Lo sapevate? Qual è la torre spagnola più grande della Sardegna?
Le torri spagnole sarde conservatesi sono un centinaio, scopriamo insieme qual è la più grande.
Le coste sarde ospitano ancora circa cento torri spagnole costruite nei secoli passati. Tra tutte, la più grande è la Gran Torre di Oristano, simbolo della località di Torregrande, da cui prende il nome. Realizzata tra il 1542 e il 1572 durante la dominazione spagnola, è la torre costiera più massiccia dell’isola, costruita per difendere il golfo di Oristano e la foce del fiume Tirso, punto strategico per l’accesso all’entroterra. La sua posizione permetteva una comunicazione diretta con altre torri vicine, come quella di San Giovanni a Capo San Marco, la torre vecchia di Marceddì e la torre di Capo Frasca.
La torre di Torregrande
Questa torre cilindrica aveva il compito di sorvegliare il golfo e proteggere l’approdo dal mare. La supervisione dei lavori fu affidata al capitano di Oristano, don Peroche de Salazar. Il progetto ebbe il sostegno finanziario della Corona spagnola e della Chiesa, che contribuirono a fortificare l’isola contro le incursioni dei pirati barbareschi, una minaccia costante all’epoca. Oggi la torre ospita una mostra sulle torri costiere della Sardegna, mantenendo viva la memoria di questo sistema difensivo.
Ma perché la Spagna decise di costruire una rete di torri lungo le coste sarde? Il XV secolo portò grandi cambiamenti: la caduta dell’Impero romano d’Oriente e la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi Ottomani (1453) intensificarono le tensioni tra il mondo cristiano e quello islamico. Le coste sarde, a un giorno di navigazione dal Nord Africa, divennero vulnerabili agli attacchi di pirati saraceni e barbareschi. Con la cacciata dei moriscos dalla Spagna nel 1502, molti profughi musulmani si unirono ai pirati del Nord Africa, aumentando la minaccia.
Per contrastare questi pericoli, a partire dal 1570, la Corona di Spagna progettò una rete di torri difensive sulla costa sarda, simili a quelle già esistenti in altre regioni come Granada, Valencia, Napoli e Sicilia. Un dettagliato piano di difesa per le coste sarde, redatto nel 1572 da Marco Antonio Camos, indicava le zone strategiche dove costruire le torri. Nel 1582, dopo un devastante attacco dei pirati barbareschi alle porte di Cagliari, re Filippo II istituì la “Reale amministrazione delle torri”, responsabile della costruzione, manutenzione e difesa delle torri costiere.
Delle circa cento torri sopravvissute oggi, tre hanno forme particolari: la torre di Porto Torres, esagonale, e le torri quadrate di Salinas a Muravera e Pischeredda a Nurachi. Anche se molte di queste strutture sono oggi rovinate, alcune sono state restaurate e continuano a raccontare una storia di resistenza, difesa e adattamento di fronte alle minacce provenienti dal mare.
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