Domenica 17 novembre, la rete ferroviaria della Sardegna subirà un’interruzione totale del servizio fino alle 13.30.

La sospensione è necessaria per consentire l’installazione di un sistema avanzato per la supervisione e il controllo del distanziamento dei treni.

Questo aggiornamento, annunciato da Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), rappresenta un passo cruciale per migliorare l’affidabilità e la regolarità del trasporto ferroviario nell’isola.

Il nuovo sistema, gestito dal Posto Centrale di Cagliari, punta a ridurre significativamente i guasti della rete e a limitare le interruzioni. Inoltre, consentirà una gestione più efficiente del traffico ferroviario grazie a una maggiore capacità di calcolo. L’investimento per questo progetto ammonta a circa 3 milioni di euro e coinvolgerà un team di circa 100 operai e tecnici di Rfi e di altre ditte specializzate.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.