Lo sapevate? Che cosa significa l’espressione “Fattu e lassau”?
Chi di voi non ha mai sentito questa espressione alzi la mano. "Fattu e lassau" è una delle critiche canzonatorie più famose della lingua sarda. Scopriamo bene che cosa significa.
Lo sapevate? Che cosa significa l’espressione “Fattu e lassau”?
Chi di voi non ha mai sentito questa espressione alzi la mano. “Fattu e lassau” è una delle critiche canzonatorie più famose della lingua sarda. Scopriamo bene che cosa significa.
Un’espressione che fa vibrare le corde dell’anima sarda, un concentrato di saggezza popolare e ironia tagliente che solo la lingua sarda sa dispensare con tanta grazia e ferocia allo stesso tempo. Ma cosa si cela dietro queste tre semplici parole che hanno il potere di far arrossire anche il più spavaldo degli isolani?
“Sesi fattu e lassau! Se ve l’hanno detto non è un complimento, ve lo assicuro. È come se vi avessero detto: “Sei stato creato e abbandonato a te stesso”, un modo poetico e brutalmente onesto di dire che qualcuno è un buono a nulla.
“Fattu e lassau” è molto più di una semplice critica. È una sentenza, un giudizio che racchiude secoli di osservazione della natura umana. L’immagine evocata è quella di una creazione incompiuta, come se Madre Natura o il Divino, dopo aver dato forma a questa persona, si fossero distratti o, peggio ancora, avessero deciso che non valeva la pena di completare l’opera.
Ma non fermiamoci alla superficie. Questa espressione rivela molto della mentalità sarda, un popolo forgiato da millenni di lotta contro una natura spesso ostile e invasori di ogni sorta. In un contesto dove la sopravvivenza dipendeva dall’abilità e dall’iniziativa personale, essere “fattu e lassau” era più di un difetto: era una condanna.
L’uso di questa frase nella vita quotidiana è variegato e affascinante. La sentirete usare per descrivere l’imbranato del paese, quello che non sa nemmeno accendere un fuoco. Ma attenzione: può anche essere rivolta a persone apparentemente competenti che mancano di quel quid, quella scintilla di ingegno e intraprendenza che, nella cultura sarda, fa la differenza tra sopravvivere e prosperare.
C’è una sfumatura di fatalismo in questa espressione, come se chi è “fattu e lassau” fosse vittima di un destino ineluttabile. Eppure, nella sua durezza, contiene anche un invito velato al miglioramento. È come se dicesse: “Sei così, ma non è detto che debba rimanere così per sempre”. È un pungolo, un richiamo a scrollarsi di dosso questa condizione di incompiutezza.
L’evoluzione dell’uso di “fattu e lassau” nel tempo è un interessante specchio dei cambiamenti sociali. Se un tempo poteva riferirsi principalmente a abilità pratiche e manuali, oggi può essere usato anche in contesti più moderni. “Quel programmatore? Fattu e lassau!” potrebbe esclamare un sardo tech-savvy di fronte a un codice particolarmente disastroso.
La bellezza di questa espressione sta anche nella sua adattabilità. È stata italianizzata, esportata, utilizzata in contesti sempre nuovi, pur mantenendo intatto il suo spirito originario. È un pezzo di Sardegna che ha varcato i confini dell’isola, portando con sé un po’ di quell’ironia sagace che caratterizza il popolo sardo.
Ma attenzione: usare “fattu e lassau” non è da prendere alla leggera. È un’arma a doppio taglio che, se usata nel momento sbagliato o con la persona sbagliata, può creare tensioni o ferire profondamente. È il tipo di espressione che solo un vero sardo può usare con la giusta intonazione e al momento giusto, come un maestro di scherma che sa esattamente quando e come affondare il colpo.
In un mondo sempre più politically correct, dove le critiche vengono spesso ammorbidite e avvolte in strati di eufemismi, “fattu e lassau” rimane lì, cruda e onesta, a ricordarci che a volte la verità, per quanto scomoda, ha bisogno di essere detta senza fronzoli.
Quindi, la prossima volta che vi trovate in Sardegna e sentite qualcuno usare questa espressione, non limitatevi a sorridere. Prendetela come un’opportunità per riflettere sulla complessità della natura umana, sull’importanza dell’iniziativa personale e sul potere delle parole di plasmare la realtà. E se per caso dovesse essere rivolta a voi… beh, forse è il momento di rimboccarsi le maniche e dimostrare che siete molto più di un’opera incompiuta!
Perché, alla fine, in ogni “fattu e lassau” c’è il potenziale per un capolavoro. Sta a noi decidere se rimanere così come siamo stati “lasciati” o se prendere in mano il pennello e completare il quadro della nostra vita. E questa, forse, è la lezione più profonda che questa apparentemente semplice espressione sarda ha da insegnarci.
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