S’Incantu: una giornata alla scoperta delle antiche domus de Janas di Putifigari
Il comune di Putifigari si prepara a celebrare uno dei suoi tesori archeologici più preziosi: la Domus de Janas "S'Incantu". L'evento, organizzato nell'ambito della 39ª Mostra Micologica del Capo di Sopra, si svolgerà sabato 9 novembre, proponendo un viaggio affascinante alla scoperta di questo antico sepolcro preistorico.
S’Incantu: una giornata alla scoperta delle antiche domus de Janas di Putifigari.
Il comune di Putifigari si prepara a celebrare uno dei suoi tesori archeologici più preziosi: la Domus de Janas “S’Incantu”. L’evento, organizzato nell’ambito della 39ª Mostra Micologica del Capo di Sopra, si svolgerà sabato 9 novembre, proponendo un viaggio affascinante alla scoperta di questo antico sepolcro preistorico.
“Conoscere il passato per costruire il futuro” è il tema della giornata, che si inserisce nel programma internazionale 2023-2025 “Tesori da scoprire”, promosso dall’associazione Fidapa. L’iniziativa rappresenta un’opportunità unica per esplorare il ricco patrimonio archeologico del territorio, combinando aspetti culturali, storici e naturalistici.
Il programma della giornata si articola in due momenti principali, mattina (dalle ore 9:00): escursione trekking guidata dall’associazione Archeo Trekking Putifigari; visita specialistica al sito archeologico, curata da esperti della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Sassari e Nuoro
Pomeriggio (dalle ore 15:30): convegno presso l’Auditorium Comunale, presentazione del progetto di candidatura UNESCO delle Domus de Janas sarde, interventi di esperti sul valore storico e culturale del sito.
L’evento assume particolare rilevanza nel contesto della candidatura dei siti archeologici sardi a Patrimonio dell’Umanità UNESCO, evidenziando l’importanza di S’Incantu nel panorama archeologico isolano. Questa giornata rappresenta non solo un’occasione di approfondimento culturale, ma anche un momento di sensibilizzazione sull’importanza della preservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico sardo.
La partecipazione è aperta a tutti gli interessati, offrendo un’esperienza immersiva nella storia millenaria della Sardegna, tra archeologia, natura e tradizione.
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Lo sapevate? Il culto della Madonna di Bonaria ha ispirato il nome della capitale argentina Buenos Aires
Esiste un profondo legame tra il capoluogo della Sardegna e la capitale argentina: un legame che parte dal santuario di Nostra Signora di Bonaria, per finire a Buenos Aires. Scopriamo insieme di che cosa si tratta.
Lo sapevate? Il culto della Madonna di Bonaria ha ispirato il nome della capitale argentina Buenos Aires.
Esiste un profondo legame tra il capoluogo della Sardegna e la capitale argentina: un legame che parte dal santuario di Nostra Signora di Bonaria, per finire a Buenos Aires. Come riporta il sito ufficiale di Bonaria, si tratta di una bella storia cominciata quasi 500 anni fa.
Il nome della capitale argentina deriva dal culto per la Madonna di Bonaria. Ormai non ci sono più dubbi. Non è una leggenda per stupire i turisti, ma un fatto storico.
Che il toponimo Buenos Aires arrivi da Cagliari lo dimostrano i documenti di archivio e l’analisi storica frutto di un lungo lavoro dello studioso cagliaritano Roberto Porrà, docente universitario e dirigente della Soprintendenza archivistica per la Sardegna.
Porrà in un saggio ha spiegato che l’avamposto fu dedicato alla Madonna cagliaritana per adempiere al voto alla Vergine protettrice dei naviganti, in quanto i beneficiati dell’intervento provvidenziale non potevano effettuare un pellegrinaggio di ringraziamento al santuario o fare una donazione di denaro. A bordo della nave del capitano Pedro de Mendoza c’era uno scudiero di origini cagliaritane o genovesi, Leonardo Gribeo, già scampato a un naufragio insieme a un’immagine della Madonna di Bonaria a cui attribuì il merito della propria salvezza. Appena sbarcati sulla spiaggia del Rio della Plata il Gribeo suggerì al comandante di dedicare quel luogo ancora misterioso alla Vergine sarda.
Il 3 febbraio 1536 il conquistatore spagnolo Pedro de Mendoza, capo di una spedizione che doveva esplorare e colonizzare i territori attorno al Mar de la Plata, fondò un villaggio al quale diede il nome di Puerto de Nuestra Señora de los Buenos Aires. A bordo della nave della spedizione erano presenti anche due frati Mercedari, che si erano imbarcati a Siviglia, da dove era partita la spedizione.
La devozione alla Madonna sarda approdò anche in Argentina con la citata spedizione del Mendoza, il quale era molto devoto della Madonna, al punto che, nel testamento redatto tre giorni prima della partenza della sua spedizione egli chiama Maria “Avvocata e Signora di tutti i miei fatti”.
Ben presto, dopo lo sbarco sorsero nel nuovo continente, e in particolare nell’estuario del Rio de la Plata diverse chiese, cappelle e istituzioni dedicate alla protettrice dei naviganti, tra le quali anche l’“Ospedale di Nostra Signora di Buen Aire della Comunità dei Naviganti”.
In tempi moderni, nella capitale argentina è stata costruita una grande basilica dedicata alla Vergine lunga 80 metri e larga 32. Ancora: nel museo storico nazionale, si conserva una incisione in rame della “vera immagine della Vergine Santissima di Buen Aire… patrona dei naviganti”; analoga incisione di epoca anteriore si trova nella Casa del Governo.
Nel 1970, il 24 aprile, per le celebrazioni del sesto centenario dell’arrivo della Madonna a Bonaria, Paolo VI venne in visita al santuario; per l’occasione giunsero pellegrini da tutta Italia e anche dall’Argentina: Buenos Aires inviò una delegazione ufficiale guidata dagli ambasciatori argentini presso la Santa Sede e presso il Governo italiano.
Inoltre, quasi a sancire un gemellaggio tra il capoluogo sardo e Buenos Aires, per iniziativa del Lions Club di Cagliari fu donata una statua in marmo della Madonna di Bonaria alta due metri, che venne accolta con una solenne cerimonia dall’arcivescovo della città, ed è attualmente collocata ad un ingresso del porto della capitale argentina.
La statua, realizzata dallo scultore Emilio Del Fiandra su marmo di Carrara, è una copia della statua cagliaritana. Fu sistemata nella piazzetta di fronte alla Direccion de los migrantes (sede del museo nazionale dell’immigrazione), lungo l’avenida Antàrtida argentina nel Nuevo Puerto. Sul lato mare si scorge la verde piazzetta con una significativa targa: Plazoleta Isla de Sardegna. La statua ha accanto tre bandiere: argentina, italiana e i “quattro mori”.
Papa Francesco, argentino e molto devoto alla Madonna di Bonaria, ha fatto una delle sue prima visite ufficiale dopo l’elezione al pontificato proprio a Cagliari. Era il 22 settembre 2013: papa Francesco si è recato a Cagliari, che ha scelto per rendere omaggio alla Madonna di Bonaria, da cui deriva come detto il nome della sua città natale, Buenos Aires. All’evento hanno partecipato circa 400.000 persone.
Nel corso della visita il Papa si è recato prima al largo Carlo Felice dove ha incontrato rappresentanti del mondo del lavoro, che gli hanno espresso problemi e speranze del territorio, con particolare attenzione all’emergenza disoccupazione. Successivamente papa Francesco si è recato al santuario di Bonaria, dove ha celebrato la messa nella piazza antistante la Basilica concludendo l’omelia in lingua sarda con le parole: «Nostra Segnora ‘e Bonaria bos acumpanzet sempre in sa vida», cioè: «Nostra Signora di Bonaria vi accompagni sempre nella vostra vita».
Nel pomeriggio, papa Francesco si è poi recato nella cattedrale di Cagliari per un incontro con poveri e detenuti. Un discorso alla Pontificia Facoltà di Teologia della Sardegna ha quindi preceduto la tappa finale, nuovamente a largo Carlo Felice, dove il Papa ha concluso la sua visita con la benedizione, preceduta da una preghiera per le vittime di un attentato in Pakistan.
La sua visita, il 22 settembre, si pose anche nel solco dell’amicizia con l’Ordine della Mercede, presente in tutta l’America Latina, ma soprattutto per la particolare venerazione della Madonna della Mercede, festeggiata in tutto il mondo il 24 settembre.
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