(FOTO) Passeggiata nella nuova viale Trieste: cosa piace e cosa non convince?
Se ancora non ci siete passati, vi mostriamo noi le immagini.
Dopo quasi 2 anni viale Trieste è stata restituita ai cittadini: i lavori sono conclusi ed è ora di provare a tirare le somme. Riportiamo gli scatti e la riflessione dell’avvocato Giovanni Dore che la definisce “ennesima occasione persa per la città”.
Ma ecco i lati positivi: “La premessa è che dei lavori erano indispensabili: la strada era disordinata, caotica, sporca, poco illuminata e con le radici dei poveri ficus in perenne lotta con l’asfalto, che pian piano ne stava minando la sopravvivenza (infatti, nel tempo, tanti sono morti e mai sostituiti). Dunque onore al merito di chi ha deciso di intervenire, dopo anni di lassismo. I lavori hanno liberato le radici degli alberi, messo a dimora (poche) piante nuove, rifatto i sottoservizi e l’illuminazione utilizzato materiali lapidei e di arredo di buon livello. Ma qui finiscono le buone notizie”.
Secondo l’avvocato cagliaritano ci sono poi tutta una serie di problematiche:
1) camminamenti (mancati): giusto liberare le radici dei ficus, ma perchè farlo per pochi cm verso i palazzi e per diversi metri sull’asse stradale, con una pietraia brutta e non calpestabile (pena slogature di caviglie), di fatto utilizzabile solo per i “bisognini” (vietati) dei cani?
2) carreggiata strettissima. Per come è disciplinato il traffico sul (l’ex) viale, ogni giorno passano centinaia di autobus, camion dell’immondizia e privati di ogni tipo. E ciascuno di questi mezzi si ferma ogni pochi metri per ragioni di servizio. E le auto dietro in fila;
3) parcheggi: pochissimi e scomodi. E per ogni parcheggio che si libera, si forma un’altra bella coda di auto nell’attesa della manovra. In compenso abbiamo enormi spazi senza alberi, senza camminamenti (ma sempre zeppi di pietre);
4) niente piste ciclabili ma uno strano percorso pedonale in asfalto;
4) lastricati in granito belli, ma inutili che presto diverranno grigio olio di macchina, visto che sono carrabili;
5) commercio: viale Trieste, prima dei lavori, era una delle poche zone dove il commercio resisteva. Si trovava di tutto, grazie agli ampi locali, al parcheggio facile e allo scorrimento veloce del traffico. Due anni di lavori lentissimi e le prospettive future di un viale stravolto, hanno cambiato la vita a tante famiglie che lì campavano da decenni del proprio lavoro;
6) La Chiesa del Carmine, per i cui avventori nessun riguardo, non un parcheggio disabili (pur presenti in altre zone), non un carico e scarico davanti: nemmeno un funerale, in sicurezza, si potrà più fare.
Sono andato via con un senso di profonda delusione e frustrazione. Soprattutto perché, in questa città, nessuno paga mai per i macroscopici errori fatti”, conclude Dore. E voi cosa ne pensate?
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