Lo sapevate? Da dove deriva e che cosa vuol dire la tipica espressione sarda “a marolla”?

Sapete cosa significa “a marolla”? Se siete sardi, probabilmente avete sentito questa espressione parecchie volte, magari accompagnata da un tono deciso e uno sguardo che non ammetteva repliche. E se non lo siete, preparatevi a scoprire uno dei modi di dire più tipici e sfaccettati della lingua sarda, capace di esprimere più di quanto sembri a prima vista.
Lo sapevate? Da dove deriva e che cosa vuol dire la tipica espressione sarda “a marolla”?
Sapete cosa significa “a marolla”? Se siete sardi, probabilmente avete sentito questa espressione parecchie volte, magari accompagnata da un tono deciso e uno sguardo che non ammetteva repliche. E se non lo siete, preparatevi a scoprire uno dei modi di dire più tipici e sfaccettati della lingua sarda, capace di esprimere più di quanto sembri a prima vista.
“A marolla” si traduce in italiano con “per necessità” o “per forza”, ma è molto di più: è un modo di affrontare la vita, a volte con rassegnazione, altre con un tocco di ironia.
Il bello di “a marolla” è che cambia sfumatura a seconda di come lo usi. Può significare “controvoglia”, come quando dici a un bambino svogliato: “Che fai, non vuoi andare a scuola? Ci vai a marolla o ci vai per forza, ma ci vai!”. Ed è subito chiaro che il piccolo Efisio (o chi per lui) non ha scampo. Ma può anche indicare il puro e semplice bisogno, come nell’antico detto sardo “Sa marolla ponit sa becia a curriri” – ovvero, “il bisogno fa correre anche la vecchia”. Immaginatevi la scena: una signora anziana che, spinta dalla necessità, trova energie nascoste e si mette a correre. È l’essenza della marolla: quando il bisogno chiama, non si può far altro che rispondere, volenti o nolenti.
La parola ha anche delle varianti interessanti, come “ammarolla” (scritta tutta attaccata in alcuni dizionari) o altre espressioni simili come mala boza, mala gana, mala ogia o persino mala bolla. Diverse sfumature, stessa filosofia: fare quello che bisogna fare, che piaccia o no. Una sorta di mantra sardo che attraversa generazioni e situazioni, dal bambino che non vuole fare i compiti al pastore che deve alzarsi presto per badare al gregge, anche quando preferirebbe starsene sotto le coperte.
Ma non fermiamoci al significato pratico: a marolla è anche un piccolo esempio di quella saggezza popolare che i sardi hanno saputo trasformare in arte linguistica. I diccius – le espressioni tipiche della tradizione sarda – sono più di semplici frasi fatte: sono autentici sprazzi di cultura, ironia e pragmatismo, capaci di consolare, ammonire o anche far sorridere chi li ascolta. Passeggiando per i vicoli di Cagliari, o tra i muretti a secco dei paesi del Campidano, queste espressioni risuonano ancora, pronte a colorare la vita quotidiana e a strappare un sorriso, anche quando si tratta di “fare qualcosa a marolla”.
Insomma, “a marolla” non è solo una parola, ma un pezzo di Sardegna, intriso di carattere e tradizione. E la prossima volta che qualcuno vi dice che qualcosa va fatto così, ricordate: forse non sarà piacevole, ma sicuramente sarà autentico, come tutto ciò che nasce da questa straordinaria terra!

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