire in Sardegna la parola “aiò”?
Sapevate che con una sola, piccolissima parola i sardi riescono a esprimere fretta, impazienza, sorpresa, incitamento e persino incredulità? Ebbene sì, stiamo parlando di aiò, l’esclamazione che fuori dall’Isola è diventata praticamente un marchio di fabbrica della Sardegna.
Ma cosa significa davvero aiò? Il più delle volte è traducibile con un semplice “andiamo!”, ma ridurlo solo a questo sarebbe un torto alla sua versatilità. Può voler dire “su!”, “forza!”, “dai!”, “sbrigati!”, “muoviti!”, ma anche “ma davvero?”, “non ci credo!” o addirittura servire per richiamare gli animali durante la traina. Insomma, un vero e proprio coltellino svizzero linguistico!
E da dove arriva questa magica parolina? Pare derivi dal latino ire (“andare”), proprio come il francese allons. E infatti, non è solo una questione sarda: la parola è presente anche nei dialetti corsi e perfino nell’italiano regionale dell’Isola. Per i sardi, però, aiò non è solo un’espressione: è un atteggiamento, un modo di essere. È l’invito deciso del pastore che guida il gregge, l’incitamento tra amici in ritardo, l’esortazione del nonno al nipote che perde tempo, la spinta necessaria quando si deve agire senza troppe storie.
Insieme a eja (che significa “sì” e ha lo stesso spirito sbrigativo), aiò è una di quelle parole che, una volta sentite, non si dimenticano più. Perché dietro un suono così semplice c’è tutta l’anima della Sardegna: energica, diretta, schietta. E allora, aiò, andiamo avanti!

© RIPRODUZIONE RISERVATA