Un grave incendio si è sviluppato questa notte intorno alle ore 3 presso il porto turistico di Fertilia, ad Alghero. Le fiamme hanno coinvolto quattro imbarcazioni: tre natanti di piccole e medie dimensioni e un gommone. Il rogo, le cui cause sono ancora in corso di accertamento, ha richiesto un intervento tempestivo per evitare ulteriori danni.

Sul posto è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Alghero, supportata dall’autobotte della Sede Centrale di Sassari e dal Funzionario di servizio. L’azione rapida e coordinata dei soccorritori è stata cruciale per contenere l’incendio e scongiurare ulteriori rischi.

Anche gli equipaggi della Guardia Costiera hanno svolto un ruolo fondamentale, collaborando nelle operazioni di disormeggio di alcune imbarcazioni vicine per evitare che le fiamme si propagassero ulteriormente. Grazie a queste operazioni, non si sono registrati danni ad altre imbarcazioni né feriti tra le persone presenti.

Le cause dell’incendio restano al momento sconosciute e sono oggetto di indagine da parte delle autorità competenti. Non si esclude nessuna ipotesi, compresa quella del cortocircuito o di un’eventuale origine dolosa.

Questo episodio sottolinea l’importanza di garantire misure di sicurezza adeguate nei porti turistici, soprattutto per prevenire incidenti che potrebbero avere conseguenze più gravi. La pronta reazione dei soccorritori ha evitato che la situazione degenerasse, ma l’incidente rappresenta un richiamo alla necessità di controlli periodici e protocolli di emergenza ben definiti.

I danni materiali sono ancora in fase di valutazione, ma l’evento ha già destato grande preoccupazione tra gli operatori portuali e i proprietari di imbarcazioni della zona.

Nascosto tra i boschi e le distese di asfodeli alle pendici del monte Tamara, nel territorio di Nuxis, il pozzo sacro di Tattinu continua ad affascinare studiosi e visitatori. Un monumento silenzioso e enigmatico, la cui architettura fuori dal comune solleva interrogativi ancora irrisolti: frutto di precise scelte costruttive o custode di segreti che solo future campagne di scavo potranno rivelare?

Foto Nicola Castangia

La prima e più evidente particolarità rispetto ai tradizionali pozzi sacri nuragici è l’apparente assenza di un vestibolo o di altre strutture visibili in superficie. Il percorso verso l’acqua inizia direttamente con una lunga scalinata di 28 gradini, che incide il terreno formando un vuoto rettangolare. Alla base, si apre un vano d’acqua lungo poco più di otto metri e largo appena uno, incorniciato da pareti che accompagnano lo sguardo fino alla camera sotterranea.

Foto Fabrizio Bibi Pinna

La struttura del pozzo è a dir poco insolita: ha una sezione “a bottiglia” e una pianta ellittica, soluzioni raramente documentate nel panorama nuragico. Alta circa cinque metri, la camera è coperta da una volta a tholos, realizzata con blocchi di calcare perfettamente lavorati, integrati da ciottoli accuratamente disposti.

Foto Lucia Corda

A breve distanza, avvolti dal verde del bosco, si trovano i resti di un villaggio nuragico, testimone silenzioso di un passato che ancora parla attraverso la pietra.

Foto Lucia Corda

Si ringrazia per gli scatti Nicola Castangia, Lucia Corda e Bibi Pinna e il portale Sardegna verso l’Unesco.